Satanelli contro Galletto: due simboli storici, oggi bistrattati

Satanelli contro Galletto: due simboli storici, oggi bistrattati

Foggia contro Bari, satanelli contro galletti. Sono proprio questi gli appellativi, nonché i loghi storici, che identificatino la formazione foggiana e quella barese.

Il marchio dei “Satanelli” fu ideato oltre 30 anni fa da Savino Russo, illustre grafico foggiano, che in un’intervista dichiarò: “Sono nati dopo una notte di lavoro. Avevo a disposizione poche ore per consegnare il lavoro e consegnarlo in Federazione a Roma. Appoggiai la matita sul foglio e pensai di partire dal termine satanelli: se il Milan aveva un diavolo, il Foggia doveva averne due. Disegnai dei diavoletti arruffati, molto simili a uno Scazzamurrill, lo spiritello buono della nostra tradizione popolare.” Negli anni il marchio ha assunto diverse forme (triangolare e circolare) ed è stato presente sulle divise del Foggia dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, ad eccezione del triennio fra il 2012 e il 2015. Il logo rappresenta due diavoletti sovrapposti, uno rosso e l’altro nero, che controllano un pallone con i piedi ed hanno in mano un tridente.

Il galletto, da sempre simbolo del Bari, nacque, invece, da un’idea di Carlin Bergoglio, giornalista che chiese ai tifosi di attribuire un simbolo alla squadra utilizzando un animale. Molti parteciparono a questa iniziativa e gli animali scelti furono molteplici: scoiattoli, aquilotti, gazzelle, pettirosso e galletto. I due simboli più apprezzati dai tifosi furono pettirosso e galletto e, tramite un referendum, fu scelto il secondo nel novembre del 1928.

Oggi, i satanelli non figurano più sulla maglia rossonera, almeno per il momento. Il galletto, invece, è stato sostituito da un nuovo logo che dell’animale mantiene solo la testa.

Conseguentemente, con l’assenza del marchio foggiano e con un galletto “spennato”, un pezzo di storia dei due club è stato perso, a vantaggio di una modernità stilistica e grafica che, forse, in questo caso ha offuscato una tradizione tanto storica quanto memorabile.

Antonio Iammarino