Melfi, pres. Maglione: “Domenica si è fermato il sangue nelle vene. L’indifferenza delle istituzioni fa male, e sul futuro…”
Bel gioco, giovani, progettualità. Tre caratteristiche o parole che nel calcio troppo spesso vengono abusate. Ma esiste un posto paradisiaco, quasi bucolico, dove queste tre componenti si fondono in un mix micidiale che ha il sapore di miracolo calcistico. Parliamo della realtà Melfi. I gialloverdi con la vittoria di domenica sul Lecce hanno conquistato tre punti fondamentali, ed ora la salvezza pare cosa fatta. Per parlare di questo e del futuro del club federiciano, la redazione di TuttoLegaPro.com ha contattato in esclusiva il presidente del Melfi, Giuseppe Maglione. Ecco le sue dichiarazioni ai nostri taccuini.
Presidente complimenti per la stagione e per la vittoria contro il Lecce. Quali sono le sue sensazioni dopo aver battuto una compagine così blasonata?
“Sicuramente vedere il Lecce giocare fino a qualche anno fa contro la Juventus, e vederlo domenica al Valerio è un qualcosa che fa fermare il sangue nelle vene. I salentini rimangono sempre una squadra blasonata, hanno una rosa importante con calciatori di categoria superiore. Sinceramente, però, domenica non ho visto tutta questa differenza. La nostra squadra ha una media di quasi 22 anni e ha ben figurato. Il Melfi è una perfetta unione tra squadra, staff tecnico, dirigenza ed ambiente. Con umiltà, abnegazione, gioco di squadra stiamo dimostrando che con poco si può fare tanto”.
La salvezza sembra ormai acquisita. State già lavorando in vista della prossima stagione, o comunque avete già qualche idea in mente?
“E’ chiaro che le realtà piccole come la nostra devono vivere alla giornata. Ora ci stiamo godendo questo bel momento con una salvezza quasi matematica. Ricordo che in questo momento nel mondo calcio si sta vivendo un momento delicato, tanti centri sono in difficoltà. Secondo me si devono riguardare un po’ i vari criteri di ammissione, ad ora molto selettivi. Faremo di tutto affinché questo sogno continui, ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Forse siamo considerati maggiormente fuori la nostra regione che all’interno. L’indifferenza delle istituzioni locali e regionali fa male. Il calcio per una comunità piccola come la nostra è un fenomeno sociale, culturale e di aggregazione: è una scuola di vita”.
Uno dei grandi artefici di questa stagione è mister Bitetto. Si ripartirà da lui il prossimo anno o è ancora presto per parlarne?
“Sicuramente è ancora presto, ma posso dire che anche quest’anno mister Bitetto ha fatto un lavoro straordinario. Sa lavorare con i giovani e sa dare grandi motivazioni. Per avere i contributi per quanto riguarda la valorizzazione dei giovani, noi ogni anno siamo costretti a smantellare la rosa e rifondare il tutto da capo. Per un allenatore non è facile, ma mister Bitetto ci conosce e si adatta alla grande. Ripeto, ha fatto quest’anno un campionato splendido e potrebbero esserci per lui anche chiamate da società più prestigiose. Comunque il discorso non è stato ancora imbastito”.
A proposito di talenti. In avanti il trio delle meraviglie Tortori-Caturano-Fella ha fatto impazzire tutte le retroguardie del girone...
“Caturano ha fatto un grandissimo campionato: con sedici reti all’attivo è in lotta per lo scettro di capocannoniere del girone con Eusepi visto che mancano ancora quattro giornate al termine. Questo ragazzo ha doti importanti, e forse si era un po’ perso ma credo non per colpa sua. Ci sono tante squadre di serie B che lo stavano visionando, e credo sia giusto per lui il salto di categoria. Tortori e Fella hanno fatto meno gol, ma sono seconde punte che creano spazi e che nel loro ruolo fanno la differenza. Io credo che anche loro meritino categorie più prestigiose, anche se è ancora tutto da decidere”.