La città, quella città che trepida per i colori rossoneri, è andata al tappeto, è caduta quando pensava di avere la vittoria a portata di mano, quella vittoria che si conclude anzitempo, dopo pochi round. Inevitabile e imprevisto arriva invece il gancio che ti mette giù, ma per fortuna l’arbitro conta solo sino a 5 e ti consente di rialzarti, non mette la parola fine all’incontro, puoi ancora combattere.
Non c’è tempo per individuare i colpevoli, non possiamo fermarci per tentare di scoprire se le colpe sono di Stroppa, di quel giocatore, di quella giocata; la nostra classifica non ce lo permette, bisogna rispettarla, bisogna onorarla.
Continuare a contorcersi tra mille polemiche, derivanti da una grande delusione ampiamente comprensibile, può fare il gioco di nostri avversari, di quel Matera che a Foggia sabato verrà con il coltello tra i denti, consapevole di essere, se non all’ultima spiaggia per la promozione diretta, fortemente in pericolo se dovesse rientrare in Lucania a mani vuote.
La corsa quest’anno è frenetica, i concorrenti non ti permettono alcun passo falso e alla fine taglierà il traguardo quella squadra che avrà sbagliato di meno, quella squadra che verrà sostenuta da una piazza matura, da una piazza che manterrà l’equilibrio sino all’ultima gara, che saprà supportarla nei momenti di difficoltà, rimandando ogni polemica ed ogni processo dopo che sarà calato il sipario anche su questa stagione.
In questo momento bisogna solo affollare lo stadio cercando di far dimenticare in fretta l’incubo di sabatode orso: non abbiamo alternative, siamo obbligati a crederci.
Alberto Mangano – www.manganofoggia.it