Dietro la lavagna: piangere sul latte versato, sport italiano

Dietro la lavagna: piangere sul latte versato, sport italiano

Con l’arrivo tra un mese delle festività natalizie, certe squadre hanno voluto anticipare i regali, porgendo agli avversari, su un piatto d’argento, dei punti così pesanti e in certi casi insperati, che non si sa se ci sia un limite al peggio oppure il pozzo nero della crisi del nostro sistema ancora non abbia sentito il tonfo del terreno che ne decreta finalmente la fine e pensare poi, se le forze ancora lo permettono, di rialzarsi.

Partendo da questa considerazione, i “Dietro la lavagna” di TLP di questa settimana sono dedicati a questi regali – non richiesti – che sono stati fatti e dagli errori che non solo i giocatori in campo compiono, essendo in buona compagnia, in particolar modo di dirigenze che ragionano più con la pancia che con l’effettiva realtà delle cose.

> Pordenone:

Dopo un’annata trionfale culminata nel raggiungimento dei Pro dopo undici anni di assenza, ci saremmo aspettati che il noviziato del Pordenone in questa stagione da matricola fosse finito. Invece l’involuzione – contrario di evoluzione, giusto specificarlo – prosegue senza freni e la sconfitta di sabato contro il Renate al “Bottecchia” è un altro capitombolo che deve far riflettere la società e i protagonisti in campo.

Contro le pantere nerazzurre, compagine pericolosa come poche fuori casa, la prestazione è stata deficitaria, con poco nerbo e un undici incapace di reagire ai montanti menati dai giocatori di mister Boldini. La rete dello 0-3 per i lombardi è un capolavoro di scelleratezza che solo una squadra allo sbando può prendere. Tanti, troppi errori stanno condannando i friulani ad una classifica che si fa ogni settimana più triste. Dopo l’esonero di Lamberto Zauli, è arrivato quello di Luciano Foschi. E come accade in Lega Pro, gli errori delle dirigenze arrivati ad un certo punto si moltiplicano e nel farsi prendere la mano diventano letali. Adesso è la volta di Fabio Rossitto, anima tantissima e cuore in quantità industriale quando da giocatore solcava i campi della serie A con la maglia dell’Udinese, ma un azzardo in una situazione simile come quella del Pordenone. 

MOMENTO NEROVERDE SPERANZA

> Marco Schiavino (Paganese):

Andrea Sottil la partita contro la Salernitana l’aveva preparata in maniera perfetta: chiusura degli spazi, attacco al portatore di palla e contropiede, tanto contropiede in modo tale da poter provare il colpaccio che in almeno due circostanze nei primi quarantacinque minuti stava per concretizzarsi e solo per una questione di centimetri non è andato a buon fine.

Tutto procedeva come voleva l’allenatore degli azzurrostellati, tranne l’errore di Marco Schiavino, difensore classe 1993 che in fase di alleggerimento si posiziona male con il corpo, andando in maniera sufficiente in area di rigore – errore gravissimo che nelle scuole calcio un tempo veniva segnato con la penna rossa – consentendo a Calil della Salernitana di ringraziare per l’inaspettato regalo e segnare la rete che ha deciso la partita.

L’errore di Schiavino è la dimostrazione di come ormai il calcio non venga più insegnato, ma divenga un prodotto industriale che produce giocatori tutti uguali, a cui non viene dettata una linea guida e quando questi si trovano in situazioni come quella del difensore della Paganese, divengono come un pesce fuor d’acqua. Certo, non è colpa di Schiavino se il calcio italiano è in queste condizioni, ma dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che  il ritorno al passato, più povero ma concreto, non è una sconfitta ma il modo migliore di ammettere di aver sbagliato in questi anni.

SCHIAVINO DI TURNO

> Savoia:

Restando nell’ambito di un calcio che non c’è più, il gol che i biancoscudati prendono dal Cosenza è la classica ciliegina sulla torta. Ormai un gol su tre arriva da calcio da fermo e ogni squadra lavora durante la settimana su questo aspetto delle partite. Provi e riprovi, ma l’errore, quello fatale, non manca mai.

Chiedetelo ai giocatori del Savoia che fanno saltare libero in area di rigore – al 94′ – Blondett del Cosenza, vedendo crollare davanti agli occhi quei tre punti che solo un’ingenuità poteva essere loro negata.

La posizione di classifica del Savoia è figlia di questi errori e la difesa dei torresi non è nuova a regali simili. Sono tante le partite regalate per svarioni – una volta del portiere e un’altra dei difensori – che non permettono altri disastri.

EST PERSEVERARE DIABOLICUM

Categoria: Serie C