Questo non è sport, è un dramma: Foggia, un disastro a cui non si doveva arrivare. E qualcuno deve spiegazioni
Non ci sono parole. In quasi tre anni, da quando abbiamo lanciato nel mondo del web TUTTOcalcioPUGLIA.com, abbiamo festeggiato ogni anno una promozione eccellente: prima il Foggia in Serie B, l’anno successivo il Lecce in Serie B, quest’anno il Lecce in Serie A. Il Brindisi è tornato in Serie D, come il Bisceglie è tornato due anni fa tra i professionisti. Allo stesso modo, però, ci siamo disperati per il fallimento del Bari la scorsa estate e per quello del Foggia, proprio nella stagione in cui si sarebbe dovuto celebrare il centesimo anno dalla fondazione del club rossonero.
Quanto successo nelle scorse ore è di una gravità inaudita, come lo è stato a Bari con Cosmo Giancaspro. La famiglia Sannella, dopo aver messo in vendita il club alla simbolica cifra di un euro, ha abbandonato la nave proprio nel momento in cui stava per affondare. Il sindaco Landella ha provato in tutti i modi a salvare il salvabile contattando imprenditori e persone che avrebbero potuto permettere al Foggia Calcio almeno di iscriversi al prossimo campionato di Serie C. E invece il peggio è arrivato.
Impensabile, volgendo lo sguardo a un anno esatto fa. La squadra rossonera, riconosciuta come una delle migliori per qualità di gioco nel campionato di Serie B, salutava Giovanni Stroppa dopo aver sfiorato i playoff. La penalizzazione, le battaglie nei tribunali e un mercato estivo che ha portato alla corte di Gianluca Grassadonia grandi nomi: l’antipasto di una stagione fallimentare, conclusa con la retrocessione diretta in Serie C. E poi, come noto, la mancata iscrizione. Ricorrenti ora sono sui social le parole del diesse Luca Nember, che a ottobre parlava addirittura di Serie A in due anni.
Un disastro. Per Foggia, la sua piazza e il calcio italiano. La speranza è, come quanto accaduto a Bari, che adesso gente seria e motivata possa investire e regalare un futuro roseo a una città che merita altri palcoscenici. E che qualcuno si prenda le proprie responsabilità. Non ci sono altre parole.