Fatture false e maxi evasione la Gdf setaccia i conti di Giove

Fatture false e maxi evasione la Gdf setaccia i conti di Giove

La guardia di finanza è al setaccio dei conti e delle proprietà intestate al presidente del Taranto Calcio Massimo Giove e di sua moglie Anna Albano, dopo l’ordine di sequestro, firmato dal giudice Rita Romano per 3,2 milioni di euro (e per un altro mezzo milione di euro per il solo Giove).La coppia di imprenditori, amministratori della Enetec srl, società operante nel settore delle lavorazioni meccaniche, è indagata dalla procura per evasione fiscale, falso in bilancio, dichiarazioni fraudolente con l’uso di fatture per operazioni inesistenti, emesse da società fantasma.

Gli uomini del nucleo di polizia economico-finanziaria guidati dal tenente colonnello Marco Antonucci, hanno già posto i sigilli a tre appartamenti ubicati a Taranto, uno a Leporano, due terreni a Ginosa e Leporano e quote di sette società, oltre a disponibilità finanziarie ancora incorso di quantificazione. Il giudice ha ordinato di sequestrare 3,2 milioni di euro tra i beni della Enetec e in caso di incapienza di aggredire i beni personali dei due indagati. Al momento le quote del Taranto Calcio non sono state sequestrate perché detenute per il tramite di un mandato fiduciario.

Da un’ispezione dei finanzieri è emerso che la Enetec ha usato false fatture per 1,2milioni di euro emesse da due società non operative, entrambe fallite e riconducibili all’ex presidente del Brindisi Calcio, Antonio Giannelli, arrestato a dicembre del2019 dalla guardia di finanza per false fatture e bancarotta fraudolenta della sua Maw srl. Grazie alle fatture fittizie e a scritture contabili false, la società, guidata fino all’aprile del 2016 dalla signora Albano e poi dal marito, ha così evitato di versare Iva, Ires e altri contributi per diversi anni, risparmiando milioni di euro.

Secondo l’accusa, l’azienda dei Giove nel 2016 ha subappaltato fittiziamente alla Maw un’importante commessa per la realizzazione di tubi per il centro oli Tempa Rossa in Basilicata. Secondo i finanzieri, la Maw era una società fantasma, senza sede e lavoratori, creata solo per scaricare le spese della forza lavoro e emettere false fatture. Il “servizio” delle fatture per operazioni fittizie sarebbe costato alla Enetec solo circa il 12 per cento dell’importo indicato nei documenti, poco più di centomila euro che di volta in volta Giannelli è riuscito a cambiare in contanti grazie anche al compiacente titolare di una stazione di carburanti di Brindisi (ora indagato per riciclaggio), simulando acquisti di benzina.

In un caso, nel 2018, l’ultima fattura della Maw da 35mila euro è stata pagata con un bonifico su un conto online bulgaro. Durante un controllo all’interno della Enetec, i finanzieri hanno trovato appunti scritti a mano e file sui computer che confermano la natura fittizia dei rapporti commerciali con la Maw, finalizzati solo a evadere il Fisco. A Giove e sua moglie, la procura contesta otto diversi capi d’accusa, tutti per reati tributari.

La Gazzetta del Mezzogiorno

Categoria: Dilettanti