Dietro la lavagna: quando perdere il pelo non significa perdere il vizio

Dietro la lavagna: quando perdere il pelo non significa perdere il vizio

Quando ci stiamo avvicinando a grandi passi ad un quarto di campionato, il clima inizia a farsi torrido su alcune panchine e il prossimo fine settimana si prevede rovente. Ci eravamo meravigliati che finalmente i presidenti avessero trovato un lume della ragione più consistente che subito sono arrivati gli esoneri di Massimo Silva a Grosseto e di Lulù Oliveira a Busto Arsizio con la Pro Patria. Ci dobbiamo rassegnare.

In questo nuovo appuntamento con i “Dietro la lavagna” siamo qui a bocciare, come ogni mercoledì, i protagonisti in negativo dell’ultima giornata di campionato.

> Ezio Capuano (Arezzo):

Dopo tanto peregrinare sulle panchine del sud Italia, per il “gladiatore” è giunta l’occasione della sua vita: allenare una squadra al di sopra di Roma – almeno in Italia, dopo l’avventura terminata dopo poche giornate all’Eupren nella serie A belga -.
Le sue dichiarazioni di inizio stagione, con le recriminazioni per le sue intemperanze a livello caratteriale che gli hanno tarpato le ali in questi anni, sembravano aprire un nuovo corso nella carriera di Ezio Capuano, che vicino ai cinquant’anni ha capito gli errori del passato, addebitabili esclusivamente a lui stesso. Le intenzioni purtroppo non sempre fanno il paio con i fatti. Quando c’è Ezio Capuano di mezzo, anche i fatti spesso gli sfuggono.

Tutto il credito conquistato – seppure ogni tanto debordante come è nel suo dna – è terminato all’indomani della sconfitta del suo Arezzo in quel di Alessandria. Gli insulti rivolti a Montini, hanno fatto cadere le ultime speranze di un avvio alla normalità di Ezio Capuano.

GIU’ LA MASCHERA

> Lulù Oliveira (ex allenatore Pro Patria):

Un detto popolare dice che alla lunga la corda si spezza. Oliveira ad inizio agosto ha sposato il progetto Pro Patria che faceva acqua da tutte le parti. Ha pensato di poter dare una mano per tappare qualche falla e invece è naufragato in meno di tre mesi di campionato, tra polemiche con la dirigenza e risultati – vero totem del nostro calcio – che non gli hanno mai sorriso.

Non sono bastate le prestazioni coraggiose per continuare un’avventura nata male e finita peggio. Quando hai una rosa di tanti giocatori assemblati come un’insalata russa, devi inventarti cuoco ma sei stipendiato da allenatore. E tutto diventa difficile. Oliveira che qualche calcio ad un pallone l’ha dato nella sua vita, qualche “sos” alla società l’ha mandato, chiedendo giocatori e non volti utili a fare da comparse in un campionato che li vede protagonisti soltanto perchè devono essere olio utile ad un ingranaggio lontano dalla meritocrazia. Alla fine l’errore più grosso di Lulù Oliveira è stato quello di accettare un non progetto, sapendo di fallire.

CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL, PIANGA SE STESSO
> Cristiano Lucarelli (Pistoiese):

C’è voluta la Pistoiese per far festeggiare i primi tre punti della stagione al Santarcangelo. I ragazzi di Lucarelli hanno spianato la strada al netto successo dei romagnoli (3-0) grazie ad un approccio alla partita completamente sbagliato. E non è la prima volta che avviene, ed in particolar modo in trasferta. Finora gli arancioni, lontani dal fortino del “Marcello Melani” hanno conquistato solo tre punti (sui quindici in classifica) in sei trasferte finora disputate.
Lucarelli in sala stampa più che arrabbiato era sconsolato e questo la dice lunga sul suo stato d’animo. Ci saremmo aspettati una reazione – anche verbale – dell’ex bomber livornese, invece la rabbia ha lasciato spazio alla rassegnazione. Non è propriamente un buon segno.

CARTELLINO ARANCIONE

Categoria: Serie C