Esistono ancora margini per dare vita alla trattativa di cessione delle quote del Foggia a Nicola Canonico? È questo il quesito che tiene bando in queste ore, dopo che Felleca, Pintus e Pelusi hanno rigettato l’offerta (500 mila euro più l’accollo della debitoria) presentata dall’imprenditore barese. Una vicenda che ha consegnato un quadro diverso, rispetto al passato: per la prima volta le tre anime della società sono sembrate in simbiosi, tutte d’accordo nel rispedire al mittente la proposta dell’ex presidente del Bisceglie. Tornando alla domanda di cui sopra, al momento appare davvero complicato pensare che la trattativa possa decollare. In verità non sembrano esserci grossi margini di manovra, considerando che in via Gioberti l’offerta di Canonico viene definita irricevibile. Canonico, dal canto suo, ritiene di aver fatto il massimo: mezzo milione di euro per l’acquisizione delle quote, l’accollo di debiti e “questioni” varie fanno lievitare il costo complessivo dell’eventuale operazione ben oltre il milione di euro. È questo il ragionamento che viene fatto dall’imprenditore edile.
Certo è che col no a Canonico, Felleca, Pelusi e Pintus si sono assunti una responsabilità non da poco: a meno di clamorosi ripensamenti, toccherà a loro proseguire e garantire sopravvivenza e progetto. Perchè è chiaro a tutti che il Foggia, di riffa o di raffa, dovrà andare avanti. Ed è altresì evidente che occorrerà farlo nella maniera migliore possibile per evitare di alimentare ulteriori tensioni in una piazza sempre più spazientita dagli eventi. A lume di naso, tuttavia, la sensazione è che qualcosa possa ancora accadere, anche se forse non nell’immediato. A meno che, dietro la ferma volontà dei soci di dire no a Canonico non si nasconda un piano B che al momento non si intravede ma che, chissà, presto potrebbe materializzarsi. In tutto questo contesto, domani si gioca: il Foggia è di scena a Viterbo. Qualcuno lo ha ricordato?
Carmine Troisi