Il Foggia, nella finale d’andata per la conquista della Coppa Italia di Lega Pro, travolge il Cittadella sotto il profilo del gioco e del risultato. De Zerbi sorprende tutti schierando una difesa a tre, situazione nella quale Coletti si trova a suo agio come dimostrato in altre stagioni.
Più che una questione di schemi, però, è sembrata una grande prova di carattere della squadra, di quella squadra che aveva fatto credere di poter ammazzare il campionato; a piangere il morto, però, sono lacrime perse e quindi val la pena di sfruttare l’onda favorevole, la ritrovata autostima, per sfruttarle in campionato cercando di arrivare il più in alto possibile, che mella formazione delle griglie dei play off può rappresentare un non trascurabile vantaggio.
Ci sarà tempo per pensare alla gara di ritorno perché nel frattempo il campionato incombe e non c’è tempo per brindare per questa vittoria, giunta tra l’altro alla vigilia di una delicatissima partita, quella di lunedì contro il Catania.
Tornando alla partita con il Cittadella, vale la pena di sottolineare come a fine gara sul 4-1 a favore, sia completamente inutile lasciare la porta per intervenire fuori area in una situazione non di imminente pericolo e non ci sentiamo di dover colpevolizzare nessuno, non sapendo se certe scelte derivano dai dettami del tecnico o ad iniziative del singolo.
E poi, penso che anche la scelta di non esultare al gol dovrebbe anche essere spiegata ad un pubblico che sinora ha sempre esaltato la squadra anche quando ha giocato partite non entusiasmanti come quella contro il Cittadella.
Alberto Mangano – www.manganofoggia.it