Arresti, faccendieri, fallimenti e penalizzazioni: il modo del pallone è alla frutta!

Arresti, faccendieri, fallimenti e penalizzazioni: il modo del pallone è alla frutta!

Funzionamento, affidabilità e reputazione: sorelle smarrite di una faccia che il mondo del calcio sta perdendo.

 

Gli avvenimenti delle ultime settimane ci narrano che il mondo del “pallone” è arrivato … alla frutta. In tutte le categorie. Parma rappresenta solo la punta di un iceberg, alla deriva, che si sta sgretolando in modo maldestro, giorno dopo giorno. Arresti eccellenti e comportamenti nel dispregio più assoluto delle norme da parte di tanti dirigenti, alcuni dei quali anche con incarichi federali, stanno deturpando l’immagine pubblica del gioco del calcio.

Sta diventando sempre più difficile parlare, con semplicità, di calcio giocato. Argomenti più scabrosi hanno, da tempo, preso il sopravvento. Si discute sempre più delle difficoltà economiche nelle quali si dibattono tante Società piuttosto che dei risultati decretati dal campo.

Anche in questo campionato le classifiche definitive le stilerà la giustizia sportiva. Retribuzioni non corrisposte, contributi non pagati, penalizzazioni, libri da portare in tribunale. Categorie da salvare nella scia di un ipotetico fallimento pilotato. Personaggi improvvisati che sguazzano in queste situazioni anomale.

Società in palese default finanziario che “galleggiano” sull’ onda di vacue promesse economiche di faccendieri prestati al calcio. Sono coinvolte tutte le categorie. Fantomatici aiuti finanziari, che difficilmente arriveranno a destinazione, scritti sulla sabbia di un litorale, cancellate dalle onde di un mare in tempesta. Allenatori   che si accasano grazie allo “zainetto” portato in dote a presidenti squattrinati. Dirigenti improvvisati alla ricerca, disperata, di denaro per far fronte a improrogabili, impellenti scadenze con i propri tesserati. Disponibili a qualunque soluzione, all’ insegna del “pecunia non olet”.

Dopo alcuni editoriali al “vetriolo” delle ultime settimane mi sono imposto di non puntare più il dito su questo o quel personaggio. Il tempo è galantuomo, mi sono detto. La verità avrà il sopravvento. Non serve sparare sulla croce rossa. Il tempo della “careghe” zoppe sta finendo.

L’etica, al momento smarrita, avrà infatti la meglio. Anche nei confronti di quei professionisti arrembanti che, rappresentanti di Società di Lega Pro, partecipano ad assemblee ed intervengono per delega in nome e per conto delle stesse. Gli stessi che, ben spalleggiati ed introdotti a palazzo, riescono a rappresentare anche la Lega nelle controversie contro le Società. Calpestando, in tal modo, i principi di correttezza contemplati e sbandierati in tutti i codici etici.

Indicativo, al proposito, quello della Lega Pro che, in un suo passo importante, recita: “La osservanza del Codice etico è essenziale per il buon funzionamento, l’affidabilità e la reputazione dello sport del calcio, quale spazio di educazione individuale e di accomunamento sociale nonché quale modello civico di vita valido anche al di fuori del fenomeno sportivo.”

Funzionamento, affidabilità e reputazione, appunto. Sorelle smarrite di una faccia che il sistema calcio sta perdendo. Norme obsolete e comunque disattese anche nella loro applicazione. Al di là della credibilità dei personaggi chiamati a farle rispettare.

L’ esempio più eclatante riconduce ad alcune decisioni, controverse, riguardanti le penalizzazioni in Lega Pro. La Procura Federale ha impugnato quella a favore della Reggina. Il Novara, attraverso il suo legale, ha già annunciato battaglia avversa ad una interpretazione delle norme, ritenuta errata. Monza, Savoia, Barletta ed altre ancora sono già sul piede di guerra. Le classifiche saranno ridisegnate e, nella confusione generale che sempre accompagna ogni fine stagione, il tira e molla delle radiazioni e dei ripescaggi terrà banco sino agli inizi di settembre. Sarà, come al solito una estate molto calda.

Nel frattempo, in alcune piazze, si stanno riproponendo volti noti con alle spalle esperienze contraddittorie. Signori dalla loquela e dalla promessa facile, ma mai rispettata. Il segnale, evidente, che quelle tutele alle quali ci si è più volte richiamati, negli ultimi tempi, sono ancora tutte al di là da venire.

La conferma che, tutti, si è più interessati alla propria poltrona che al bene futuro del gioco del calcio.

 

Categoria: Serie C