Il 2019 del Foggia – Solo chi cade può risorgere: le basi ci sono. Ora ci vuole la C
Eppure c’era chi parlava del centenario del Foggia in Serie A: dall’illusione della B, fino all’amara retrocessione di Verona. Senza dimenticare le turbolente vicende giudiziarie che hanno soltanto allungato l’agonia di un paziente destinato a morte certa. Il 2019 rossonero non è stato indimenticabile: chi lo definisce l’annus horribilis della centenaria storia dei satanelli forse non sbaglia.
UNA FERITA ANCORA APERTA. “Per i tifosi è una ferita ancora aperta – ha commentato ieri proprio Ninni Corda, tecnico del Foggia – ma a luglio non c’era nulla e ora siamo primi in classifica“. Vero, perché solo chi cade può risorgere. E il Foggia l’ha fatto abbastanza bene, conquistando il primato in Serie D (a pari punti col Bitonto) dopo aver costruito una squadra da zero. Merito soprattutto della nuova proprietà che ha deciso di investire nella piazza rossonera, che nell’anno del centenario non poteva certo rimanere senza il pallone. Ora agli uomini di Corda restano 17 finali da disputare per concludere al meglio la stagione e mettere un mattone sulle tribolate avventure della scorsa estate.