Salernitana, l’inchiesta calcio scommesse mette a rischio la B: “Aspettiamoci retrocessioni ed esclusioni”

Salernitana, l’inchiesta calcio scommesse mette a rischio la B: “Aspettiamoci retrocessioni ed esclusioni”

Anche i granata coinvolti nell’indagine di Catanzaro. Il club di Lotito farebbe parte del “livello superiore” cui mirava l’associazione a delinquere che aveva messo le mani sulla Lega Pro. L’esperto di diritto sportivo mette in guardia: si va dalla penalizzazione di uno o più punti, alla retrocessione all’ultimo posto o l’esclusione dal campionato di competenza.

Altre cinque partite sotto indagine, una decina tra calciatori e dirigenti che potrebbero presto finire nel registro degli indagati, e almeno tre nuove squadre, tra cui la Salernitana di Claudio Lotito appena promossa in serie B. L’inchiesta della Dda di Catanzaro punta dritta a quel «livello superiore» che, dicono gli inquirenti sulla base delle migliaia di intercettazioni, era il vero obiettivo dell’associazione che aveva messo le mani sulla Lega Pro. Al momento si tratta soltanto di un’ipotesi investigativa ma già nei prossimi giorni potrebbero esserci sviluppi. Fin qui la giustizia ordinaria, ma anche quella sportiva si è messa in moto. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha già chiesto l’acquisizione degli atti e si è messo subito al lavoro. E la sua inchiesta potrebbe cambiare la geografia dei prossimi campionati. «Le conseguenze per il sistema, che ora rischia di implodere, sono devastanti», spiega l’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, «Aspettiamoci un’ondata di retrocessioni, esclusioni e radiazioni». Insomma, la nuova inchiesta sul calcio scommesse mette un’ombra sulla promozione in serie B appena conquistata dalla Salernitana e festeggiata a Salerno.

“Se ci beccano ci arrestano”. Le perquisizioni “mirate” condotte ieri nei confronti dei fermati hanno infatti messo nelle mani dei poliziotti decine di smartphone e tablet che, ad una prima verifica, avrebbero fornito conferme alle tesi della Procura: le conversazioni su whatsApp, in particolare, sarebbero piene di indicazioni relative a partite combinate su cui giocare. Ma soprattutto, gli uomini della squadra mobile di Catanzaro e dello Sco avrebbero trovato dei “pizzini” contenenti le quote delle partite, i nomi di alcune squadre e le modalità con cui gli indagati effettuavano le scommesse per evitare di concentrare somme troppe elevate sulle singole partite. Una strategia che puntava ad impedire l’abbassamento della quota e ad allontanare i sospetti. In uno di questi foglietti c’era anche riportata una frase che non lascia dubbi: «se ci beccano ci arrestano».

Salernitana, Benevento e Ascoli. Le prossime settimane saranno cruciali per quella parte dell’inchiesta che si sviluppa attorno alle partite – almeno cinque – che sono emerse nelle intercettazioni ma che gli inquirenti hanno tenuto fuori dal fermo per fare i riscontri. Delle gare hanno infatti parlato alcuni degli indagati, dicendo di aver avuto notizie da soggetti terzi sulla possibilità di scommettere sugli incontri perché combinati. Si tratterebbe di almeno una decina di soggetti, tra cui calciatori e dirigenti, alcuni dei quali in contatto con i fermati. Almeno tre sarebbero invece le squadre su cui si sta soffermando l’attenzione: la Salernitana appunto ma anche il Benevento e l’Ascoli. Tutte in Lega Pro, la prima nel girone C vinto dalla Salernitana, la seconda nel girone B, entrambe hanno giocato e perso i play off per la serie B.

“Secondo me fanno certe insalate…”. Della Salernitana si parla in un passaggio del fermo. È una telefonata tra il vicepresidente e il ds “di fatto” del Brindisi Giorgio Flora e Savino Daleno in cui i due commentano gli anticipi della giornata di campionato. È il 13 dicembre 2014, la squadra granata ha perso 1-0 a Barletta (coinvolta nelle combine) e il Lecce ha perso in casa con il Martina Franca. «Hai visto – dice Flora – il Martina che ha vinto a Lecce?» «Davanti – risponde Daleno – Lecce, Salernitana …tutte hanno perso». E l’altro: «si lo so! incredibile eh?!?». «Quelli – prosegue Daleno – secondo me fanno certe insalate, fanno…». E Flora: si, incredibili…sono d’accordo con te!». Anche sul Benevento c’è un passaggio nel decreto di fermo, nel capitolo dedicato alla combine tra Torres e Pro Patria, incontro che finisce 4-0 permettendo così all’organizzazione, che aveva puntato sull’over 3,5, di incassare la vincita. Al telefono ci sono Fabio Di Lauro, al vertice dell’associazione che opera sulla Lega Pro, e un suo finanziatore, Diego De Palma. «Chiama subito in agenzia dai – dice Di Lauro – devi far giocare 200 euro…”uno” Santantarcangelo… “over tre e mezzo” di quella li… e “uno” del Benevento…però veloce…». La telefonata è del 10 gennaio: il giorno dopo le partite si giocano e il Benevento vince 2-0 in casa con l’Ischia mentre la Torres abbatte la Pro Patria, come da previsione. Santarcangelo-Lucchese, però, finisce 0-0.

 

“Conseguenze devastanti”. Ma cosa rischiano la Salernitana, le altre squadre ed i dirigenti coinvolti nell’inchiesta? Molto dipenderà dai capi d’imputazione, e dall’applicazione del concetto di responsabilità diretta e/o oggettiva. Secondo l’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, «le conseguenze per il sistema, che ora rischia di implodere, sono devastanti, questa indagine rispetto alle altre è condotta dall’Antimafia e questo la dice lunga sulla portata dell’inchiesta, con 1.267 pagine di atti quando l’altra inchiesta sul calcioscommesse, quella di Cremona, ne ha poche centinaia. I campionati minori sono fortemente a rischio, aspettiamoci un’ondata di retrocessioni, esclusioni e radiazioni. Tutto ciò certifica lo stato comatoso di campionati come Lega Pro e serie D. E fatemi anche dire che è stata una scelta folle, anche se non è dipesa dal mondo del calcio ma da chi voleva far aumentare le entrate dello Stato, quella di quotare e quindi “aprire” alle scommesse le partite del torneo di serie D, quindi di dilettanti, che così è stato esposto ad attacchi e virus letali che ne hanno eroso la credibilità».

Classifiche da riscrivere? Il nuovo codice di giustizia sportiva prevede per la responsabilità diretta di un club la retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza, e la non assegnazione o la revoca del titolo di campione nel caso la società in questione abbia vinto il torneo a cui ha partecipato. Di base c’è il concetto che l’idea è che le penalizzazioni debbano comunque essere «afflittive», ovvero incidere in maniera pesante sulla classifica e sui risultati ottenuti. In ogni caso, per ciò che riguarda la responsabilità oggettiva, viene prevista la possibilità di graduare la sanzione a seconda della gravità dei casi. Si va dalla penalizzazione di uno o più punti in classifica alla retrocessione all’ultimo posto o l’esclusione dal campionato di competenza. In base a tutto ciò, c’è il rischio di dover riscrivere le classifiche di qualche campionato. I dirigenti e i tesserati che vengano riconosciuti responsabili di questo reato sono soggetti a sanzioni che possono andare dall’inibizione alla squalifica minima di tre anni. È prevista anche la possibilità della radiazione. Più lievi le sanzioni per omessa denuncia: si rischiano pene pecuniarie o, nel caso di calciatori e tecnico, di stop per alcuni mesi.

Palazzi chiede gli atti alla procura di Catanzaro. Nel frattempo si giocano playoff e playout con la presenza di alcuni dei club coinvolti, come dire ulteriori complicazioni per il processo della giustizia targata Figc. Il lavoro che attende Stefano Palazzi, il quale ha già chiesto gli atti alla procura di Catanzaro, è immane, ma il procuratore federale non può sentire chi è stato arrestato o si trova ai domiciliari. Logico che si tratti di una volata contro il tempo, perché i processi sportivi vanno conclusi entro fine luglio, ovvero prima che vengano fatti i calendari e i gironi, altrimenti l’inizio dei campionati di serie D, Lega Pro e, nel caso della Salernitana, serie B rischia di slittare.

Fonte: www.lacittadisalerno.gelocal.it

Categoria: Serie C