Catania, investire su allenatore “vincente” o scommettere su un “emergente”?
Cristiano Lucarelli è riuscito laddove i suoi predecessori avevano fallito: mantenersi sulla panchina del Catania per un’intera stagione. È anche vero però che, come tutti i suoi predecessori, ha mancato l’obiettivo stagionale. Anche per questo motivo, sembra ormai scontato il suo addio. E così, come ormai accade da tre stagioni – tutte quelle che hanno visto il Catania doversi preparare ad affrontare il campionato di serie C – la dirigenza etnea si trova davanti allo stesso dubbio: investire qualche euro in più al mese su di un tecnico che abbia già vinto la terza serie oppure andare al risparmio e continuare a scommettere su un nome nuovo e di belle speranze?
Se il calcio fosse una scienza esatta, il Catania avrebbe a portata di mano la risposta sicura. È invece tutta una questione di probabilità e propensione al rischio che il Catania vorrà o meno correre. Come fatto quest’anno, ad esempio. In cui le capacità di un tecnico emergente, come Lucarelli, sono servite a superare il blocco in trasferta ma non sono bastate a vincere il campionato. E nemmeno ad andare in serie B attraverso i playoff, che il Catania ha affrontato – in base ai punti conquistati nella stagione regolare – come grande favorita. Arbitri a parte, la maggioranza dei tifosi ritiene che le responsabilità più pesanti del doppio insuccesso le abbia proprio l’allenatore livornese.
Una convinzione amplificata dal recentissimo successo del Cosenza, che nella finale play off giocata sabato sera ha battuto il Siena e conquistato il posto sognato da tifosi rossazzurri. È davvero difficile, col senno del poi, non legare il merito di questo risultato alla scelta del club calabrese di cambiare allenatore quando la squadra era impantanata in fondo alla classifica. E poi sostenere il progetto B con un mercato di riparazione consistente. Ma quest’ultimo è un altro discorso. Ritornando a Piero Braglia, la sua storia sulla panchina del Cosenza parla da sé: sostituisce l’emergente Gaetano Fontana, crea un gruppo solido, dà un’identità e un gioco molto definiti alla squadra e dimostra di essere all’altezza delle aspettative alimentate dal suo passato. Come a Pisa, Castellammare di Stabia e a Catanzaro, riesce infine a conquistare la promozione in B.
Una storia molto simile a quella di Gaetano Auteri, che tre anni fa ha portato il Benevento in seconda serie, dopo i successi ottenuti col Gallipoli e con la Nocerina. Non è un caso che a tempo di record se lo sia preso il Catanzaro, che programma la promozione nel breve periodo. Restando sempre nel gruppo C, sfogliando la storia recente si scopre l’esistenza di altre soluzioni vincenti. A portare in B Foggia e Lecce sono stati Stroppa e Liverani. Allenatori dalla carriera breve, seppur in categorie superiori alla C, ma che mai prima erano riusciti a centrare il salto dalla terza alla seconda categoria. Difficile definirli emergenti, almeno quanto lo sarebbe stato definirli “specialisti in promozioni” come Braglia e Auteri.
Tirando le somme, la formula vincente negli ultimi anni è contenuta in un intervallo ben definito. Comprende allenatori “navigati” che abbiano centrato più volte la promozione dalla C alla B o allenatori più giovani che abbiano già avuto esperienze di rilievo su panchina di categorie superiori. Nessuna delle caratteristiche che possa vantare Lucarelli. Come neppure Rigoli. Entrambe le prime scelte dei due anni di gestione Lo Monaco. Che da emergenti, avevano pure uno stipendio da emergenti. Tuttavia bisogna ricordare che un allenatore con un passato un po’ più brillante alle spalle, Mario Petrone, il Catania l’aveva preso. È però durato appena tre giornate. Ma bisogna pure ricordare che, in mano, non aveva probabilmente una squadra davvero attrezzata per l’impresa che le si chiede e che gli si chiedeva.
Cosa deciderà il Catania per la prossima stagione? Di certo la statistica, come il calcio, non dà certezze. Semmai indica delle vie. E quella per la scelta dell’allenatore al quale affidare il progetto serie B sembra tracciata. Adesso tocca al club decidere se seguire l’indicazione di investire in questa direzione o continuare a scommettere sulla strada seguita finora. Non è detto che la terza volta non possa essere quella fortunata. Chissà.
Fonte: www.mondocatania.com