Audace Cerignola, la società interviene: “Vi diciamo le cose come stanno”
La SSD Audace Cerignola smentisce quanto riportato nella giornata odierna a pagina 28 e 29 dal quotidiano ‘L’Attacco’ in merito al disimpegno dell’attuale proprietà.
E’ doveroso alla luce di quanto emerso tra le righe dell’articolo dal titolo “Fine della pacchia, la famiglia Grieco lascia il Cerignola a fine anno”, a firma di Pietro Capuano, puntualizzare, su tutti, due aspetti, nel rispetto della libertà di stampa, del diritto di pensiero e di parola:
“Si spiegherebbe dunque così anche l’atteggiamento dimesso ed arrendevole della formazione di Vincenzo Feola nel derby dello Zaccheria di domenica scorsa” – si scrive analizzando la sconfitta rimediata nel derby.
“Si precisa che la gestione tecnica nulla c’entra con la gestione e le questioni societarie. Questa società ha sempre fatto il suo dovere. In merito all’attuale stagione, si sa, nel calcio si vince e si perde, avremmo potuto fare di più ma è impensabile, oggi, mettere in discussione l’operato della squadra e la gestione tecnica affidata a mister Vincenzo Feola: nove vittorie, due pareggi ed una sconfitta rappresentano numeri che si commentano da soli e che stando alle ultime dodici giornate piazzerebbero l’Audace Cerignola in prima posizione. Più opportuno, giornalisticamente parlando, sarebbe stato ripercorrere pedissequamente l’andamento complessivo stagionale che, fatti e numeri alla mano, risulta fortemente penalizzato dai ritardi ed dai risultati negativi delle prime dieci giornate”.
“Sarebbero altre le ragioni, che in qualche misura avrebbero a che fare con le recenti disavventure del sindaco Metta a spingerli ad uscire dal mondo del calcio” si prosegue.
“Si precisa che le questioni amministrative non sono da associare alle vicissitudini della SSD Audace Cerignola. L’attuale proprietà ha acquisito l’Audace Cerignola, dalle celeri nel passato, nell’estate 2014, quando l’Avv. Franco Metta non ricopriva ancora il ruolo di sindaco del Comune di Cerignola. Una cavalcata incredibile che ci ha riportati dalla Prima Categoria al campionato nazionale di serie D in tempi record e grazie ai prestigiosi risultati ottenuti sul campi. In questi anni l’unica chiara volontà, considerato il progetto sportivo ambizioso, di forte inclusione sociale e di pubblico interesse, è stata, quindi, quella di fare, su tutti i fronti, le cose per bene. In Italia, come ben noto, solo cinque società detengono uno stadio di proprietà (accade solo per Juventus, Sassuolo, Udinese, Atalanta e Frosinone in serie A), peraltro, in netto contrasto rispetto al 19% di media registrato nel resto d’Europa. E’ palese, quindi, come ogni società di calcio in Italia debba necessariamente rapportarsi con la Pubblica Amministrazione al fine di perseguire la propria mission sportiva e sociale, nell’interesse pubblico delle aspettative di una città che ha visto nel calcio una importante opportunità di riscatto (grazie anche ad una lunga serie di iniziative extra-calcio realizzate in questi anni da questa società). Per farlo, naturalmente, era auspicabile uno stadio a norma, che fosse adeguato, accogliente, moderno e così è stato fatto. E’ questa l’unica verità”.
Fonte: www.notiziariocalcio.com