Il Foggia di Zeman, la Serie A e il calcio che fu: parla Ciccio Baiano

Il Foggia di Zeman, la Serie A e il calcio che fu: parla Ciccio Baiano

Indimenticabile cuore rossonero, Ciccio Baiano bomber del Foggia in piena Zemanlandia dal 1990 al 1992 è intervenuto nel corso di Fino al 90° (puntata del 24/10/2021, Foggia-Taranto) format della domenica in onda su Mitico channel.

L’attaccante idolo dei foggiani nel corso della lunga intervista ha affrontato tanti temi, dal Foggia che fu al sogno racchiuso in un cassetto. Senza dimenticare i capitoli Serie C e Serie A. Ecco le sue dichiarazioni.

Rossonero dal 1990 al 1992, due anni da favola. Foggia le provoca ancora grandi emozioni?

Sono stati due anni fantastici, per me, per la squadra, per la città. Abbiamo vinto un campionato. Sono ricordi che resteranno nella mia testa e nel mio cuore. Quando sei in un posto nascono le amicizie che coltivi e che ricordi. Tutte le volte che parlo del Foggia mi emoziono ancora, ho girato molto ma con mia moglie quando parlo di Foggia c’è sempre grande emozione. Avevamo un gruppo che stava bene insieme dentro e fuori dal campo.

Arrivò a Foggia dopo un’annata all’Avellino non delle migliori. Insomma una vera intuizione di Zeman e Pavone.

Sì, tutto vero. Prima di arrivare a Foggia mi ritrovai a vivere una stagione disastrosa. Probabilmente Zeman e Pavone mi videro ad Empoli e Parma, quando mister Zeman era a Parma mi chiese lui. Poco dopo io arrivai e lui fu esonerato. Loro sapevano cosa avrei potuto dare ad una squadra come il Foggia.

Qual è il gol che ricorda con maggiore interesse in maglia rossonera?

Il gol che ricordo con maggiore interesse? Per un attaccante ogni gol è importante ma quello che ricordo con entusiasmo è il gol che feci contro il Bari. Calciai con il mio piede meno forte, il sinistro, ma lì fu bellissima tutta l’azione, conclusa con quel sinistro da 25 metri sotto l’incrocio dei pali. Feci una tripletta e vincemmo 4-1 con il biancorossi.

Il calcio è cambiato?

Il Taranto nell’unica occasione che ha messo la testa fuori dal proprio centrocampo ha avuto il calcio di rigore. Il calcio è cambiato? Ora si corre di più? Forse qualcuno non ricorda le partite del Foggia degli anni ’90, oltre trent’anni fa Zeman era già avanti. Seguo il calcio in generale e molto spesso vedo partite alla camomilla, quando le italiane giocano in Europa hanno difficoltà perché incontrano avversari che hanno un ritmo più alto.

Rambaudi, Baiano e Signori, il tridente delle meraviglie costruito da Zeman e fatto esplodere in Serie A. Ha modo di ascoltare o incontrare i suoi compagni d’attacco di quel Foggia?

Con Rambaudi e Signori ci siamo persi di vista. A Firenze ho tanti amici ex compagni di squadra che hanno scelto di rimanere a vivere qui. Ci incontriamo ad eventi benefici ma quando sei lontano diventa complicato.

Che idea si è fatto di questo Foggia targato Zeman 4.0?

Questo Foggia lo sto seguendo. Ho visto le partite con Fidelis Andria, Turris, Palermo e Bari, dove ha fatto una partita importante. Anche nelle sconfitte la mano di Zeman si vede. A Palermo il Foggia ha perso 3-0 ma sono stati i rossoneri a fare la partita. Nonostante sia passato poco tempo si vede che è una squadra che gioca su buoni ritmi. A centrocampo sono forti, dietro Sciacca mi sembra un giocatore di grande prospettiva, Di Pasquale non l’avevo mai visto ma mi ha fatto un’ottima impressione con il Taranto.

Ci racconta un aneddoto sul mister che l’ha lanciata nel calcio che conta?

Zeman davanti le telecamere è un muro, invece con noi è sempre stato molto divertente. Ricordo quando alle cene Rambaudi prendeva il microfono e imitava il mister. Ridevamo per ore, lui sapeva starci allo scherzo perché sapeva che aveva tutta la squadra dalla sua parte.

Rivede in questa formazione un qualcosa che vedeva ai suo tempi in lei e nei compagni di squadra dell’epoca?

Le caratteristiche di questo Foggia e del mio Foggia sono totalmente diverse. Ci accomuna una sola cosa: giovani che vogliono mettersi in mostra grazie alla guida di un maestro come Zeman. Quando si parla di Zeman e del Foggia l’attenzione è rivolta soprattutto agli attaccanti, ma noi avevamo una grande squadra in tutti i reparti. Avevamo un portiere straordinario come Franco Mancini, difensori forti e veloci come Pasquale Padalino, Matrecano, Napoli, Bucaro, centrocampisti come Barone. Eravamo forti in tutti i reparti, una squadra difficile da rivedere.

Aprendo il capitolo Serie C, chi è la favorita per il salto di categoria?

Oltre il Bari penso che il Catanzaro sia una squadra forte per la C. Il campionato se lo giocheranno queste due squadre.

Lei ha avuto modo di giocare in Serie A e sfidare avversari di tutto rispetto campioni d’Italia e d’Europa. Ma questo scudetto chi lo vince?

Lo vince l’Inter.

In chiusura, qual è il sogno nel cassetto di Ciccio Baiano?

Adesso ho un sogno, però spero che sia un po’ più in là perché ora c’è una persona che stimo e che voglio un bene dell’anima. Ma il mio sogno è tornare a Foggia come allenatore.

Daniel Miulli

Categoria: Intervista