Una partita che riporta un po’ di serenitá e di fiducia nell’ambiente e che proietta il Foggia verso un futuro che possa riportare quella convinzione nei propri mezzi, convinzione sicuramente necessaria nelle prossime otto gare.
La squadra ha saputo finalizzare l’enorme mole di gioco e l’asfissiante possesso di palla con due gol, uno per tempo, di Sarno, il calciatore rossonero probabilmente più in palla oggi.
Il Messina è sembrato poca cosa, forse per le numerose assenze nelle sue fila, ma anche perchè ha avuto di fronte una squadra che non gli ha mai concesso una benchè minima occasione per impensierire Narciso.
La crisi è superata, se è vero che di crisi si trattava? È difficile dirlo, ma sicuramente oggi il Foggia è tornato ai suoi standard e ci è tornato con una formazione inedita, a dimostrazione che, secondo il pensiero di De Zerbi, tutti sono titolari e tutti possono restare in tribuna o in panchina, prendendosi questa volta la responsabilitá di esclusioni eccellenti, anche se, a causa del silenzio stampa, non conosciamo il vero motivo di determinate assenze.
Il terzo e il quarto posto sono ancora a sei punti, ma non bisogna dimenticare la possibilitá di poter usufruire di quegli scontri diretti che potrebbero accorciare le distanze; la strada che porta sul podio resta tortuosa, ma non impossibile da percorrere.
Sembra doveroso infine raccontare questa vittoria, come una vittoria dedicata alla famiglia Lo Campo che, in lacrime, ha raccolto l’applauso di uno Zaccheria riconoscente a chi ha contribuito fattivamente alla rinascita del calcio foggiano che sembrava ormai definitivamente scomparso: una bella pagina da raccontare, una pagina bagnata da lacrime vere in un mondo spesso falso e irriconoscente.
Alberto Mangano www.newsrossonere.blogspot.it