Una stagione da dimenticare alla quale si può ancora rimediare
Resterà da ricordare come una delle stagioni più strane e mediocri quella attuale nella quasi centenaria storia del club rossonero. Tante aspettative a luglio poi disilluse per varie negligenze ed errori da parte di società, tecnici e giocatori.
SOCIETA’ E D.S. – E’ indubbio che le vicissitudini delle giustizia ordinaria e sportiva che hanno colpito in prima persona la famiglia Sannella hanno distratto quest’ultimi dal gestire lucidamente la stagione, oltre alle conseguenze della penalizzazione, le ulteriori spese legali e non ultimo il totale disinteresse della classe impenditoriale del territorio nel voler affiancare o rilevare il club. Certamente di errori negli investimenti fatti a luglio ce ne sono stati tanti e su questo argomento il diesse Luca Nember non è esente da responsabilità. Gli errori più vistosi sono state le scelte dei tecnici che per curriculum sportivo e poca personalità non si sono dimostrate scelte felici, l’aver perso un centrocampista come Agazzi che ormai giocava a memoria da due anni nel Foggia per soli centomila euro (il prezzo del riscatto) e dirottare le attenzioni su un calciatore giovane ed inesperto come Carraro che, come se non bastasse, essendo veneto non si è saputo ambientare in una città calorosa come Foggia: colpa da dividere tra società e diesse perchè per Agazzi bisognava spendere, mentre Carraro arrivò a luglio in prestito gratuito. Altro errore è stato scommettere su Iemmello che era infortunato, con l’incognita se sarebbe tornato il giocatore che conoscevamo in Lega Pro, con l’aggravante di un ingaggio alto rispetto ai compagni più le spese per riabilitarlo. Così come l’aver preso Boldor invece di Billong perchè l’idea di diesse e società era di non spendere e fare uno scambio alla pari con Empereur che passò al Verona in cambio appunto di Boldor. Da incoscienti poi affidare la responsabilità di difendere la porta ad un portiere di 41 anni come Bizzarri. Insomma di errori ne sono stati fatti ad iosa, ne ho accennati solo alcuni come esempi. Infine è ormai chiaro che la Federazione e la CAN non amano il Foggia, probabilmente più per i Sannella che per i tifosi i quali, anzi, garantiscono ottimi incassi essendo presenti in massa in tutte le trasferte senza mai creare problemi.
TECNICI – Nella conferenza stampa che si è tenuta subito dopo il ritorno in panchina di Grassadonia mi ha colpito una sua affermazione: “Io sono un tecnico molto bravo”. Caro Gianluca, non me ne volere, ma bravo devono dirtelo gli altri. Capisco la tua profonda autostima ma il tuo score come allenatore non è dei più esaltanti con alcuni esoneri, poca Serie B con ben 3 esoneri, 2 a Vercelli ed uno a Foggia ed una retrocessione e mezza, quella di Vercelli e quella in bilico di quest’anno del Foggia. La bravura di un tecnico la si apprezza tramite i risultati, il lancio di giocatori e l’esaltare le qualità tecniche dei calciatori a disposizione. Quest’anno è stato un disastro con larga parte dei giocatori attuali, che l’anno scorso avevano sfiorato i playoff con 58 punti, in condizioni fisiche e tecniche mediocri. Non si può dare sempre la colpa agli altri, anche se ci sono, ma resta il fatto che nella stagione scorsa il tecnico Stroppa, che non è certo un campione di simpatia, è riuscito, senza i Leali, Billong, Ranieri e Galano che invece avevi a disposizione, a fare molto meglio di come hai fatto te finora. Su Padalino, chiamato probabilmente sulla panchina per la sua foggianità e per le poche pretese economiche, ha avuto il merito di sistemare la difesa, cosa che prima era lacunosa, non solo per la presenza di Leali e Billong, ma per aver insegnato a tutta la squadra come si fa muro davanti alla propria area di rigore e altre accortezze che uno come lui, che ha giocato ad alti livelli in quel ruolo, conosce molto bene. Purtroppo anche lui non aveva l’esperienza per poter cambiare in poco tempo una squadra con pochissimi schemi d’attacco, sfilacciata e sfiduciata e peraltro con molte assenze per infortuni in quel periodo.
COME USCIRNE – Una cosa molto chiara è il nervosismo dei giocatori che scendono in campo. L’impressione è che molti di loro giochino senza divertirsi, ma solo per timbrare il cartellino di presenza e che, soprattutto a centrocampo ed in attacco, non ci siano schemi ben precisi, se non passare il pallone al compagno più vicino. Probabilmente durante la settimana gli allenamenti si svolgono più sulla preparazione fisica e poco sulle azioni da provare sul campo, con pochi schemi e affidamento alle azioni personali dei vari Kragl o Deli.
Restano però cinque gare da giocare e matematicamente il Foggia potrebbe ancora salvarsi, ma per raggiungere questo traguardo occorrerebbe giocare con maggiore entusiasmo e con un mix di foga atletica e divertimento. Chi non se la sentisse di avere questo spirito in campo si facesse parte, dando spazio a chi ha più voglia e determinazione. In campo devono entrare 11 gladiatori in grado di dominare gli avversari e non figurine della collezione Panini!
Fabio Bertazzoli