Rambaudi: “Zeman è unico e inimitabile… e che emozione domenica contro Karel”
Domenica prossima, per il calendario della dodicesima giornata del campionato di Serie D, girone G, è in programma Astrea-Selargius… e non sarà una partita come le altre.
Di fronte si troveranno due allenatori che legano a filo doppio il loro nome a quello di Zdenek Zeman: Roberto Rambaudi (allenatore dell’Astrea), storico attaccante del Foggia e della Lazio di Zeman, che si porta dietro il prezioso bagaglio degli insegnamenti del suo Maestro, e Karel Zeman (allenatore del Selargius) figlio di Zdenek, cresciuto col dogma del 433 zemaniano che puntualmente cerca di imprimere alle sue squadre.
ROBERTO RAMBAUDI, ai microfoni di supremoboemo.it ha parlato della piacevole emozione che proverà nel trovarsi ad affrontare per la prima volta Karel Zeman come avversario.
In verità avremmo dovuto parlare solo della partita di domenica, ma Mister Rambaudi, disponibilissimo, simpatico e mai banale, da perfetto conoscitore di calcio cresciuto con quei principi etici che tuttora lo contraddistinguono, ha anche puntato l’attenzione su alcune dinamiche che fanno male al nostro calcio.
Nell’iniziare la nostra gradevole chiacchierata, inevitabilmente i ricordi partono da lontano, dal periodo delle imprese epiche con la maglia del Foggia agli anni con la Lazio, sempre con Zdenek Zeman in panchina.
“I ricordi sono tanti – esordisce Rambaudi – Siamo cresciuti insieme, lui come allenatore e noi come giocatori e anche come uomini. Ci siamo tolti tante soddisfazioni nel sacrificio e nel voler ottenere tutti insieme i risultati che abbiamo ottenuto”.
Cos’ha portato di nuovo Zeman nel calcio?
Sicuramente la cultura dello sport a 360 gradi, una mentalità offensiva per me vincente. La cultura del lavoro fisico nel calcio con una certa metodologia e quindi ha portato a livello mentale tante novità.
Un tuo giudizio sul Cagliari di Zeman?
Per me è una squadra che aveva bisogno di tempo per capire certi meccanismi ed ora che li ha capiti secondo me sta facendo bene sul piano del gioco anche se gli manca qualche punto in classifica. Non ha una rosa per competere per i primi posti, ma ha una rosa di buoni giocatori che con Zeman possono migliorare molto e che devono solo trovare una continuità di rendimento nell’arco dei 90 minuti.
Sacchi dice che in Italia ci vorrebbero 100 Zeman. Quindi Zeman non è superato come qualcuno vorrebbe far credere?
Io non so chi sia questo qualcuno….
I soliti detrattori….
Eh.. vabbè….. io credo invece che quando uno ha un’idea di calcio, una mentalità propositiva, in questo calcio mediocre, è sempre ben accetto e ce ne vorrebbero tanti come Zeman! Sì, sono d’accordo con Sacchi.
Cosa ti porti degli insegnamenti di Zeman nella tua carriera di allenatore?
Sicuramente mi porto una mentalità propositiva, lo spirito di gruppo, di sacrificio, la cultura del lavoro. Ma lui non puoi copiarlo perché lui è unico. Chi cerca di copiarlo sbaglia perché non puoi in alcun modo essere uguale a lui. Zeman è unico e inimitabile, anche per il suo carisma.
La C unica ha penalizzato alcuni allenatori, come te, che si ritrovano ora ad allenare in serie D?
Io non mi sento penalizzato perché avevo delle proposte ma io non mi muovo se non posso fare calcio in una certa maniera. Io qui posso fare calcio, c’è cultura di sport, c’è una società e un direttore sportivo che hanno la mia stessa mentalità e quindi non mi sono mosso per questo. Anche perché poi nel calcio di oggi, nella mediocrità, allenano persone che portano sponsor o allena l’amico dell’amico del direttore sportivo e questo secondo me non è calcio. Ognuno fa quello che crede, io credo di farlo bene qua perché c’è unità di intenti con la società. Dobbiamo cercare di crearci il nostro calcio da soli, senza pensare al Sistema perché il Sistema non va. Troppi stranieri…. E’ un po’ lungo il discorso…
Troppi stranieri ed anche pochi giovani italiani?
Se io vedo che nei settori giovanili, nelle primavere, ci sono più stranieri che italiani, se io vedo che nell’Inter c’è un italiano su 11 in campo, se anche nella Lazio ci sono metà stranieri e metà italiani, vuol dire che ci sono tante cose che non vanno. Quando giocavamo noi c’erano in squadra 3-4 stranieri che facevano la differenza ma insieme agli italiani, oggi gli stranieri che nel campionato possono fare la differenza si possono contare sulle dita di due mani, gli altri sono a un livello normale come possono esserci tanti italiani, solo che agli italiani non si da il tempo di sbagliare mentre agli stranieri sì.
Con che modulo gioca il tuo Astrea e con che mentalità?
A me non piace parlare di modulo ma di idea di calcio. Il mio può essere un 3-5-2 in partenza ma che poi diventa un 4-3-3. Occupare gli spazi in avanti e portare la mia squadra a giocare per fare gol, per quella che è la mentalità con cui sono cresciuto e per quello che ho acquisito soprattutto da Zeman, ovviamente.
Domenica affronti il Selargius di Karel Zeman. Che partita ti aspetti?
Sarà una partita difficile. La classifica dice che loro sono più bravi di noi in questo momento quindi bisognerà fare molta attenzione alla loro vivacità. Una partita importante caratterizzata per me anche da affetti emotivi, trovandomi di fronte Karel. Quando ero a Foggia lui era piccolo e lo abbiamo visto crescere. Ritrovarci ora su un campo di calcio, io allenatore da una parte e lui allenatore dall’altra, sarà una piacevole emozione.
Che campionato ti aspetti per l’Astrea e per il Selargius?
E’ un campionato strano dove riuscire ad avere continuità è difficile. Perché è difficile in questa categoria fare calcio contro tante squadre che non vogliono fare calcio. E lì devi essere bravo tu a cercare di farlo per i 90 minuti. Per noi dell’Astrea vedo un campionato in cui continuare a crescere, come abbiamo già fatto l’anno scorso: giocavamo un ottimo calcio, migliore delle altre squadre. E ricevere i complimenti dagli altri colleghi, dall’opinione pubblica e dai giocatori mi fa piacere. Spero di ripeterci anche quest’anno, da due domeniche stiamo giocando meglio degli avversari e dobbiamo continuare così.
Il Selargius è una squadra nuova, che è stata costruita all’ultimo e sta facendo molto bene secondo me.
Un tuo giudizio su Karel Zeman allenatore?
Non ho mai visto giocare le squadre di Karel, ma so che lui è cresciuto in casa con una certa mentalità calcistica. Mi hanno detto che fa un tipo di calcio simile al papà e quindi mi aspetto un calcio brillante e propositivo. Domenica ci affrontiamo e… vinca il migliore!
Un aneddoto che ti lega a Karel del periodo in cui lui faceva il tifo per te che segnavi per le squadre di suo padre.
Una volta, alla fine di un allenamento, il mister chiese a me e mia moglie di accompagnare con la macchina Karel a casa. Era la prima volta e io e mia moglie non lo avevamo ancora sentito parlare. Dopo un chilometro gli chiedo “Karel dove ti devo lasciare?” e Karel “lasciami pure qua” (imitazione perfetta di ZEMAN da parte di Rambaudi – ndr)… uguale al padre!!! – ci racconta ridendo – e io e mia moglie siamo scoppiati a ridere e questo mi è rimasto impresso. Sono emotivamente molto legato a loro, col Mister e con sua moglie Chiara ci sentiamo, con Karel lo stesso…. Sono molto legato a tutta la famiglia.
Stella Corigliano
Fonte: www.supremoboemo.it