Federbet, Baranca: “Ecco quante partite di Lega Pro sono sospette. I calciatori italiani truccano match all’estero. Scommesse? Tutti puritani ma poi…”
Il “veggente” tende la mano al calcio italiano. Francesco Baranca, segretario generale della Federbet, ritorna volentieri a discutere su TuttoLegaPro.com di calcioscommesse, dopo l’intervista di un mese fa che sollevò un polverone e che fu seguita dall’inchiesta della Procura di Catanzaro che ha riempito tutti i giornali in questi ultimi giorni. Con una buona notizia: secondo l’esperto, infatti, la Lega Pro può essere ripulita.
Scandalo intercettazioni e calcioscommesse. Qual è il tuo pensiero?
“In Italia siamo fantastici ad amplificare gli opposti. Finché tutto tace, il primo che dice che sta succedendo qualcosa si becca del ciarlatano nella migliore delle ipotesi, quando poi arriva il primo spiffero, tutti a parlare di tempesta. Magari un po’ di coraggio all’inizio non avrebbe fatto male. Era impossibile non accorgersi che stesse succedendo qualcosa. Per capirlo bisognava osservare, di determinati match, le quote prima e le immagini poi.
Adesso abbiam l’ennesima volta la possibilità di cambiare. Mi sembra di rivivere i giorni dopo Cremona: tutti a dire che questo calcio fa schifo, che è troppo sporco, tutti diventano esperti dicendo “ah si me n’ero accorto”. E allora perché non l’avete detto? Ora le stesse società che se la prendono perché devono giocare contro squadre implicate nella vicenda che argomentazioni hanno? Hanno fatto prevenzione? Hanno mosso il dito in precedenza? Se tutti sapevano che vi erano certe situazioni strane perché non le hanno denunciate? E alzo la posta in gioco, rivolgendo una domanda a tutti i club: qualcuno di voi è sicuro che tra i propri giocatori non vi sia nessuno che abbia pensato o agito in maniera sbagliata?”
Come pensi si possa risolvere il problema?
“Sono convinto che per eliminare il fenomeno alla radice basterebbe inserire una piccola postilla al momento dell’iscrizione al campionato: rendere obbligatorio il controllo dell’integrità di ogni club. Così isoli le mele marce in partenza. Lo ha fatto la Spagna: dal prossimo campionato ogni società dovrà dimostrare di avere un controllo su tutti i dipendenti, dal direttore generale al custode del campo. Le soluzioni al problema esistono, bisogna trovare la voglia di attuarle.
Perché, per una volta, non facciamo gestire la cosa a chi ne ha le competenze? Perché davvero non coinvolgiamo i club? Non mi sento di accusare nessuno perché non credo, ad esempio, che ci sia stato dolo nelle parole di Macalli. Il problema attuale è una mancanza di conoscenza nel mercato di prevenzione del calcioscommesse.
Noi potremmo cavalcare la questione ma non lo facciamo perché vogliamo dimostrare che si può fare qualcosa di diverso. Ad esempio modificando quella stramba situazione esistente che porta a creder tutti che chi fa l’organo dell’accusa possa essere anche l’organo della difesa: le società sono convinte che SportRadar lavori per loro ma è tutto il contrario, poiché lavora per le leghe”.
Riguardo gli ultimi match sotto inchiesta, su quanti avevate sentore di combine?
“Quattro partite coincidono tra la nostra denuncia e il lavoro della Procura di Catanzaro. In realtà noi avevamo inserito solo le partite più eclatanti: vi sono altri match che non abbiamo segnalato ma che avevamo attenzionato per l’andamento delle quote sospette e che si ritrovano fra le carte dell’inchiesta. Altre gare ancora, invece, non sono state monitorate perché in Italia non si potevano scommettere. Noi, insieme ai nostri dati, siamo a disposizione della giustizia italiana.
Al momento il nostro contatto continua a essere la Procura di Busto Arsizio, poiché è lì che abbiam presentato denuncia dal momento che “casualmente” (ride NdR) c’eravamo accorti che qualcosa non andava in casa Pro Patria. Aspettiamo di essere chiamati, non escludiamo di costituirci parte civile in un eventuale processo. Ho comunque apprezzato molto la competenza del procuratore di Catanzaro che con prudenza e presupposti nuovi sta cercando di capire cosa sia successo nel mondo del calcio”.
Ti aspettavi fosse coinvolta anche la malavita organizzata?
“Non mi aspettavo che ci fosse la ‘ndrangheta dietro. Ma posso dire che ho altri dubbi investigativi soprattutto su quella zona perché sono convinto che da lì siano partiti calciatori verso il resto dell’Europa per truccare partite, esportando l’arte del match fixing. E lo dico sempre osservando i numeri”.
Intanto diversi arrestati della prima ora sono già liberi. Troppo polverone mediatico per niente?
“Non entro nel merito delle esigenze cautelari ma sarei più cauto: la reiterazione del reato, il pericolo di fuga e l’inquinamento delle prove sono i tre fattori che incidono sulla carcerazione preventiva. Il primo caso non sussiste perché il campionato è finito e gare da truccare non ve ne sono più, con i domiciliari risolvi il secondo punto mentre sul terzo ormai è fatta: quel che sei riuscito a trovare durante le perquisizioni ti aiuterà molto, tutto il resto sarà già stato distrutto. Quindi l’aver rilasciato diversi soggetti non significa che si sia chiusa la vicenda, anche perché il quadro accusatorio non mi sembra leggerissimo, tra intercettazioni e confessioni”.
In settimana la FIGC ha archiviato il procedimento aperto sul flusso anomalo di scommesse nella gara Pro Patria-Pavia. Che significa?
“Che con gli atti della giustizia ordinaria potrebbero essere riaperti anche fascicoli vecchi, come ad esempio quello riguardante tale match.In questo caso l’archiviazione della giustizia sportiva potrebbe essere legate ai dati ricevuti solamente da SportRadar che non segnalavano nulla di sospetto. Mi chiedo come si possa dire che non sia successo niente in una partita in cui le quote si muovono del 200 %. E’ la partita più clamorosa osservando i numeri, al punto che fu la goccia che fece traboccare il nostro vaso e ci spinse a presentar denuncia”.
Quale percentuale di partite è sospetta per te in questa stagione in la Lega Pro?
“Il tentativo o la combine vera e propria o il fatto che non vi fosse più fiducia di quotare certe partite per la paura che potesse accadere qualcosa di illecito ha inciso sul campionato per il 5%, una cifra grossissima. Non aver quotato le ultime tre giornate fa capire come gli addetti ai lavori fossero impauriti. Già al termine del campionato passato vi erano stati degli episodi strani, mentre in questa stagione già nei preliminari di Coppa Italia e nelle primissime giornate avevamo notato movimenti particolari e andamenti di quote molto sospetti. Attenzione, non tutti i crolli delle quote sono circoscrivibili a tentativi di combine e per questo dalle nostre denunce abbiam escluso quelle gare in cui le informazioni palesi, come le tante squalifiche o un particolare tipo di clima, avevano portato a movimentazioni non usuali dei numeri”.
Il presidente del CONI Malagò si è chiesto come mai si potesse scommettere su Lega Pro e Serie D…
“Ora fanno tutti i puritani però nessuno ricorda che molte squadre, e anche la Lega di Serie B, sono sponsorizzate da bookmakers. Fa comodo tirar fuori l’argomento solo quando le agenzie devono tirar fuori i soldi. Le scommesse, inoltre, non sono motivo completo di malessere perché portano un indotto anche a livello di interesse: tanti appassionati seguono una gara perché ci hanno puntato sopra.
Non demonizziamo la scommessa: tutte le serie minori dei grandi campionati europei sono quotate e non vedo questo stillicidio di match fixing. Inoltre il discorso di eliminare le scommesse su una determinata squadra o un determinato campionato è utopico: la legislazione italiana è competente sul nostro territorio, non su quello asiatico o africano. All’estero, quindi, certe gare vietate da noi potrebbero essere quotate tranquillamente
Io posso anche condividere che ci sia un meccanismo che consenta alla Lega Pro e alla LND di guadagnare qualcosa dai bookmakers perché si quotano le loro partite. Ma questo mi andrà bene solo quando queste leghe saranno completamente pulite.
Tantissimi anni fa avevamo proposto un’idea per me interessante, naturalmente subito scartata: noi mettiamo sul piatto una cifra che deve essere divisa dalle società in base al numero di punti in classifica. Una sorta di bonus che permetterebbe di avere partite combattute fino all’ultima gara di campionato: immaginate una squadra senza più obiettivi che con tre punti in più in classifica può ottenere un assegno più consistente. Pensate che si farebbe sconfiggere facilmente dall’avversaria in cerca di punti salvezza? Credo che fisiologicamente il numero di combine diminuirebbe”.
Sempre Malagò annuncia che non esisteranno più dirigenti condannati nel calcio…
“E’ una buona notizia ma dobbiam far luce su un equivoco mostruoso: i dirigenti possono truccare tutte le partite che vogliono ma non scendono mai in campo. Gli unici soggetti che possono fisicamente interferire in un match, decidendone le sorti, sono arbitri e giocatori. I presidenti, i diggì e i diesse non scendono in campo”.
Quante persone servono per truccare una partita?
“L’equazione della truffa è questa: il movimento di quota è proporzionato alla sicurezza dell’informazione, a sua volta correlata al numero di giocatori che sono d’accordo nel mettere in atto l’elemento manipolativo. Più ve ne sono e più si ha la certezza che la partita andrà nel verso voluto. Molto dipende anche dal tipo di risultato che si vuole ottenere: per un over bastano un portiere e un paio di difensori, per le scommesse live servono molti attori da ambo le parti”.
Ma quindi rispetto all’inchiesta di Cremona cos’è cambiato?
“Molto poco. Chi ha veramente deciso che bisognava fare qualcosa di concreto è stato il Novara: con i piemontesi, insieme all’avvocato Di Cintio, abbiam deciso di introdurre un metodo nuovo. C’è una sentenza, passata sottotraccia: gli azzurri hanno avuto uno sconto di 9 punti, poiché siam riusciti a spezzare il legame tra l’articolo 1, sulla lealtà sportiva, e la responsabilità oggettiva, evitando al club di subire sanzioni per gli illeciti dei suoi tesserati.
Il club non ha negato che qualcuno dei suoi giocatori avesse combinato qualcosa di errato, ma si è impegnata a denunciare preventivamente qualsiasi sospetto utilizzando i numeri. Come? Se Federbet segnala loro movimenti sospetti nelle quote e nelle cifre scommesse, la società sporge subito denuncia alle autorità competenti. Così ottieni due risultati: da un lato i tesserati che hanno idee balzane magari ci ripensano, sapendo di essere sotto esame, dall’altro se accade qualcosa il club dorme sonni tranquilli”.
Eppure per questo esiste già SportRadar…
“Le società, come detto prima, pagano un servizio che non è fatto per loro ma per la federazione. Io non vado a dire alla Federcalcio 4-5 mesi dopo quello che è successo. Io ogni giorno analizzo dati e mostro i relativi report alle squadre, in modo che appena vi è un’anomalia faccio una comunicazione che viene inoltrata alle autorità competenti.
Ma vale anche il discorso opposto. Mettiamo caso che una società di Serie C tra quelle implicate avesse avuto un rapporto con Federbet e che nella gara sotto esame noi non avessimo scoperto nulla di anomalo. A quest’ora la società avrebbe la possibilità, insieme ai suoi tesserati, di potersi difendere utilizzando tali dati. Noi non siamo solo il poliziotto cattivo, possiam diventare anche l’avvocato buono.
Questo voglio dire alle società che si indignano: fate seguire i fatti alle parole, avete l’occasione di ottenere una prevenzione totale. Noi, ad esempio, da contratto controlliamo anche i circuiti esteri minori: se 400 bookmakers quoteranno una partita noi monitoreremo i flussi di tutti e 400”.
Qualcuno potrebbe obiettare che voi siete parte interessata in causa e potreste trarne pubblicità gratuita…
“Penso che vi siano altre società che forniscono il nostro stesso servizio anche se bisogna riconoscerci una sorta di copyright nell’utilizzo dei nostri dati e della nostra prevenzione in sede di giustizia sportiva. In secondo luogo vorrei capire che pubblicità sarebbe andare a fare una denuncia rischiando eventuali ritorsioni. Inoltre credo sia un’enorme sciocchezza ritenere che chiediamo un sistema di prevenzione solo perché vogliam creare un sistema di monopolio. Se poi dobbiam stare in silenzio perché si pensa che noi vogliam farci pubblicità allora siam fuori dal mondo. Anche perché La società che doveva svolgere integrità in terza serie andava in giro per il mondo a dire che avevano ripulito la Lega Pro. Questo mi sembra uno spot, non il nostro modo di agire…”.
In chiusura spazio all’omessa denuncia. Vi sono tecnici e giocatori che rischiano una pena severa per non aver denunciato presunte combine. Ritieni tale istituto un vero deterrente?
“E’ un problema di carattere etico. Partiam dal fatto che a livello penale non è un reato, lo è a livello sportivo. Da un lato è un istituto che può avere un senso perché sprona i tesserati a dire cos’è successo, dall’altro lato diventa inutile se il giocatore ha paura di parlare perché pensa che verrà escluso dal mondo del calcio. E’ lo stesso problema della responsabilità oggettiva che può sembrare un istituto antiquato ma se non esistesse purtroppo il problema sarebbe ancora più grande.
Cerchiamo di utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione ma di utilizzarli bene, soprattutto adesso che la frode sportiva a livello penale può portare fino a 9 anni di reclusione”.