Kamara-Catanzaro, divorzio? “Costa tanto, non possiamo più pagarlo”
Quella che Joe Diomansy Kamara sta vivendo a Catanzaro è una situazione particolare. Arrivato a fine luglio come il colpo da novanta di una squadra che puntava alla promozione, le cose sono rapidamente cambiate. Le Aquile sono ottave, a sei punti dal quarto posto, l’attaccante senegalese non sta trascinando la squadra come ci si aspettava e il presidente Cosentino ha recentemente affermato: “Kamara ha uno stipendio da serie A. Non posso più pagarlo, mi auguro trovi un’altra squadra. Spero che per il bene del Catanzaro capisca la situazione. Sono assolutamente pentito di averlo preso. Se rimane andremo in difficoltà, è un grande problema. Se ama tanto il Catanzaro penso debba agire di conseguenza“. Il 34enne ha risposto in una lunga intervista rilasciata a CatanzaroTv.it.
“Le responsabilità di quest’inizio di stagione sono di tutti, anche mie“, ha esordito. “Purtroppo mi sono fatto male nonostante negli ultimi tre anni non mi fossi mai infortunato. Un dolore alla caviglia che mi porto ancora dietro, ma nonostante questo ho segnato quattro gol. Però il bilancio non soddisfacente ed il primo ad essere arrabbiato con me stesso sono io. E come squadra non abbiamo mai giocato qualche partita consecutiva con gli stessi undici titolari, a causa degli infortuni“. Riguardo alla situazione del club, Kamara da una parte concorda col Presidente, soprattutto in merito alle risposte ottenute dalla piazza, ma dall’altra si dimostra molto infastidito dal messaggio che Cosentino ha voluto lanciargli: “Quindici anni fa allo stadio c’erano 6/8.000 persone, minimo. Cosentino ha fatto uno sforzo economico importantissimo per riportarmi qui, eppure ci sono stati meno abbonamenti dell’anno scorso. Sugli ultras non posso dire niente, ma per il resto dov’è tutta quella gente che ama il Catanzaro? Però sono un po’ incazzato per le dichiarazioni del presidente. Se uno è bravo e ha fatto una grande carriera, costa. Mi hanno offerto uno stipendio da giocatore di Serie A perché lo sono. So di non aver reso quanto potevo, me ne prendo le colpe, ma non mi si può mancare di rispetto e non si può mandare tutto all’aria dopo quattro mesi. Mi hanno chiamato altre squadre ma io non voglio andar via“. Qualcuno si aspetta che Kamara si riduca l’ingaggio per amore del club: “Ma quante volte devo dimostrare di amare il Catanzaro?“, si chiede il senegalese. “Io non avrei mai, mai rimesso piede in Lega Pro se non fosse stato per i giallorossi. Ho fatto anche un sacrificio umano, cambiando la vita mia e della mia famiglia. Mi hanno promesso che in due anni avremmo provato ad andare in Serie B, non che dopo quattro mesi se le cose non fossero andate bene non mi avrebbero più pagato“.
E l’attaccante giallorosso non lesina considerazioni taglienti sulla situazione trovata in Calabria: “Non ho riconosciuto il Catanzaro che conoscevo io. Sto vedendo cose mai viste neanche nei dilettanti. Una volta siamo arrivati al Ceravolo prima di una partita importante e mancavano i palloni: li abbiamo attesi 40 minuti. In palestra non c’è la cyclette. La campagna abbonamenti è stata sbagliata, a livello di marketing. Ci vuole un direttore generale, manca un organigramma ben strutturato. Lo stadio non è pronto da quattro anni: perché? E perché Cosentino è stato lasciato da solo?“ Infine, qualche considerazione sul futuro prossimo: “Non sarà facile raggiungere i playoff ma penso che possiamo iniziare anche a programmare l’anno prossimo. Puntare solo sui ragazzi secondo me è la scelta sbagliata, perché non ci sono infrastrutture per loro. A volte le nostre giovanili si sono allenate per strada. Inoltre i ragazzi non hanno più fame, né l’attitudine al sacrificio. Ora voglio capire che progetti ha Cosentino. Comunque vada sono stato felice di tornare qui, ora Dio deciderà come andrà a finire“.