Basket, festa per il sanseverese Walter Magnifico: Pesaro ha ritirato la “sua” maglia numero 6
Ad aprile 2016 nel palasport di Pesaro si era tenuta una celebrazione, di quelle in cui è l’emozione e il sentimento la fanno “da padrone”, soprattutto perché legato al basket e al grande Walter Magnifico, sicuramente il più grande cestista vivente e di tutti i tempi della “Grande provincia” di Capitanata e della Puglia, per certi versi. “È stato senz’altro un grande tributo della Scavolini Pesaro, quello del ritiro della maglia nr 6 di mio fratello – ha dichiarato in esclusiva a l’Attacco, Antonella Magnifico – Gesto che premia le sue qualità umane, le sue doti e la sua professionalità. Walter è amato tanto a San Severo, sua città natale e nella quale torna sempre volentieri, quanto a Pesaro, dove allena i ragazzi della sua società di basket. Inoltre, è anche capo della delegazione della nazionale under 20”.
Vanni Peluso Cassese è stato il coach di “quella” Cestistica, che insieme a Walter Magnifico, aveva tutti giocatori di San Severo, arrivando a sfiorare la serie A. “Pesaro ha ritenuto di riconoscere, in una pubblica cerimonia, al nostro Walter Magnifico un riguardo che viene attribuito a pochissimi eletti del mondo dello sport. In quelli di squadra, allorché un giocatore, per le sue gesta sportive, non disgiunte da qualità morali e comportamentali, ha riscosso la massima stima e gratitudine di tutto l’ambiente, gli viene riconosciuto un tributo ‘sui generis’: il club in cui quell’atleta ha giocato ritira definitivamente il numero che contrassegnava la sua maglia. Da quel momento, nessun’altro giocatore, di quel club, potrà indossare la divisa recante quel numero. Con il gesto, s’intende rendere omaggio a un atleta, a un uomo, riconoscendogli assoluta bravura unita alla fede per i colori indossati. A chi ha portato quel numero viene riconosciuto l’aver fatto umanamente il massimo, a favore del suo club. Quel numero diventerà, un’icona, un’immagine quasi spirituale, la rappresentazione tangibile di un modello cui ispirarsi. Un esempio per le future promesse del vivaio di quel club”.
Walter, per Pesaro, è un simbolo. Perché ha giocato per ben 20 anni, perché con quel club ha vinto due scudetti, due volte la Coppa Italia e una Coppa delle Coppe. Perché di quella squadra è stato il leader maximo: il capitano. Perché i pesaresi lo hanno amato per la sua semplicità d’animo; perché è stato un miracolo di forza, di grazia, di leggiadria, di potenza, di armonia e rapidità. Il numero 6 non contrassegnerà più nessun giocatore della Scavolini.
Le conclusioni di coach Peluso Cassese: “Walter, con 214 presenze in nazionale. Walter olimpionico. Walter che ha ricevuto, primo italiano assieme a Binelli, un invito al camp degli Atlanta Hawks negli Usa. L’Nba, santuario del basket mondiale, si era accorta e dimostrava interesse per un ragazzo cestisticamente cresciuto a San Severo. Coach Valerio Bianchini lo ha definito: ‘Il normanno di San Severo’, il ragazzo che era diventato ‘il Principe’ dei giocatori italiani. Un leggendario cavaliere coraggioso e gentile, capace di essere il ‘Giustiziere dell’Apocalisse’ che nella partita della finale scudetto tra Milano e Pesaro mandò a terra il grande Mike D’Antoni, sconfitto e impotente” .
Walter Magnifico viene spesso a San Severo, soprattutto alla festa del Soccorso, anche per stare con i fratelli: Sabino, Carlo e Antonella, che riprende: “Noi fratelli siamo molto legati, da quando in nostri genitori non ci sono più. Walter è sposato con Donatella e ha 3 figlie. Anche da un punto di vista enogastronomico, non ha perso le sue abitudini e gli piace tutto della cucina tipica sanseverese: dal pancotto, alla zuppetta, passando per i dolci. Walter, 207 cm (è stato alto fin da piccolo), ha iniziato a giocare dalla scuola media (è nato il 18.06.1960) e fino al ’79 nella Cestistica. Poi è andato alla Fortitudo Bologna e per 19 anni è stato alla Scavolini Pesaro”.
Le conclusioni di Franco Crudele, il “capitano di ferro” di quella Cestistica: “Siamo negli anni ’75-’79 dalla serie C alla pool A. Eravamo tutti di San Severo (fino al ’77) e piccoli d’età. Io ero il più grande, da poco ventenne. Forse eravamo la squadra più giovane della lega. Credo che sarà improponibile giocare in serie B con tutti giocatori di San Severo. C’era un fortissimo attaccamento alla maglia e sugli spalti del pressostatico della ‘Palmieri’, avevamo tutti amici e parenti. San Severo e la Cestistica erano una fucina di atleti, ciò che stiamo cercando di riproporre a livello giovanile, con l’attuale Cestistica. Un grande Walter Magnifico, con i suoi 207 cm. un po’ impacciato all’inizio e dopo una folgorante carriera nel basket, ha ricevuto il meritato tributo”.
Beniamino Pascale – www.lattacco.it