51 punti chi se li aspettava. Ma dove arriverà il Foggia ai play-off?
Possiamo dirlo, il campionato del Foggia è finito. O meglio, la stagione regolare è giunta al capolinea. Per i rossoneri però, bisognerà ancora continuare a giocare, tocca ai play-off.
Il Foggia del triumvirato Felleca-Pintus-Pelusi sembra ormai essere un lontano ricordo, ora al comando c’è solo lei: la dott.ssa Maria Assunta Pintus (in condominio con Davide Pelusi, eclissato negli ultimi mesi). Nonostante sia passato poco tempo dalla sua uscita di scena, l’ex Presidente rossonero Roberto Felleca, torna a tuonare dalla Sardegna, lanciando qualche frecciatina all’attuale patron del club pugliese. Quando si parla di Calcio Foggia 1920 inevitabilmente di mezzo c’è sempre lui: Ninni Corda. Se Felleca ritiene che Corda e la Pintus dovranno discutere del futuro e della permanenza dello stesso direttore tecnico in terra pugliese, Ninni Corda precisa che le valige sono ancora disfatte e che il contratto a tempo indeterminato è un sano stimolo a mantenere il cuore tinto di rosso e di nero.
Intanto, voci trapelano dallo Stadio Zaccheria e un accenno di programmazione inizia a vedersi, anche se i contratti pluriennali, la debitoria, la Macron ed il chiacchiericcio che circonda il mondo pallonaro foggiano è sempre in fermento. Le risposte ai tanti “Chi resta? Chi va? Probabilmente arriveranno solo dopo la lotteria degli spareggi promozione. Già, è difficile dirlo e lo è ancor più crederci, ma è proprio così, il Foggia prenderà parte ai play-off 2020/2021.
Come ci è riuscito? Forse perché il campionato stravinto dalla Ternana con 90 punti, 90 proprio come la paura, possiamo definirlo nettamente al di sotto dei campionati che conoscevamo. Alla fine ha trionfato chi ha fatto all in, un all in preciso, pensato e studiato. A differenza del Bari, dimostrazione che il calcio giocato è diverso da quello che si vede sull’album delle figurine Panini.
Il Foggia è arrivato ai play-off perché Ninni Corda e Marco Marchionni hanno battuto le critiche facendo quello che era impensabile. Sì perché Germinio, Garofalo, Morrone, Vitale, Di Jenno, Galeotafiore, D’Andrea (ed altri) sono stati prima la scommessa di Corda e poi il trionfo di Marchionni. Se ora i tifosi sognano l’impossibile, ed è giusto che sia, non bisogna però staccare i piedi da terra. La domanda che spopola tra le vie della città e nei luoghi virtuali affollati dal popolo del web è: “Dove arriverà questo Foggia?”. Domenica i diavoli del sud scenderanno sul prato verde del Massimino, a Catania. Il Foggia contro contro quasi tutte le squadre che si trovano al di sopra, quelle che vanno dall’ottavo gradino della classifica fino al primo (eccezion fatta per Palermo e Bari, battute dai diavoli), ha quasi sempre avuto la peggio.
I rossoneri sono senza dubbio la meteora da temere ma, quest’anno, gli undici uomini che domenica scenderanno in campo con tutti i pronostici a sfavore dovranno onorare la maglia, comunque vada. Il calcio è una scienza inesatta, la palla rotola, ora va di qua, domani va di là, ma sulla carta nella più totale realtà, il cammino della compagine dauna ai play-off non sembra essere così lungo. Con il Covid che insidia le scelte del tecnico Marchionni la strada da percorrere nel mini campionato per gli spareggi promozione diventa ancor più tortuosa e complessa del previsto.
È notizia di ieri sera la positività al virus Sars-Cov-2 di un altro tesserato. Probabilmente, domenica, ancora una volta il vero consigliere del mister nello scegliere lo scacchiere tattico sarà proprio il bollettino medico. Ah, meglio il Catania o la Juve Stabia? Senza ombra di dubbio meglio il Catania. Padalino e la sua Juve Stabia vivono un grande periodo di forma, la squadra riesce a far girare la palla e lo ha dimostrato poche settimane fa quando a Castellamare il Foggia è uscito malconcio a causa di Marotta&Friends.
Se quest’anno bisogna tenere i piedi ben salti sul terreno di gioco, tenendo impresso nella mente che il vero obiettivo, quello della salvezza, è stato centrato, l’anno prossimo potrebbe essere l’anno giusto per iniziare a sognare. C’è una riforma che bolle in pentola e di certo una piazza come Foggia non può farsi trovare impreparata…
Daniel Miulli