Chi sono i Satanelli più importanti nella storia del Foggia oltre a Zeman e Oronzo Pugliese?

I Diavoli del Sud nascono nel 1920 e per anni hanno dominato le scommesse sportive di Serie A e Serie B, con tantissimi protagonisti che sono diventati Satanelli onorari e hanno scritto le storie più incredibili del club. Zeman e Oronzo Pugliese sono sicuramente i Diavoli del Sud più conosciuti, ma ci sono anche tantissimi calciatori da record, che hanno contribuito a scrivere la storia del Foggia.
I Satanelli da record assoluti per gol e presenze
Il Satanello con il maggior numero di presenze è Giovanni Pirazzini, che dal 1967 al 1979 ha fissato il record all time di 424 match in rossonero. Il miglior bomber che domina al top il ranking con 111 gol totali, di cui 102 in campionato è Cosimo Nocera, che si laurea anche capocannoniere della Serie B con 24 gol nella stagione 1962 – 1963. Il calciatore straniero con più match giocati nel Foggia è Kolyvanov, un atleta straordinario che ha totalizzato 106 presenze.
Altre categorie, grandi Satanelli, perché il miglior bomber di Serie C è Virgilio Nicoli, che divenne il capocannoniere rossonero della Serie C con 37 gol totali. Tra i record di gol in Serie C c’è anche Luigi Molino, che segnò 32 gol, mentre Marchionneschi segnò 29 gol in 26 match nel campionato di Prima Divisione del 1931/1932.
Oronzo Pugliese: tra scaramanzia tattica e L’Allenatore del Pallone di Banfi
Dietro questo nome importante si nascondono le gesta del primo allenatore capace di portare i Diavoli del Sud in Serie A: era la stagione 1963/1964. Sotto la sua scaramanzia tattica, il club ha raggiunto il nono posto, miglior piazzamento in assoluto nella massima categoria. Lino Banfi si ispirò a lui nel film l’Allenatore nel Pallone, omaggiando l’allenatore con il nome di Oronzo Canà. Pugliese spargeva il sale in panchina prima di ogni match, perché portava bene, era un uomo fortemente legato alle sue origini contadine e spesso parlava in dialetto durante gli allenamenti e le conferenze stampa, usando termini assai coloriti, soprattutto per l’epoca. Il suo abbigliamento era un marchio di fabbrica, indossava sempre indumenti di lino bianco anche in inverno con scarpe bicolori, sempre in nome della scaramanzia. Durante i match seguiva i suoi calciatori sulla fascia spronando e fornendo indicazioni.
Guardando il film prima citato è possibile cogliere tutte le sfumature che Banfi mette in scena, quando sparge il sale in campo, quando ha a che fare con il giocatore Crisantemo, che secondo lui porta sfortuna per il nome. Tra le scene più iconiche, c’è anche quella in cui Oronzo Canà fa bollire un pallone in pentola dalla suocera, che mette in atto un vero e proprio rito voodoo. Queste scene sono state sicuramente enfatizzate, ma non si esclude che Oronzo Pugliese abbia fatto cose simili. Una volta entrò negli spogliatoi prima di un match urlando “se non vinciamo oggi, mi butto nel pozzo dello stadio”. Entrò con un maiale sporco nello spogliatoio e spesso suscitava ilarità tra i suoi giocatori, che si rilassavano e vincevano, una volta portò la sua gallina in panchina. Oltre a essere un allenatore vincente, Pugliese era un maestro anche a dribblare le domande dei giornalisti con risposte surreali.
Zemanlandia e l’ultimo calcio romantico
Inutile descrivere con le parole il calcio che ha proposto Zeman, negli anni ‘90 si parlò di Zemanlandia, ormai ultimo calcio romantico ultraoffensivo, che prevedeva come comandamento assoluto il divertimento di calciatori, allenatori e soprattutto del pubblico. Zeman ha diretto i Rossoneri per 239 match ed è uno dei Satanelli per eccellenza, con due stagioni in Serie C, due in Serie B e tre in Serie A. Eguagliò per due stagioni il record del nono posto in Serie A, ottenuto solo da Oronzo Pugliese.