Le implicazioni del lancio della nuova associazione dei giocatori

Le implicazioni del lancio della nuova associazione dei giocatori

La scorsa estate Novak Djokovic ha annunciato, a sorpresa, il lancio di una nuova associazione composta da tennisti professionisti, completamente indipendente dalla già esistente ATP (Association of Tennis Professional). Il mondo del tennis si è subito diviso in relazione a questo annuncio, trovando da un lato Rafael Nadal e Roger Federer che chiedevano unità e dall’altro donne del calibro di Serena Williams, favorevole ma non contemplata in quanto, per l’appunto, donna.
Già prima dell’annuncio ufficiale attraverso i social si era capito che qualcosa non andava: il canadese Vasek Pospisil, membro del consiglio dei giocatori interno all’ATP, aveva dato le dimissioni, mentre l’associazione stessa aveva rilasciato dichiarazioni che suggerivano la possibilità di problemi. Ammettendo che i giocatori e membri del circuito maschile stessero affrontando delle difficoltà, puntava sull’importanza dell’unità.

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Le ragioni che hanno portato alla scissione

Djokovic ha replicato che la sua (PTPA) Professional Tennis Players Association “non è un sindacato. Non è un boicottaggio”, ribadendo che è diritto di tutti quello di “formare l’associazione di giocatori”. Questa decisione, di base, non è stata presa dal giorno alla notte e da tempo i campioni chiedevano maggiori tutele e una migliore gestione generica di tutto il comparto.
Anche per questo sport, come per tutti gli altri, è importante chiarire che si tratta pur sempre di persone, lavoratori, se così possiamo definirli: non si tratta solo delle scommesse tennis e le quote relative, dei punti e di Wimbledon, ma anche di tutele, garanzie e diritti. Quello che il campione serbo ha scoperchiato era un vero e proprio vespaio, con contestazioni riguardo praticamente ogni aspetto dello sport in sé.
Problemi con la gestione dei calendari e dei tornei, mancanza di tutele, desiderio di una migliore gestione economica dei guadagni e, magari, un qualche tipo di piano pensionistico. Sembra che gli scontri siano stati molti, prima di arrivare alla decisione finale, nell’agosto scorso, di comunicare al mondo la creazione della nuova associazione.

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Gli sviluppi a un anno di distanza

Dopo parecchi mesi di silenzio, recentemente, ci sono state delle novità con riguardo alla PTPA, specificatamente è stato nominato un comitato esecutivo e, di conseguenza, un direttore esecutivo. Ovviamente non è mancata subito la reazione della ATP, che in un comunicato ha dimostrato la sua contrarietà a questo progetto che, secondo loro, punta solo a dividere il mondo del tennis.
Lo stesso Ryan Harrison si è scagliato con toni davvero duri nei confronti dell’associazione, chiarendo che “non si tratta soltanto del montepremi degli Slam o dei Masters 1000, ma anche di tutti gli altri tornei del circuito”. Rincarando la dose ha continuando affermando che, quello del tennis com’è ora, “è un sistema che si è dimostrato incapace di avere successo e che ci ha lasciato indietro rispetto ad altri sport” e ha fallito nel diventare commerciabile, a differenza di tutte le altre discipline.
Insomma, la rottura nel mondo del tennis non sembra dare spazio per un riappacificamento, con necessità diverse e questioni irrisolte che, apparentemente, si trascinano da molto tempo. Staremo a vedere chi l’avrà vinta, sperando che anche lo sport in sé ne esca integro.

Categoria: Notizie calcio