Taranto, da un estremo all’altro: la squadra ha mollato? Adesso onorate la maglia e meritatevi questi tifosi!
Taranto, una piazza calorosa, che quando c’è da soffrire si chiude in una camera piena del proprio dolore e nuota in esso e quando c’è da gioire si esalta in maniera clamorosa. La piazza degli estremi, in un senso o nell’altro. D’altronde, quest’anno il Taranto ha perso 4 partite… di cui due tra le mura amiche. Ma in che modo sono arrivate queste sconfitte? Quattro stop in otto giornate: tre per 1-0, uno per 3-0, ieri contro il Bitonto… la disfatta per eccellenza, simile a quella di Caporetto. Quando il Taranto ha subito il primo gol, ha perso la testa e si lasciato andare. E questo è un fatto, non un’opinione. Da ieri è esplosa una parte del tifo tarantino: “A Taranto pure se viene Guardiola, viene esonerato”, “Ci vuole più umiltà in campo, bisogna correre, sudare ed onorare quella stupenda maglia”, “Peggior Taranto degli ultimi 10 anni, che delusione mister Ragno. Testardo”, “Dobbiamo cambiare medico di famiglia! Siamo stufi della Vitamina D”. La piazza ha iniziato a “flagellarsi”, come fa da tanti anni a questa parte, in attesa della prossima gioia, che tutti auspicano possa arrivare proprio dalla prossima giornata.
Ieri il Taranto ha fatto una pessima figura. Non è mai sceso in campo, non c’è mai stato, ma soprattutto non ha mai mostrato carattere, nè grinta. La squadra era scarica e si vedeva. Il lavoro del Presidente Giove, fino a questo momento, è indiscutibile, ma la personalità di qualche calciatore che oggi veste la maglia rossoblù, sembra svanita: poca voglia di sacrificarsi e nessun progresso nemmeno dal punto di vista tecnico… e sembrerebbe come al di là dell’unico “risultato positivo” nelle ultime 4 gare, viene meno anche lo spirito per combattere verso un traguardo vitale soprattutto per la sete dei tifosi che sono stanchi della D.
E’ chiaro ed evidente che a Nicola Ragno, probabilmente, sia venuta a mancare fiducia nelle prime scelte, specialmente nei suoi pupilli. Troppo scadente la condizione di Guaita, modesto il rendimento di Genchi, poco incisivi ma soprattutto troppo precaria la forma di alcuni giocatori, a cui vanno aggiunti i numerosi infortuni. Bisogna viverla come “The fighter”, l’occasione di una vita che si prende o si butta via. E’ ora di rispettare e onorare la maglia, meritare l’amore di un pubblico impagabile che si è sentito mancare di rispetto, ieri pomeriggio come non mai. Altrimenti…
Fonte: www.tuttoseried.com