Una città è tornata a sognare ad occhi aperti. Il Catanzaro vola ed è primo in classifica, seppur in coabitazione con Lupa Roma, Salernitana e Benevento, dopo quattro giornate di campionato. Gioco spumeggiante e tanti talenti in evidenza. Merito degli investimenti del presidente Giuseppe Cosentino miscelati alle intuizioni di mercato di Armando Ortoli. Il diesse abruzzese negli ultimi quindici mesi ha chiuso diversi colpi importanti low-cost, acquistando calciatori “scartati” dalle dirette concorrenti. Scommesse vincenti sulle quali ha edificato l’attuale compagine giallorossa. A partire dal portiere Giacomo Bindi, non confermato dal Latina l’anno scorso dopo la promozione dei pontini in B e punto fermo dello scacchiere catanzarese. In difesa brilla Michele Rigione, cresciuto nel vivaio dell’Inter e lasciato libero dai nerazzurri.
In molti fra B e Lega Pro ritenevano il classe ’91 un elemento dalle grandi potenzialità, ma solo le Aquile ci hanno puntato con decisione facendo sottoscrivere all’ex Grosseto un triennale. In mezzo al campo il faro si chiama Antonio Vacca, svincolatosi lo scorso inverno dal Benevento e portato lo scorso 8 gennaio, con un blitz notturno, in Calabria pur di anticipare la concorrenza di Salernitana, Avellino e Olhanense. Nella Sannio l’hanno lasciato partire a cuor leggero e ora qualche dirigente si è pentito della scelta operata per motivi ambientali e non tecnici. Davanti gli esterni offensivi Biagio Pagano e Dario Baraco fanno sfracelli. Il primo, esattamente dodici mesi, era sprofondato in Eccellenza e pareva essersi avviato sul viale del tramonto. Il secondo – nonostante la stima della dirigenza leccese – non rientrava nei piani di Lerda. Adesso fanno le fortune del 4-2-3-1 di Moriero. In attesa del figliol prodigo Kamara, che per ora appare più sulle orme dello Shevchenko bis al Milan che il craque sognato, a Catanzaro si gustano le rinascite dei propri gioielli griffati Ortoli…