12.000 ed oltre i cuori rossoneri che tra una braciola ed una rasoiata di Kragl, hanno deciso per quest’ultimo. Il definitivo dubbio si è sciolto quando sul ritornello dell’ormai famoso “there must be love” i nostri si son presentati in campo per il riscaldamento di rito, si è sciolto quando le gentili signore presenti sugli spalti hanno deciso di contribuire a calmare la fame dei presenti offrendo panini e quant’altro, si è sciolto quando l’amico Francesco da Prato ha iniziato ad infiammare i presenti con le sue interviste pre-partita, si è sciolto quando le pacche sulle spalle, gli abbracci, hanno trasformato il “tempio” in un ritrovo di amici uniti da un’unica passione.
Certo è che le speranze di vittoria erano gelosamente custodite nel proprio intimo, ma legittimamente si aspettava un Foggia battagliero, del resto a detta di tutti si affrontavano le squadre più in forma, le squadre che esprimevono il miglior gioco. Le cose in campo invece sono andate così come dettava la logica. Un Empoli che ha dimostrato ampiamente di meritare la categoria superiore, una squadra forte in tutti i reparti, con una difesa arcigna, un muro duro da sfondare rispetto agli isolati ed episodici tentativi di sfondamento degli avanti rossoneri. Un centrocampo ben messo in campo, capace di aggredire il portatore di palla in 1-2-3 uomini. Un attacco capace di pressare i difensori nostrani limitando la consueta costruzione di gioco foggiana. Delle frecce in avanti sempre pronti a schizzare in avanti anche grazie a millimetrici lanci. Una squadra fatta di “nomi”, ma abbiamo imparato anche che i soli pedigree non bastano. Signori miei, questa è una squadra che gioca davvero bene al calcio e soprattutto a memoria. Basterebbe dire questo per archiviare Foggia-Empoli, ma in realtà non ci si aspettava che oltre al valore dei toscani noi consegnassimo la partita su di un piatto d’argento. Difesa tagliata come burro al primo gol, liscio di Martinelli sul secondo e successivamente respinta maldestra di Guarna sui piedi dell’avversario (ormai un classico). Sia chiaro che la sportività dice che l’Empoli meritava comunque la vittoria, ma legittimarla in questo modo rode parecchio. Rode vedere uno stadio intero festante e urlante sino al termine soccombere di fronte ad un’ottantina di supporter empolesi (proviamo ad immaginare fossimo noi in testa). Rode poi non assistere ad un turn over, costringendo i mazzeo, i nicastro, ed altri, a non poter rifiatare, decidendo di mettere in naftalina i vari Beretta, Floriano e compagnia bella. Rode non provare, anche sullo 0-2 a dare una svolta cambiando le pedine in campo, con tanto tempo a disposizione. Ed aggiungerei tanto altro. Ma il popolo rossonero volta pagina facilmente tanto da pensare subito a Cremona.
Per quanto mi riguarda preoccupa invece ciò che accade nei posti di potere, un silenzio “assordante” che alimenta i rumors, i si dice, che non lasciano tranquilli e che temiamo possano lasciare strascici pure sul terreno di gioco. Oggi non sappiamo se guardare più in campo o in tribuna. Sannella sì, Sannella no, Nember sì, Nember no, l’auspicio che si faccia chiarezza, che torni il sereno. Il popolo rossonero lo merita . F.f.
Rino La Forgia – www.ilfoggia.com