Pagni: “Tour de force ripresa? Ecco la ricetta Viterbese”
Dovesse ripartire il campionato, un po’ in tutte le categorie, il problema sarebbe recuperare un gran numero di partite in un lasso di tempo ristretto di modo da chiudere la stagione al 20 agosto. E’ in vista quindi un tour de force alla ripresa che potrebbe obbligare a giocare anche qualche turno infrasettimanale non preventivato. Come riuscirci? Una possibile ricetta viene dalla Viterbese che nella scorsa stagione, tra il 23 gennaio e il 5 maggio, ha dovuto affrontare ben 29 gare in 102 giorni: una media di una partita ogni 3 giorni e mezzo, culminata con la conquista per i laziali della Coppa Italia Serie C. I microfoni di TuttoC.com hanno quindi intercettato l’ex direttore sportivo gialloblù Danilo Pagni che ci ha raccontato come è riuscita l’impresa della Viterbese. Dal lungo ed articolato curriculum, dipanatosi dalla prima categoria alla Serie A, Pagni – che è stato recentemente anche dirigente della Ternana e vanta esperienze al ChievoVerona e al Milan – ha poi virato su una analisi della situazione attuale del calcio italiano.
Direttore, se si ripartirà si dovrà affrontare un inevitabile tour de force.
“Premesso che a mio avviso in Serie C non ci sono i presupposti per soddisfare i protocolli. Al di là del grande impegno delle istituzioni e i professionisti della Lega ci hanno messo, mi sembra una situazione un po’ surreale quella che sta vivendo la terza serie. Ma qualora si dovesse arrivare a riprendere a giocare, credo non si possa non fare riferimento alla cavalcata della Viterbese“.
Lo scorso anno, pur partendo da presupposti diversi dall’attuale emergenza sanitaria, i gialloblù si sono trovati di fronte alla disputa di una gara ogni 3,5 giorni: quale il segreto per poter affrontare questa media incredibile di impegni?
“Ci allenavamo a Grotte di Castro, il paese del patron Camilli e giocavamo a Viterbo. Abbiamo fatte doppie trasferte, trasferimenti in aereo, pullman societari, abbiamo allungato i ritiri: da un punto di vista logistico, tra alberghi, campi di allenamento e supporti vari la proprietà non ci ha mai fatto mancare nulla. Il tutto è stato coordinato da me, dal team manager e dal direttore generale grazie alla grande disponibilità della società. Da un punto di vista fisico, inoltre, avevamo due preparatori, un nutrizionista affiancato da un medico dello sport, tre fisioterapisti, oltre a tre medici sociali e ci siamo infine avvalsi della consulenza del professor Ferretti, del professor Meli (ora alla Lazio) e della Clinica Sanatrix. Abbiamo costituito un pool di lavoro di altissimo livello, oltre al match analyst che aiutava nella preparazione delle partite da un punto di vista tecnico“.
E i frutti si sono visti: la Viterbese è riuscita a mettere in bacheca la Coppa Italia Serie C, battendo in finale il Monza targato Berlusconi-Galliani.
“Abbiamo fatto una cavalcata vincente conquistando la Coppa, ma poi abbiamo pagato purtroppo dazio nella doppia sfida playoff contro l’Arezzo, arrivando scarichi: in realtà quella in casa dei toscani è stata una gara basata sugli episodi, dove abbiamo sbagliato nei primi 20 minuti. Resta comunque un trend incredibile, basato sulla costruzione di un impianto organizzativo altamente professionale: ci allenavamo poco, ma avevamo il giusto mix di giovani ed esperti, inoltre siamo riusciti a far esordire parecchi Berretti“.
Tornando all’attualità, si è detto a più riprese che il sistema calcio necessita di riforme.
“La Lega Pro è un sistema che da anni è in grandissima sofferenza. Solo attraverso grandi aiuti finanziari, in primis da parte della Serie A, avrà ragione di esistere ancora. Io dico che circolano troppe ipotesi di riforma – dalla C d’élite alla B con due gironi da 20 squadre, – ora bisogna solo salvare la stagione, attraverso criteri meritocratici attuabili. Questa è la priorità. Poi ci sarà da riscrivere le regole. Per ora però bisogna far sì che l’industria calcio riparta, anche se – lo ripeto – in Serie C non ci sono le condizioni per tornare in campo“.
Neppure per playoff e playout?
“A quel punto farei giocare anche la finale di Coppa Italia Serie C in sicurezza, tra Ternana e Juventus U23. Io non ho soluzioni a portata di mano, so che qualche scontento ci sarà sempre. Mi sento di dire solo che l’industria calcio deve ripartire e che la Lega Pro deve essere aiutata economicamente, attraverso interventi anche del Governo riguardanti la tassazione. Ribadisco: i presidenti vanno sostenuti dal Governo e dalla Federazione fattivamente“.
E nel futuro di Pagni cosa ci sarà?
“Mi ritengo fortunato perché questo periodo mi ha permesso di aggiornarmi. Ho avuto due colloqui: uno con un direttore generale e uno con un presidente, entrambi molto cordiali e proficui da ambo le parti. Resto in attesa. Sicuramente posso dire che tornerò in sella laddove ci saranno le giuste condizioni“.
Fonte: www.tuttoc.com