Sabato, 27 febbraio 2021: la “Presa dello Zaccheria”

Sabato, 27 febbraio 2021: la “Presa dello Zaccheria”

Scoppierà il colore, scorderai il dolore, cambierai il tuo nome.

La nuova era è ormai iniziata ed è nata all’alba di un derby, quello col Bari. Si è concretizzata a Torre del Greco, quando la luna specchiava la sua bellezza nel mare e undici diavoli ritornavano a lottare su un prato verde (proprio così, perché nell’ultimo mese di battaglie non ne abbiamo viste).

Dopo 101 anni il colore del timone rossonero si schiarisce e quel rosso tende quasi a diventare rosa: una donna guida il Foggia. L’uscita di scena di Roberto Felleca ha regalato il primo piano a Maria Assunta Pintus, Edoardo Chighine e Filippo Polcino. In conferenza, oltre le parole, spunta fuori un po’ di commozione e soddisfazione. La si legge negli occhi della Pintus, un’imprenditrice-mamma coraggiosa, in grado di trascinare insieme a sé, nell’avventura forse più difficile della sua vita, suo figlio. Un ragazzo classe ’92, uno di quei ragazzi che a quell’età siamo abituati a vedere sul rettangolo verde dello Zac e non dietro le quinte.

La storia di Maria Assunta Pintus catapulta i miei pensieri in un libro di storia e tra i paragrafi leggo una data: martedì 14 luglio 1789. Quel giorno a Parigi il popolo decise di insorgere, l’evento passò alla storia come “La presa della Bastiglia”. La prigione parigina fu assaltata e la ribellione ebbe inizio.

La “Presa dello Zaccheria” inizia il 27 febbraio 2021, giorno in cui la Pintus acquista l’altro 50% della Corporate, corrispondente al 40% del Calcio Foggia 1920. Termina il periodo Felleca, una fase storica che ha visto il Foggia vincere un campionato di Serie D e probabilmente centrare i play-off (lo vedremo tra 8 giornate se sarà così).

Dopo l’ennesima pioggia, ogni cuore rossonero attende il sereno. Non sappiamo quali saranno gli investimenti che si faranno in questo nuovo progetto. Non sappiamo se le belle parole cariche di voglia di fare, pronunciate negli ultimi giorni, alla fine diventeranno realtà.

Non lo sappiamo perché tante volte, forse troppe, la delusione e l’amarezza hanno creato un cocktail dal retrogusto amaro in grado di renderci illusi e disillusi.

Limitiamoci a guardare in faccia la realtà, come accadde in quel 14 luglio parigino, consapevoli che l’aria è cambiata, allo stesso modo siamo consapevoli che essere lungimiranti è alquanto difficile.

Sono tante le domande che nascono quando si pensa al futuro: su cosa verterà il progetto tecnico? Investimenti su giovani talenti (vedi Morrone e altri come lui) oppure si punterà ad ammazzare il campionato stile Ternana? Per la prossima stagione si è già al lavoro per rinnovare il contratto di mister Marchionni in modo da dare continuità al capitolo panchina? Fin dove può spingersi questa proprietà? Salvezza tranquilla? Play-off da 5°-6° posto oppure si punterà al vertice della graduatoria? Dei giocatori attualmente in rosa chi vestirà la maglia rossonera nella prossima stagione? I debiti con l’erario ed alcuni fornitori, venuti fuori nel corso della telenovelas Felleca-Pintus come saranno gestiti?

Il campionato 2020/2021 è ormai giunto al termine, i satanelli hanno raggiunto l’obiettivo prefissato, ora tocca programmare e svelare gli obiettivi futuri. La fase Covid ha ridotto le distanze tra la maggior parte delle compagini di centro classifica: a parte Bari, Ternana ed Avellino, non ci sono differenze abissali dal 3° all’8° posto in classifica. La buona volontà, le idee e la voglia di fare sono il contorno di un ricco piatto dove la portata principale è il denaro.

Immaginare da subito il Foggia in categorie superiori è difficile: almeno per i prossimi 3 anni si programmerà, come affermato dall’attuale proprietà rossonera. Probabilmente dovremo accontentarci di essere protagonisti con la spavalderia racchiusa nei 40 punti attuali.

Se i possibili successi del calcio giocato offuscano il raggio d’azione dei miei pensieri, un sorriso mi spunta quando dal 1789 balzo indietro fino al 1647 e leggo di Tommaso Aniello d’Amalfi. Masaniello riuscì a riunire il popolo napoletano, scatenando la nota rivolta contro il dominio reale spagnolo. Masaniello, la Campania e il Foggia Calcio hanno sempre qualcosa o qualcuno in comune.

Dalla parte di una rivoluzionaria, non poteva che esserci un rivoluzionario: Filippo Polcino. Persona elegante, distinta, parla poco ma quando lo fa riesce a far accomodare chi si è alzato in piedi poco prima. Polcino è un campano e chi proviene da quella terra lega subito il suo nome al Foggia. È un curioso caso del destino. Il curriculum vitae sottolinea le esperienze nel mondo del “football” come direttore generale vissute ad Avellino e a Campobasso e quella parentesi che lo vide vicinissimo a vestire il ruolo di DG rossonero nell’estate del 2019.

Pensare a Polcino, significa pensare anche a Ninni Corda. Due figure diverse, totalmente diverse. Se Polcino è la mente che costruisce una società di calcio e si concentra sullo sponsor, sulla “partnership” con le scuole calcio, con l’azienda agricola del territorio, con le forze politiche e con tutto ciò che circumnaviga il mondo pallonaro, Ninni Corda è genio e intuizione del calcio giocato. Uno che ha il coraggio di ingaggiare un giocatore svincolato e trasformarlo nell’obiettivo di mezza categoria. Uno che nel calcio o raggiunge i suoi obiettivi o li raggiunge, senza mezze misure.

Sarà davvero curioso vederli all’opera assieme. Le centinaia di migliaia di cuori rossoneri al momento hanno bisogno di una continuità progettuale, all’insegna del divertimento e dei successi. L’investimento economico in tempi di Covid a firma della dott.ssa Pintus per acquisire le quote di Felleca è lodevole, ma dietro il coraggio deve esserci il taglio del nastro collocato sotto il traguardo. Dopo 101 anni di storia, una tifoseria ritenuta un bene pubblico merita di avere ciò che non ha mai avuto, come un centro sportivo, un vivaio strutturato, un progetto di marketing ben organizzato dove al centro ci sia la promozione del brand Foggia.

Saremo vigili spettatori del nuovo corso, nel mentre è scoppiato il colore rossonero in un cuore che ha cambiato il suo nome, anzi il suo titolo. La “Presa dello Zaccheria” ha avuto inizio. Buon lavoro dott… anzi, Pres.

Daniel Miulli