Macalli non deve subire l’onta della bocciatura. Si dimetta
Tavecchio abbrevi i termini, aiuti la giustizia sportiva a fare il suo corso. Il blocco dei ripescaggi? E’ sufficiente il “fondo perduto”.
Macalli non deve subire l’onta della bocciatura. Si dimetta. Tavecchio abbrevi i termini, aiuti la giustizia sportiva a fare il suo corso. Il blocco dei ripescaggi? E’ sufficiente il “fondo perduto”
L’uomo. Quando un uomo è grande lo si riconosce nelle sconfitte. Nelle sue sconfitte. Il 30 giugno è alle porte. Mario Macalli sta rimanendo inghiottito dalle grandi fauci di quel tritatutto che, nell’ ultimo anno, è diventata la Lega Pro. Purtroppo per lui, non se ne vuole rendere conto. Una situazione, ineluttabile, che non riesce a digerire.
Macalli parla, scrive ed agisce, come da lui stesso asserito, da contadino cremasco. Confonde, rispondendo a Gabriele Gravina, la civiltà/dinastia Ming con il generale Ming. Una pessima “svista”, da disinformato, chepotrebbe essere perdonata ad un contadino cremasco, appunto, mai al vice presidente della Federcalcio. Una brutta figura, non condivisibile a certi livelli. Per lui, rifugiarsi nell’ istituto delle dimissioni, non suonerebbeaffatto come offesa, allo stato attuale. Per come si sono indirizzati gli eventi gioverebbe anche alla sua salute e ne guadagnerebbero, di certo, la Lega Pro ed il calcio italiano.
Esempi? Basta guardare cosa ha combinato Lotito ai club di Lega Pro. Per le decisioni da questi suggerite e successivamente assunte, Mario Macallisarà ricordato come il presidente della terza serie che avrà consegnato un campionato zoppo. Perché con i ripescaggi a 500mila di “fondo perduto”,si iscriveranno in pochi. Nessuno, si potrebbe ipotizzare. Sarà un fallimento! Sarà anche ricordato, Macalli, per il presidente che è stato beffatto da Lotito ed Abodi.
La serie A e quella di B subiranno tagli per la riduzione degli organici, ma per i loro club troveranno spazi in Lega Pro. La seria A (Lotito/Beretta),per quanto sopra, gratificherà Abodi con sostanziose risorse economiche. Per la Lega Pro non ci sarà nessun contributo. Assolutamente nulla. Proprio un bel risultato.
Per non parlare di tutti quei presidenti che lo avevano votato (Macalli) e che ora si sentono traditi. Quelli ai quali il “magno” Claudio, martellante nei contatti, aveva promesso aiuti di svariato tipo e che ora si trovano davanti ad un muro che non riescono più a scalare.
A Macalli, suggeriamo un consiglio. Prima di subire la cocente sconfitta sul bilancio (risulterebbe che la Società Metodo, incaricata per la certificazione, avrebbe riconosciuto le ragioni messe su tavolo da Ghirelli) e prima che la Procura Federale lo deferisca nuovamente in conseguenza del dossier, dello stesso Ghirelli, rassegni le dimissioni.
Un atto che consentirà alla Lega Pro di sedersi nuovamente al tavolo della Figc, per trattare sulle riforme e consentirà a quei presidenti di poter tornare ad esercitare il loro ruolo. Con dignità. Come è nel loro diritto.
La lega di terza serie, nell’ ultimo anno, ha subito un collasso in tutti i campi. Aveva posto in essere, per prima, la riforma dei campionati ed ora nessuno lo considera. Quella delega di rappresentanza, affidata a Lotito, è risultata penalizzante. Sino all’ ONU si parlava della lotta per un calcio pulito. Era divenuta la Lega dei valori. Nell’ ultima stagione sono stati allentati i controlli e, come appare agli occhi di tutti, il campionato è statosconvolto. Lo si evidenziano i punti di penalizzazione. Nel 2013/14 erano appena una decina, nella stagione da poco conclusa sono tornati ad un livello di guardia.
Macalli paga dazio anche per l’ allontanamento di Ghirelli. Quel licenziamento, alla luce di quanto accaduto nel recente passato, ha assunto i connotati di un errore imperdonabile. Effettivamente da quel giorno fatidico ne sono state azzeccate veramente poche.
Si dimetta, allora. Consenta alla Lega Pro di tornare in carreggiata. Sarebbe un gesto intelligente degno dei suoi trascorsi. Degno di una persona capace. Da contadino cremasco, come lui stesso ama definirsi. Il riposo gli consentirebbe di verificare tante situazioni. Non ultima quellache la corte dei miracoli , che lo ha circondato, non ha mai avuto il coraggio di dirgli in faccia la verità. In tal modo non rendendogli mai un buon servigio.
Molti, a torto, rimproverano il Procuratore Federale Palazzi ed il suo staffper la manifesta “lentezza” nelle indagini. Per permettere alla giustizia sportiva di completare il percorso in tutti i gradi di giudizio si ipotizza il rinvio dell’inizio dei campionati. L’ accumulo di lavoro, causato dal polverone alzato dal calcio scommesse, dilata senza dubbio i tempi dedicati alle procedure. La possibilità, poi, di essere sentiti, concessa agli indagati per illecito sportivo, esaspera i contorni. Infinite le possibilità delrinvio all’ ultimo momento. Certificati medici ed indisponibilità diverse piovono sulle scrivanie della Procura Federale. Quando non accade, come nel caso del procedimento riguardante il Matera, andato recentemente a giudizio, che la competente Procura della Repubblica conceda l’ accesso agli atti, agli 007 federali, a distanza di un anno dal tentativo di illecito.
Il lavoro è tanto. La pentola in ebollizione rischia di traboccare e provocare ulteriori danni. Tavecchio ha la possibilità di porvi rimedio inun modo semplicissimo. Abbreviando tutti i termini. Sarebbe il giusto provvedimento. Indispensabile. Se si desidera veramente fare giustizia epulizia.
L’ Aic ha avuto un rigurgito. Ha votato, allineandosi con la Lega Pro, contro il blocco dei ripescaggi. Ha però accettato supinamente, dietrovacue promesse di denaro la cui concretezza è tutta da verificare, la “tangente” imposta, da altre componenti del consiglio federale, sui ripescaggi. E’ stato come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Nel frattempo il gruppo dei disoccupati si sta già infoltendo. La Lega Pro a 60 squadre sarà un miraggio già da quest’anno. Avremo modo di riparlarne.
Le riforme? Ha sempre ragione il “magno” Claudio. Che fretta c’è!