Ripescaggi dalla serie D alla Lega Pro: i criteri da considerare
Con i vertici federali impegnati nel definire le modalità di conclusione di questa stagione calcistica – l’unica cosa certa pare essere la promozione alla categoria superiore per le aventi diritto – in Serie D ci si interroga su quelli che saranno i criteri che disciplineranno i ripescaggi tra i Professionisti. Numerose le ipotesi che continuano a susseguirsi, talune anche fantasiose e destituite di ogni fondamento: proviamo quindi a fare un po’ di chiarezza, aiutandoci con i Comunicati Ufficiali delle ultime stagioni. Verba volant, scripta manent…
A partire dalla stagione 2015/2016, la prima dall’introduzione in Serie D dei play-off con la formula attuale, le graduatorie per i ripescaggi al Campionato di Lega Pro dell’anno successivo – in numero di tre (vincenti finale play-off di ciascun girone, perdenti finale play-off di ciascun girone, perdenti semifinali play-off di ciascun girone) da scorrere per esaurimento nell’ordine con cui le abbiamo elencate – sono sempre state formulate sulla base dei seguenti criteri:
– media punti in classifica al termine della regular season
– vincitrice Coppa Italia Serie D: + 0,50
– perdente finale Coppa Italia Serie D: + 0,25
– primo posto del proprio girone per il Concorso “Giovani D valore”: + 0,10
– secondo/terzo posto del proprio girone per il Concorso “Giovani D valore”: + 0,05
Nessun punteggio extra viene quindi attribuito in funzione della tradizione sportiva della città o del numero medio degli spettatori. Questi criteri, infatti, vengono presi in esame soltanto per l’integrazione in organico delle società retrocesse dalla Serie C ed eventualmente interessate a presentare domanda di riammissione al Campionato.
Il nodo che resta da sciogliere è quello relativo al numero di graduatorie che verranno compilate: se da un lato si potrebbe optare per le “usuali” tre, da stilare vista la straordinarietà della situazione sulla base della posizione in classifica (la prima con le nove Società al 2° posto nel proprio girone, la seconda con le nove Società al 3° posto nel proprio girone, la terza con le diciotto Società al 4° e 5° posto nel proprio girone) e nel rispetto dei criteri richiamati poc’anzi, dall’altro potrebbe essere predisposta un’unica graduatoria nazionale con tutte le squadre in zona play-off. Quest’ultima ipotesi, tuttavia, rischierebbe di non veder riconosciuto il giusto merito sportivo al cammino compiuto dalle singole Società prima dello stop: un esempio potrebbe essere quello del Prato (secondo nel girone A con la media punti di 1,88) che si vedrebbe scavalcato da società in terza posizione nei rispettivi gironi (Notaresco nel girone F, Torres nel girone G, Sorrento nel girone H) o addirittura alla pari con il Cerignola (quarto nel girone H con la stessa media punti).
Quel che è certo è che, come ha ricordato negli ultimi giorni Sibilia a proposito dei ripescaggi “nessuno deve pensare che avrà un trattamento particolare. Io sono il presidente di tutti, dei club che rappresentano le grandi piazze, così come delle società dei piccoli rioni. Sarà dunque stilata una graduatoria nel rispetto di regole e criteri oggettivi. Senza alcun trattamento di favore”. È quindi legittimo attendersi un’applicazione della normativa in materia di ripescaggi che non si discosti da quanto avvenuto nelle precedenti annate: l’eventuale introduzione di criteri differenti, in aggiunta e/o in sostituzione di quelli ormai ampiamente collaudati, rischierebbe infatti di creare numerosi scontenti ma soprattutto di gettare non poche ombre sull’operato della LND.
Fonte: www.notiziariocalcio.com