IL PAGELLONE – Stroppa condottiero, Mazzeo trascinatore
Da quando eravamo bambini, i nostri nonni ci raccontavano spesso favole, spesso a lieto fine. A Foggia, i nonni raccontavano di creature mitologiche come Nocera, come Patino, come Marchionneschi, gente in grado di difendere la città più o meno come Batman fa con Gotham City. A Foggia ci avevano sempre raccontato di una squadra gloriosa che “tremare il mondo faceva” e che non doveva inchinarsi davanti a nessuno. Nemmeno davanti al Real Madrid. A Foggia ci hanno sempre detto che la seconda lettera dell’alfabeto, quella lettera “B” vale molto di più di un semplice campionato vinto.
Domenica, sempre a Foggia, un gruppo di ragazzi volenterosi e caparbi ha mandato a dormire una città intera con la più dolce delle filastrocche. Quel “tanto già lo so che l’anno prossimo gioco di sabato” che tanto, troppo, tempo è rimasto strozzato tra le corde vocali del popolo foggiano. Dopo 19 lunghissimi anni, il Foggia Calcio è tornato in Serie B. Il Foggia torna “nel calcio che conta” lasciandosi alle spalle anni di sofferenza e di delusioni. Anni di fallimenti, di gol all’ultimo secondo, di contestazioni e di paure. Un signore di Mulazzano, tale Giovanni Stroppa, ha saputo prendere per mano una piazza difficile, testarda e ambiziosa come quella foggiana e trascinarla fino alla vittoria di un campionato che lascia in eredità alla Capitanata la possibilità di giocare nel campionato cadetto, che mancava dal 1998.
Difficile dire chi ha più meriti perché questa è la vittoria di tutti e non è pura retorica. Tutti hanno la loro porzione di trionfo. Dai sacrifici della dirigenza, alle scelte di Di Bari e Colucci, passando per la profetica calma di Stroppa fino ai diciannove gol di Mazzeo, gli infiniti cross di Rubin, le eleganti chiusure di Coletti e Martinelli, la sicurezza di Vacca e la “foggianità” di Cristian, il capitano, Agnelli. Senza dimenticare il popolo foggiano che si è mostrato più maturo, o forse, scottato dall’ennesima scottante delusione e che ha saputo accompagnare la squadra fino alla trionfare marcia di Fondi.
Da Fondi a Fondi, nel giro di 19 partite Foggia e il Foggia Calcio hanno saputo ribaltare una situazione che sembrava critica e pronta a sfociare nell’ennesimo anno da dimenticare. 2-3 in casa e in rimonta con la formazione laziale. Le due curve dopo aver sostenuto la squadra fino al fischio finale, danno il via alla contestazione. Qui, probabilmente, Stroppa ha saputo tirar fuori il meglio da sé e dai suoi giocatori. Subito dopo quella maledetta – o benedetta – partita, il mister lombardo si presentò ai microfoni della sala stampa dello Zac dicendo: “I tifosi siano vicini alla squadra. Insieme possiamo fare di tutto. Se saremo uniti il Foggia vincerà il campionato”. Nostradamus.
In quel palo di Melfi, si nasconde quel briciolo di Dea bendata che per una volta ha sorriso ai colori rossoneri. Merito di Pio e Amedeo e della loro “scalata” in onore del Dio Shiva? Probabilmente no, però è divertente già solo pensarlo. Da gennaio in poi, un richiamo di preparazione coi fiocchi e il mercato invernale, hanno consegnato ai tifosi un Foggia formato “Europa”. Solo una sconfitta, contro il Taranto, un pari nell’ultima con il Fondi e 14 vittorie, di cui dieci consecutive. Record della storia del club. Battute in serie Matera, Juve Stabia e Lecce che erano le tre contendenti al titolo. 81 punti, 67 gol fatti e 27 subiti. Miglior attacco e miglior difesa. Numeri da sBallo.
Abbiamo provato, quindi, a dare i voti alla stagione del Foggia.
Ecco il nostro PAGELLONE:
Alejandro SANCHEZ, voto 6: l’ex canterano del Barcellona è stato poco impiegato da mister Stroppa se non in Coppa Italia Lega Pro e durante le quattro giornate di squalifica rifilate a Guarna nel parapiglia post-Akragas. COMPRIMARIO
Enrico GUARNA, voto 7: Sulle partite di Messina e di Francavilla c’è il suo autografo. Qualche uscita a vuoto, come contro la Vibonese, ma una discreta sicurezza data al reparto soprattutto grazie alle sue giocate palla al piede e alla sua reattività. PRESENTE
Giuseppe FIGLIOMENI, voto 6,5: Arrivato a gennaio ha fatto il suo esordio da titolare solo nella partita di Catanzaro grazie alla squalifica di Martinelli. Con due così davanti era difficile prendere il posto ma gli addetti ai lavori lo etichettano come uno degli elementi importanti dello spogliatoio. Nei festeggiamenti è sicuramente idolo indiscusso. ESPERTO
De Almeida ANGELO, voto 6,5: Parte benissimo. Nella prima uscita è subito assist per Padovan, con il Taranto un suo tiro-cross spalanca la strada ai rossoneri. Poi prestazioni in calo, l’autogol contro la Reggina, il fallo da rigore contro la Casertana e infine l’infortunio con il Melfi che lo ha tenuto fuori per quasi tutto il campionato. PART-TIME
Alan EMPEREUR, voto 6,5: Per lui vale più o meno lo stesso discorso di Angelo. Arrivato dalla Salernitana come uno dei difensori più pagati della Lega, sforna prestazioni degne di tale valutazione. Giganteggia assieme a Martinelli per le prime sei gare, che guarda caso coincidono con le sei vittorie consecutive del Foggia. A gennaio arriva addirittura il Granada per lui ma il Foggia rispedisce qualunque offerta al mittente. Poi qualche rosso di troppo, un po’ troppa irruenza e una serie di infortuni che lo hanno obbligato a terminare la stagione in anticipo. SFORTUNATO
Luca MARTINELLI, voto 8: Fortemente voluto da De Zerbi parte alla grande in coppia con Coletti, poi però cala fino alla sua partita peggiore: l’andata con il Fondi. Due errori da matita blu, poca grinta e ancor meno concentrazione. Stroppa insiste su di lui e i frutti si vedono. Sforna un girone di ritorno spaventoso tanto che la difesa del Foggia, grazie anche al suo fido amico Coletti, diventa un bunker. Crescita tecnica, tattica e di personalità. BALUARDO
Matteo RUBIN, voto 8,5: Semplicemente di altra categoria. Uno degli ultimi colpi del mercato estivo ma sicuramente uno dei giocatori più importanti in questa scalata del Foggia. Tanta corsa e tanta qualità. Più di un gran gol come contro Monopoli e Vibonese. La fascia sinistra dello Zac è “property of Matteo Rubin”. DETERMINANTE
Tommaso COLETTI, voto 8,5: Per lui una stagione in un continuo crescendo. Il gol, e la partita, con il Lecce sono l’emblema della sua crescita. Forse azzarderemo dicendo che lui è il “Bonucci” del Foggia Calcio ma per storia e movenze lo ricorda. Ex centrocampista/mediano, inventato centrale da De Zerbi e consacratosi con Stroppa è stato uno dei punti fermi dei Satanelli 2016-2017. ARES
Giuseppe LOIACONO, voto 9: Parte sempre in sordina e pare sempre “condannato” a un ruolo secondario. Peppe però non ci sta e ogni anno lotta, suda e vince. Da 5 anni a Foggia è ormai un foggiano DOC e in campo si vede. Complice l’infortunio di Angelo, si è preso la fascia destra e non l’ha più mollata. Segna contro la Reggina quello che può considerarsi il gol della promozione ma il suo gran merito è quello di essere l’ “equilibratore” di questo Foggia. Spesso scalato in una difesa a 3, ha saputo dare il meglio di se da terzino destro. Una delle più belle sorprese della stagione. FEDELE
Alberto GERBO, voto 7,5: Terzino, mezz’ala, esterno di centrocampo, d’attacco. Alberto c’è. Il numero di gol è un po’ più esiguo del solito e in linea di massima si potrebbe dire che Sicurella e Agazzi compensano. Che sia il 1’ o il 90’ è il classico motorino che tutte le squadre vorrebbero. L’ex Latina merita la possibilità di giocare in B con questa maglia. 50 SPECIAL
Giuseppe SICURELLA, voto 7,5: Nel momento più difficile del Foggia è stato un po’ il “Salvatore della Patria” con i suoi gol. Il classe ’94 di Mazara del Vallo era arrivato ad avere una media di quasi un gol ogni ora. Certo, il minutaggio è basso ma a maggior ragione questo dato esalta ancora di più le capacità di un ragazzo che, tornato alla base dopo una stagione in prestito, ha saputo sempre farsi trovare pronto. REATTIVO
Davide AGAZZI, voto 8: Partito in sordina, è stato bravo a convincere Stroppa sul campo. La sua personale svolta è stata, probabilmente, la partita di Coppa Italia Lega Pro contro l’Andria. 120’ in campo a dettare i tempi di una squadra orfana dei titolarissimi. Da quel momento, un po’ alla volta il centrocampista di proprietà dell’Atalanta si è inserito fino a prendersi la maglia da titolare fisso, o quasi. Il suo apice è il gol al Matera. ORA ET LABORA
Antonio VACCA, voto 8: Fino a inizio novembre era stato il solito Vacca. Geometra ed esteta della gestione del centrocampo foggiano. Poi, complici magari le sirene della Serie A, il suo rendimento è iniziato a scendere fino alla dura contestazione del post-Fondi. A gennaio la promessa d’amore a Foggia e al Foggia e da qui la ripresa. Tolta la parentesi di Taranto, il suo è un girone di ritorno perfetto. I palloni persi sono nulli o quasi mentre le giocate smarcanti per i compagni sono molteplici. Spada e fioretto. Piuma o “fero”, citando Verdone. Così tanta qualità e quantità in un giocatore è difficile trovarla. VOLANTE
Francesco DELI, voto 8,5: Non è un caso che Torino, Chievo e Lazio abbiano messo gli occhi su di lui. Ha dei numeri superiori per la categoria. A Foggia, città fantasiosa e ricca di passione, vuoi per assonanza cromatica, qualcuno lo ha paragonato a Kakà. Noi diciamo che forse (forse eh!) questo paragone è un tantino azzardato però vedere i suoi strappi è un piacere oltre che una goduria per i tifosi dello Zaccheria. In soli sei mesi ha saputo prendersi tutto quanto fosse possibile. Obbligo (morale) di riscatto per lui. La Paganese ringrazia. FUNAMBOLO
Cristian AGNELLI, voto 8,5: Che sia chiaro, è un voto quasi più globale che tecnico. Un risultato generoso tra una stagione da 7 e un carisma da 10. Ieri, nei festeggiamenti quasi pareva non riuscire a metabolizzare quanto fatto. Lui, foggiano DOC, sa cosa voglia significare questa vittoria. Lui che è sempre stato presente. Lui che l’anno scorso piangeva sotto la curva come tutti i foggiani. Questa è anche e soprattutto la SUA vittoria. CAPITANO
Miguel SAINZ-MAZA, voto 6,5: Una stagione da pupillo di Stroppa. Il mister ex Pescara lo ha rigenerato e riportato a livelli accettabili. Il suo più grande problema è l’incostanza. Poca gente ha la sua tecnica di base nonostante a volte pare quasi estraniarsi dalla partita. Apprezzabile il suo spirito di sacrificio quando gli è stato chiesto di aiutare la squadra. Meritata la gioia per il gol che di fatto da il via alla festa di un’intera provincia. ALTERNATO
Matteo DI PIAZZA, voto 7,5: Arrivato in pompa magna ha fatto impazzire lo Zac con la sua doppietta all’esordio. Poi un po’ di difficoltà a trovare la via del gol. Spesso partite fatte di tanta corsa e molti errori tecnici. Va sottolineato, a sua difesa, come abbia giocato in un ruolo non suo. Inoltre, sei punti portano la sua firma. Akragas e Catanzaro, due partite che sembravano maledette, sono due match che portano l’autografo di Matteo. Due gol, due gol di testa. Da attaccante vero, che ha già tatuato Foggia sulla sua pelle. AFFAMATO
Cosimo CHIRICO’, voto 7: Stimolato anche dalle maggiori responsabilità rispetto all’anno precedente, parte fortissimo con il gol in Coppa contro il Pontedera, il gol con il Siracusa e le sue numerose serpentine. Solito problema: l’essere troppo solitario. Nella parte centrale della stagione, fatta eccezione per le partite di coppa, si eclissa per poi tornare carico come non mai per il rush finale. Tra Monopoli e Lecce, confezione due super prestazioni fino a riprendersi la maglia da titolare complice gli acciacchi di Sarno. OSTINATO
Vincenzo SARNO, voto 7,5: Ha mantenuto, fin quando la pubalgia glielo ha permesso, un intero reparto da solo. Il “falso 9” del Foggia prima del ritorno di Mazzeo ha saputo trasformare in oro quanto possibile. Francavilla e Catanzaro (in casa, tra la nebbia) sono le tappe che portano il suo nome. Decisivo, as always. IMPORTANTE
Fabio MAZZEO, voto 9: “Il Foggia ha bisogno di una punta” si diceva. Nulla di più sbagliato. Dopo Perugia e Benevento, Don Mazzeo riesce in un’altra impresa: riportare il Foggia in Serie B. 19 reti, l’ultimo ieri contro il Fondi. Non è un caso che il Foggia abbia perso il maggior numero di punti in sua assenza. Da gennaio in poi, infatti, le statistiche parlano per il numero 19 rossonero. Benedetto sia quel giorno che Di Bari convinse il suo entourage a firmare per i Satanelli. MATTATORE
Giovanni STROPPA, voto 10: Spesso voi lettori ci avete chiesto “cosa deve fare Stroppa per prendere 10?”. Ecco, detto fatto. Fare meglio di così è francamente impossibile. Accolto in maniera quasi ostile e isterica dalla piazza, ha saputo trasmettere la sua cultura del lavoro e del rispetto. Ha messo in fila tutti. Giocatori, tifosi e giornalisti. Importante anche il suo “cambio” di personalità dopo la sconfitta con il Fondi, da uno Stroppa accondiscendente si è visto uno Stroppa più cattivo e i frutti sono visibili. Importante il ruolo della preparazione atletica invernale che ha consegnato al popolo foggiano una squadra in grado di fare una sola cosa: Vincere. Grazie Giovanni, Foggia ti sarà sempre grata. GIOVANNI STROPPA ALE’