La decisione di Agnelli di confermare Allegri sulla panchina della Juventus sembra incomprensibile
Vergogna, rabbia, le scuse ai tifosi, le colpe del gruppo e una (non) decisione. La Juventus conferma Massimiliano Allegri. Andrea Agnelli scende finalmente in campo dopo un lungo ed eccessivo silenzio nello sprofondo bianconero e parla di colpe collettive. Del gruppo. Di “un gruppo di ottanta-novanta persone tra staff, giocatori, dirigenti”, che deve ritrovare la rotta giusta per ripartire. E’ tutto vero e tutto giusto. Perché a conti fatti il mercato e gli uomini scelti dall’allenatore sono stati sbagliati. La preparazione non è stata all’altezza. La gestione degli infortuni è stata sbagliata. Le prestazioni dei calciatori disastrose, insufficienti e, per riprendere le parole del loro Presidente, vergognose.
Non sembra esserci una via d’uscita
La realtà è che al netto di vergogna, rabbia, scuse, non sembra esserci una via d’uscita. Perché la gara di ieri sera è sembrata il racconto di una squadra con la bandiera bianca alzata, arresa, senza forze, senza idee. Di chi sono le colpe se non dell’allenatore che dovrebbe prepararli insieme al suo staff atletico? Che dovrebbe caricarli dal punto di vista mentale? Che dovrebbe trovare situazioni tattiche per essere padrone del gioco? Che dovrebbe trovare le armi giuste per fermare gli avversari?
Le troppe colpe di Allegri
Allegri si è storicamente sempre affidato allo spirito, a una grande difesa e alle giocate dei singoli. Non ha calciatori capaci di saltare l’uomo, perché Angel Di Maria non si è reso conto della propria carta d’identità e la dirigenza bianconera con lui, e perché manca Federico Chiesa, ma tutto il resto dovrebbe sistemarlo lui. E non ci è riuscito. Le sue Juventus erano fatte da grandi leader e in fase d’analisi ci siamo confusi e sbagliati tutti: la carta d’identità non è sinonimo di personalità. Non ha Buffon, Evra, Chiellini, Lichtsteiner, Mandzukic, Pirlo, Marchisio e via discorrendo. Nei momenti bui, si era aggrappato a loro. Adesso no. I giocatori sono un vero disastro ma se il gioco è questo, contro il Maccabi Haifa, contro il Monza, contro squadre di caratura inferiore, la colpa è dell’allenatore che ha idee confuse e forse ferme al momento dei suoi ultimi successi.
Perché non cambiare? Il ritiro è l’ultima carta
E’ vero che le colpe sono di tutti. Nessuno escluso, Agnelli in primis. Ma davvero non servirebbe una scossa a questo Juventus? Sorprende seriamente, dopo una notte così, vedere ancora Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera. “C’è solo da fare silenzio”, dice il tecnico che intanto prova l’ultima carta. Il ritiro. Tutti alla Continassa, fino al derby contro il Torino. Che parla di vergogna, anche lui, arrabbiato, perché non ha visto una squadra e troppi singoli in campo che non pensavano agli altri e al collettivo. Già. Marcello Lippi dopo un tonfo contro il Parma si dimise, il livornese ha detto di non averci mai pensato e di esser pronto a questa sfida. L’ultima. La nave in porto o affondare tutti insieme. Agnelli e Allegri hanno deciso. Francamente sembra esserci poca logica nel non scegliere soluzioni drastiche ma, forse, hanno in mente una chiave di volta che nessun altro al momento riesce a vedere. Quello sarebbe un capolavoro incredibile.