Voltagabbana o responsabili? Ecco i club che hanno cambiato idea nella lotta al potere
Per i dissidenti sono i voltagabbana. Per la Lega Pro, invece, sono coloro che, con grande responsabilità, hanno consentito di condurre in porto l’Assemblea di lunedì. Si tratta di quei presidenti che, in mezzo a tanto caos, hanno o avrebbero cambiato idea nelle ultimi istanti pre-votazione.
Il caso più eclatante è quello di Giovanni Lombardi, patron della Casertana, dimessosi a inizio 2015 dal Direttivo di Lega Pro per passare dalla parte dei “ribelli”. Ma, poche ore prima dell’assemblea, il ripensamento e il ritorno alla Governance che ha fatto imbufalire gli oppositori di Macalli. Ha fatto discutere anche Eugenio Guarascio, anche lui fuori dal Direttivo e anche lui tornato all’ovile dopo un periodo di indecisione. Il San Marino, tramite il suo presidente Luca Mancini, una settimana prima della riunione ha inviato una lettera a tutti gli altri colleghi per sostenere Macalli. Una mossa che ha spiazzato molti, dal momento che a dicembre prese la parola, nella prima, famosa Assemblea, per contestare il bilancio (non ancora approvato) e mise la firma sulle richieste di convocazione dell’assemblea portate avanti dai dissidenti. Firme inserite anche dal Gubbio, convintosi anch’esso due mesi dopo ad appoggiar Macalli.
Ha cambiato idea anche il Savoia, anche a causa dei ribaltoni interni nella compagine oplontina: l’addio del diggì Francesco Maglione, fortissimo contestatore di Macalli, ha portato a una riflessione i vertici, al punto che il numero uno della Lega si è complimentato con il numero uno del club torrese, Quirico Manca, per il suo nuovo appoggio. Il club che per ultimo ha modificato la propria decisione, praticamente in fase di voto, è stato il pericolante (per motivi economici), Barletta. I pugliesi, dopo aver sorpreso tutti con l’appoggio alla fronda, sono corsi a cambiare il voto asserendo di aver capito male.
Infine abbiamo quei club rimasti nel limbo, come Foggia e Lumezzane, che hanno scelto l’astensione: per i rossoneri grande vicinanza a Gravina & Co. ma non abbastanza da convincerli a votare. Scelta dell’astensione anche per i valgobbini, nonostante avessero votato a fine 2014 contro l’approvazione del bilancio.
Infine abbiamo l’Arezzo, attualmente in piena sintonia con la Lega, ma che non sembrava esserlo totalmente durante questi mesi di lotte intestine.
E i 33 voti per il nuovo consigliere? Due sono arrivati da Santarcangelo e Ancona, contrari all’attuale governance ma rimasti in Assemblea dopo l’abbandono dei loro 26 (27 con l’Ascoli) colleghi di voto.
Una situazione, insomma, molto fluida e ingarbugliata. Basti pensare che, per l’approvazione del bilancio, dovranno essere richiamati i club della passata stagione, con i 18 retrocessi in Serie D e i 4 (5 con il Vicenza) saliti in Serie B. Tra questi, caso curioso, c’è il Frosinone, nominato da Lotito nelle famose intercettazioni con Iodice. In ogni caso, altro giro, altra corsa. E intanto la Lega Pro è sempre più divisa…