E’ stato inadeguata la preparazione alla partita piu’ importante del campionato, è stato inadeguato l’atteggiamento mentale della squadra, è stato inadeguata la prestazione e assolutamente inadeguato (ma giusto e meritato), in ottica classifica, il risultato. Infine a coronare la giornata deludente sotto ogni aspetto sono arrivate le dichiarazioni inadeguate per la circostanza di mister Padalino “La sconfitta ci puo’ stare”.
Non doveva starci una sconfitta soprattutto maturata in quel modo elementare e arrendevole. Senza grinta, senza motivazioni, senza testa e senza logica tattica. Ecco come il tecnico del Lecce ha perso la partita contro un Foggia da applausi che merita il primo posto e lo ha scritto a caratteri cubitali, gli stessi caratteri usati dai tifosi lanciando un messaggio a Padalino al rientro dalla trasferta. I dauni avevano il sangue nelle vene e agli occhi, tanto osannato da scriverlo sulle maglie del Lecce, i giallorossi nelle vene avevano semplice acqua. Ecco la vera differenza. Padalino ha sbagliato la formazione iniziale, il suo credo calcistico mai snaturato alla ricerca dell’imprevedibilità, ha consegnato la squadra nelle mani, meglio dire nelle grinfie dell’avversario.
Non c’è stato neppure il carattere e la determinazione dei giocatori a celare i limiti e le lacune tattiche di una squadra con il temperamento lasciato negli spogliatoi. Mentalità, gioco, carattere… non c’è stato niente. Un fallimento sotto ogni aspetto. Nel match piu’ importante il Lecce ha prodotto il minimo storico dall’inizio del campionato. Appena quattro conclusioni in porta ( tra cui due quasi passaggi al portiere) contro le sette del Foggia all’indirizzo di Perucchini (tre gol e una traversa). Imbarazzante anche l’esito delle azioni che la squadra di Padalino ha cercato di costruire (5 in tutto) quattro a sinistra e una sola a destra. Un numero elevato di palloni persi malamente e tanti errori di misura con un minimo comune denominatore, la mancanza assoluta di idee e lucidità. Il Foggia ha riconquistato invece tantissimi palloni gestiti male, segnale evidente di un approccio mentale diametralmente contrapposto.
Mister Padalino non è riuscito neppure a leggere la partita in corso d’opera, non è riuscito a studiare correttivi. Il suo centrocampo lento e macchinoso non è mai stato incisivo nella fase offensiva (di fatto inesistente), mai stato di supporto nella fase difensiva (tantissimi gli inserimenti dei centrocampisti avversari con due calci di punizione dal limite concessi nei primi sette minuti di gioco) e mai presente nella fase di transizione. Il Foggia non ha concesso nulla ad un Lecce compassato e arrendevole che ha puntato per una parte di primo tempo a giocare sulle ripartenze (?) affidate al solo Caturano sempre piu’ solo in avanti. I giallorossi non hanno mai trovato la profondità, concedendola invece ben nove volte al Foggia che soprattutto sul versante di Agostinone ha giocato come il gatto fa con il topo. E’ sembrato un Lecce impreparato e con enormi difficoltà a leggere i tempi di inserimento dei foggiani che hanno letteralmente passeggiato tra le maglie difensive giallorosse facendo il bello e il cattivo tempo a proprio piacimento. Tutto cio’ è stato ben chiaro da subito eppure non si è vista neppure la volontà di cambiare qualcosa per raddrizzare il match. Una variazione, una soluzione tattica alternativa (passare al 4-4-2) per tamponare la forza avversaria, un cambio anticipato… mister Padalino è sembrato piu’ in confusione dei suoi giocatori.
Il Lecce non è stato squadra, il Foggia sì! ll Foggia ha sviluppato gioco da squadra (i gol portano la firma di un difensore, un centrocampista e un attaccante), il Lecce sviluppato solo improvvisazione, tanto che nel secondo tempo non c’è stato nessun tiro in porta. Ecco la reazione del Lecce… cercare disperatamente di non subire oltremodo. Evenienza che non si è verificata probabilmente per un Foggia che non ha voluto infierire vedendo un avversario in totale difficoltà. Tutte quelle frasi “Incidente di percorso”, “mancano ancora molte giornate”, per ultimo “la sconfitta ci poteva stare” assumono adesso una connotazione ben chiara che rimandano a responsabilità altrettanto chiare.
Il gran lavoro della società nell’assecondare richieste ed esigenze, ha perso consistenza e rischia di essere messo in discussione da scelte di difficile interpretazione. Restano ancora poche gare e un gap importante da colmare (impresa difficilissima che solo la matematica dice possibile) ma ancor piu’ resta da non perdere la testa. Infine si dia merito al Foggia per il calcio espresso e per il primo posto occupato ad oggi.
Fonte: www.pianetalecce.it