Vigor Lamezia, Erra: “Ci mancano pochi punti alla salvezza, poi…”

La sorpresa del campionato di Lega Pro girone C è sicuramente la Vigor Lamezia, squadra di una realtà importante calabrese come Lamezia Terme che conta settantamila abitanti, ma è soprattutto un organico giovane che è ormai a pochi punti dalla salvezza matematica. L’allenatore è Alessandro Erra, che ha dimostrato di poter ottenere buoni risultati anche con un budget non elevatissimo, e tra i suoi migliori calciatori a disposizione figurano Del Sante e Montella, oggi tra i più richiesti sul mercato. Anche lo stesso mister può ricevere richieste da altri club in ottica mercato, ma da parte di Erra la priorità è verso la Vigor. C’è stato un lungo periodo nella fase centrale della stagione di Lega Pro in cui la squadra non vinceva, eppure è rimasto in sella grazie alla lungimiranza oltre alla pazienza della proprietà, ma dopo la salvezza la prospettiva autentica è per il Lamezia la qualificazione alla prossima Tim Cup: viene ammessa alla Coppa Italia anche la nona classificata, ma come ha detto Erra a TuttoLega.Pro.com, c’è da fare un passo alla volta. “Sicuramente il dato sulla mia conferma dall’inizio della stagione è un dato importante – commenta Erra – anche perché gli esoneri e le dimissioni possono essere frequenti: nei momenti di difficoltà esonerare l’allenatore è la cosa più semplice che si possa fare, una cultura che in Italia secondo me sarebbe da modificare. L’ultimo caso recente sono le dimissioni di Pillon da tecnico del Pisa, e mi dispiace per lui che era stato un mio allenatore. Quando fui presentato a maggio dissi alla società e ai tifosi che bisognava concedermi tempo, perché solo col tempo si sarebbe portato a casa il risultato”.

E la società è stata abbastanza paziente a mantenerla al suo posto nonostante il Lamezia per alcuni turni consecutivi non avesse vinto.

“Forse abbiamo fatto troppo bene all’inizio, e quando ciò succede, in seguito può arrivare un calo, ma è successo perché stavamo rientrando nei nostri valori naturali. Quando non si vince da molto tempo è troppo semplice mandare via l’allenatore, anche se in realtà nel nostro caso non siamo mai stati in zona play-out. Devo ringraziare la società e anche il ds Maglia, perché hanno mantenuto la fiducia nei miei confronti anche quando non vincevamo: riuscivamo a portare a casa pareggi importanti soprattutto fuori casa. Non ci siamo mai appellati a componenti come sfortuna, arbitraggi e quant’altro: abbiamo offerto buonissime partite anche quando avevamo defezioni importanti, ma la squadra ha sempre dimostrato di potersela giocare contro chiunque. C’erano nella nostra squadra tanti giovani che per la prima volta giocavano nei professionisti dopo essere stati nei settori giovanili, e hanno verificato anche loro sulla propria pelle quanto sia realmente difficile questo campionato”.

Quanto ha inciso in gennaio il fatto che Del Sante sia stato richiesto da più club? Le voci di mercato possono turbare sempre il calciatore.

“Del Sante è uno di quelli che a gennaio sono stati richiesti di più, perché aveva fatto un grande girone d’andata, ed è ovvio che di fronte ad altre compagini blasonate non si può rimanere indifferenti. Il mese di gennaio è sempre particolare. Il destino ha voluto che verso la fine del mercato Del Sante si facesse male, ed è entrato Held che non mi sembra abbia fatto rimpiangere Del Sante. Abbiamo sempre mantenuto un’identità precisa”.

Lei ha allenato più club in Serie D, tra Nocerina, Gelbison, Sambiase e Angri. Qual è secondo lei la differenza tra Serie D e Lega Pro?

“In Lega Pro ho notato che nelle partite con squadre di alta classifica ci si trova a confronto con giocatori di tecnica superiore, che hanno calcato anche campi di Serie B e Serie A, e la qualità è differente. Invece quando si affrontano squadre di bassa classifica c’è abbastanza equilibrio rispetto a squadre di Serie D importanti”.

Lei ha giocato anche in Serie B nel ruolo di difensore, ma più stagioni le ha trascorse anche in C.

“Sì, potrei ricordare qualcosa di simpatico: parecchi calciatori che oggi sono ancora in attività erano stati miei compagni di squadra. Ho giocato con Mounard e Giampà del Catanzaro, ho giocato con Narciso del Foggia. Però purtroppo ho smesso subito”.

Perché ha interrotto la carriera di calciatore così presto?

“Avevo patito un infortunio già nel 1994 con la Nocerina, e poi con la maglia del Foggia subii una ricaduta di quel vecchio infortunio, e allora a 31 anni decisi che avrei fatto l’allenatore”.

Forse a Lamezia è stato accolto con un pizzico di scetticismo perché non aveva mai allenato tra i professionisti…

“Per me i primi mesi non sono stati facili, non tanto per le precedenti stagioni in Serie D, ma perché ero stato l’allenatore del Sambiase qualche anno prima, quindi è chiaro che la gente che tifa Vigor mi avesse accolto storcendo un po’ il naso. Però attraverso il lavoro e con un buon comportamento sono riuscito a ottenere buoni risultati. Non è ancora finita, darò tutto me stesso, e poi a fine stagione la società farà le sue valutazioni”.

Se il Lamezia dovesse proporle la riconferma?

“In quel caso mi farebbe piacere. Priorità alla Vigor Lamezia chiaramente, ma anche il presidente a un quotidiano locale ha dichiarato che dopo il 29 marzo mi avrebbe chiamato. Sono curioso di sapere quello che mi dirà…”

L’avrebbe mai immaginato alla vigilia che la salvezza potesse arrivare con anticipo?

Francamente pensavo fosse uno scenario inimmaginabile, perché era una squadra giovane e perché mi trovavo alla prima esperienza in Lega Pro, però attraverso il lavoro abbiamo ottenuto risultati. Non è retorica, ma il lavoro paga. Eravamo coscienti che attraverso il lavoro si potevano trasmettere alla squadra alcuni concetti. Per la certezza matematica della salvezza ci manca ancora qualche punto, non vorrei parlare di miracolo, ma dell’operato di uno staff tecnico d’alta qualità. È stata una fortuna quello di avere uno staff con uno spessore umano eccellente”.

Qual è stato il momento più difficile, e quale è stato quello migliore con la Vigor?

“La partita col Savoia noi l’abbiamo subita, perché avevamo offerto una prestazione ottima e l’abbiamo letteralmente buttata: quella ci ha segnato per altre quattro partite a livello psicologico. Il momento migliore è stato con il Melfi, quando siamo tornati a vincere dopo alcuni mesi, ma anche quando abbiamo battuto Messina e Reggina nello spazio di pochi giorni ci siamo allontanati in maniera determinante dalla zona pericolosa”.

Lei ha allenato per qualche anno il Sambiase in Serie D, penso che le capiterà di incontrare i tifosi sambiasini, ma come si è lasciato con loro?

“Ci siamo lasciati benissimo, facemmo tre anni buoni, e in una stagione in particolare riuscimmo a raggiungere i play-off con sessantadue punti conquistati. I tifosi sono comunque orgogliosi di rivedere una persona che pochi anni fa era con loro e che ha avuto modo di compiere il salto tra i professionisti, e questo mi rende orgoglioso”.

Una volta conquistata la salvezza, un altro obiettivo sarà la qualificazione alla Coppa Italia? Si qualifica anche la nona del girone, e voi siete decimi, quindi non è lontano neanche questo traguardo…

“Per adesso dobbiamo guadagnare la certezza matematica della salvezza, poi chiaramente non ci tireremo indietro e vedremo se ci sarà la possibilità di raggiungere questo nono posto, che ci permetterebbe l’accesso alla Coppa nazionale”.

Categoria: Serie C