Solo tre parole: GRAZIE DI ❤️!

Quando la Procura di Milano nominó il dott. Giannetti quale Commissario pro tempore del Foggia Calcio sono stato tra i primi a raggiungerlo telefonicamente. Mi stupì la sua cordialità, la dispinibilità a parlare con la stampa, ma soprattutto il suo ottimismo. “Il Foggia gioca il calcio migliore della serie B” mi disse, “e continuerà a farlo come e meglio di prima!”. Mi sarei aspettato parole di circostanza di un burocrate, parole stereotipate, frasi fatte e misurate. Invece percepii che dall’altra parte del filo c’era una persona professionale sì, ma un sincero e competente appassionato di calcio. Non ho mai pubblicato quell’intervista, non mi fidavo di quelle parole. Ammetto che il suo essere barese mi aveva condizionato, ero prevenuto. Quando un funzionario di un Istituto di Credito a Bari dovette incaricarsi di amministrare il Foggia ai tempi di Casillo aveva fatto di tutto, tranne gli interessi del Foggia e dei suoi tifosi, e i risultati si erano visti. Fu l’inizio della fine, la strada che ci avrebbe portato a rischiare l’estinzione in meno di vent’anni. Non ci sono andato leggero con il Commissario dalle pagine di questo giornale, nè con lui e tantomeno con la Procura milanese che ce lo aveva affibiato, ma mi sbagliavo e di grosso. La diffidenza è continuata anche quando nella prima conferenza stampa si è presentato con al suo fianco un altro professionista barese, l’avvocato Ardito. Eppure in quella circostanza avevano fatto di tutto per accattivarsi le simpatie degli astanti, per tranquillizzare la piazza e i tesserati. Avevano annunciato che a settembre il loro lavoro sarebbe finito, che avrebbero risistemato l’organizzazione societaria senza intralciarne il progetto sportivo, confermando che avrebbero concluso il mandato nel modo più indolore possibile. Ebbene, puntuali come un treno nel Liechtenstein, in questi giorni hanno annunciato che il 19 settembre saluteranno tutti consegnando il Foggia Calcio nelle mani dei fratelli Sannella e del nuovo CdA (a cui vanno i nostri più sinceri auguri), lasciando in eredità una “macchina” rinnovata, efficente e trasparente ed una squadra ancora in serie B, notevolmente rafforzata e con ambizioni importanti.

Un ingranaggio quando funziona non fà rumore. Il Commissario Giannetti e l’avvocato Ardito non hanno quasi fatto sentire la loro presenza quanto è stato discreto il loro lavoro dietro le quinte. Chi si aspettava ostruzionismo e protagonismi è stato clamorosamente smentito dai fatti, io per primo. L’ovazione che ha accompagnato il loro ingresso sul prato dello Zaccheria durante la presentazione del nuovo organico tecnico ai tifosi ha sancito e sottolineato la sincera riconoscenza del popolo rossonero per un uomo (e il suo prezioso collaboratore) venuto a Foggia da Bari, una volta tanto non per colonizzare o prevaricare ma per fare senplicemente il proprio dovere con intransigenza e spirito di collaborazione con buon animo e amicizia, quell’amicizia che a Foggia tutti si sentono di ricambiare con stima e profodo affetto e che lui ha saputo ricambiare con parole al miele nel momento del commiato. Nicola Giannetti ha così saputo superare il luogo comune che vede Bari e i baresi prevaricare la nostra terra, la nostra cultura, le nostre tradizioni. Ci puó e ci deve essere rivalità tra di noi, soprattutto sul rettangolo verde, ma non necessariamente inimicizia. Tutto questo ha finito per sorprendermi, lo confesso, eppure non avrei dovuto se è vero che è grazie a mio padre, barese e tifoso del Bari, se il Foggia mi è entrato nelle vene. Lui mi ha portato per la prima volta allo Zaccheria da bambino, lui mi ci ha accompagnato decine e decine di volte, ha visto la mia passione per il Foggia diventare malattia, lui si è commosso con me quando sono tornato a casa coi lucciconi agli occhi dopo una sconfitta immeritata, una retrocessione ricambolesca, lui ha gioito con me dopo una nostra vittoria. Il Commissario Giannetti domenica vedrà per l’ultima volta il “suo” Foggia da massimo dirigente, sono sicuro sobbalzerà sulla poltrona e soffrirà con noi ad ogni azione sul campo, ma sono altrettanto sicuro che conserverà per sempre nel suo cuore quel coro e quegli applausi che lo Zaccheria gli ha voluto attribuire con tanto calore, spontaneamente, un privilegio rarissimo a Foggia per i nati all’ombra della cattedrale di San Nicola.

Buona fortuna dottore e grazie di cuore!

Francesco Bacchieri – www.ilfoggia.com