Zeman, il Foggia e quei ritiri a Campo Tures
Zeman IV è pronto a partire e tra le varie opzioni al vaglio della dirigenza rossonera per la scelta del ritiro estivo non può essere scartata l’ipotesi Campo Tures, località leggendaria per aver ospitato tutti i ritiri delle prime tre avventure in terra di Capitanata del tecnico boemo.
Campo Tures, ridente località di circa 5.000 anime in Trentino Alto Adige in provincia di Bolzano, fu scelto per la prima volta nel 1986 da Peppino Pavone che vide nella ottima dotazione di strutture sportive e di un clima mite per i mesi di luglio e agosto la scelta ideale per la durissima preparazione che Zeman aveva in programma per i suoi ragazzi. Una curiosità: il primo approccio di Zeman ed il Foggia con Campo Tures non fu ottimo visto che appena iniziato il ritiro arrivò la notizia da parte della Federcalcio della retrocessione dei rossoneri nell’allora Serie C2; il patron Casillo riuscì poi a tramutare la retrocessione in cinque punti di penalizzazione da scontare nel campionato successivo.
Calcio d’altri tempi ma uno Zeman che ha sempre rotto gli schemi ed in più di un occasione ha mostrato di essere una delle persone più lungimiranti dal punto di vista calcistico. Nel 1991, in una lunga intervista alla Repubblica prima proprio di partire per il ritiro di Campo Tures, alla vigilia della sua prima stagione in Serie A sulla panchina dei satanelli rossoneri, Zeman dichiarò che la sua squadra con gli arrivi dei russi Kolyvanov e Shalimov aveva le qualità per ambire alla zona Uefa e che il tridente Signori-Baiano-Rambaudi, che l’anno prima in B era stato capace di segnare 48 reti, avrebbe avuto più facilità a segnare in Serie A con squadre più aperte. Dopo queste frasi che sapevano di arroganza ma che poi si sarebbero rivelate premonitrici, il primo Foggia di Zeman in Serie A partì per un viaggio in autobus lungo 15 ore per raggiungere Campo Tures.
Mancini, Padalino, Baiano, Signori, Rambaudi, Stroppa, Chamot, Roy, Shalimov, Petrescu…, questi alcuni dei nomi dei calciatori che nel corso dei ritiri nella località trentina hanno dovuto subire un programma di lavoro ai limiti del militaresco.
Colazione alle ore 8.00 con succhi e marmellata con il caffè vietato, ore 9.30 inizio allenamento con 10km di riscaldamento per iniziare oltre a vari esercizi fisici tutti rigorosamente senza pallone con finale che prevede l’immersione degli arti inferiori in acqua ghiacciata, pranzo leggero accompagnato solo da acqua, dopo un po’ di riposo alle ore 16.00 ricomincia l’allenamento con le spiegazioni degli schemi offensivi ed in seguito ancora lavoro fisico con la comparsa dei famosi gradoni e l’attuazione degli schemi precedentemente spiegati 11 contro 0 da effettuare nel minor tempo possibile e partitella conclusiva a ritmi elevati, in seguito cena a base di pollo e verdure ed alle ore 22:30 cellulari spenti e riposo in vista delle “torture” del giorno dopo.
Campo Tures o meno, la nuova squadra che Zeman e Pavone sta costruendo farà bene e a fare un pieno di forze ed energia visto che siamo certi che il tecnico boemo avrà tutta la voglia di dimostrare di essere ancora uno dei “maestri” di calcio più competenti del nostro calcio.
Tullio Imperatrice