Che fine ha fatto? Shalimov, un russo a Foggia tra Zemanlandia e belle donne

Era il lontano 1991, e l´Italia calcistica si apprestava a conoscere uno dei fenomeni calcistici che più hanno caratterizzato il nostro paese negli ultimi 30 anni: in una città della Puglia, che aveva conosciuto il grande calcio solo sporadicamente, stava per accadere l´inverosimile. Un allenatore di nazionalità ceca, ingaggiato da uno spregiudicato presidente di nome Pasquale Casillo, imprenditore considerato il “re del grano”, di lì a poco avrebbe rivoluzionato il modo di vedere il pallone nel Belpaese. Stiamo naturalmente parlando del Foggia dei miracoli di Zdenek Zeman: una squadra appena promossa in Serie A ma in grado di far ammattire il Milan degli Invincibili e la Juve di Baggio. In quel Foggia muove i primi passi gente come Roberto Rambaudi, Francesco Baiano, Giuseppe Signori e i due russi Igor Kolyvanov e Shalimov, arrivati In italia dopo la conquista degli Europei under 21 con la loro nazionale. L´artefice di questi arrivi? Il mitico ds Giuseppe Pavone, vero e proprio scopritore di talenti, attualmente al Pescara.

ACQUISTATO IN CAMBIO DI UN CAMION DI GRANO – Nato a Mosca nel 1969, figlio di operai, Igor Shalimov comincia la sua carriera nello Spartak Mosca, club in cui debutta e rimane per cinque anni, mettendo a referto 95 presenze e 20 reti. Nel ´91 finalmente la grande occasione, in Italia: viene acquistato proprio dal Foggia di Zeman. La leggenda narra che alla richiesta di un miliardo e 400 milioni avanzata dallo Spartak, Casillo rispolverò l´antico baratto e inviò a Mosca un camion di grano come pagamento. A Foggia il russo disputa un campionato da urlo: 9 reti in 33 partite da centrocampista, con il club rossonero che si classifica nono e schiera il secondo migliore attacco della Serie A, dietro solo al Milan di Sacchi.

DONNE E VIZI – Nella città pugliese il centrocampista, oltre al successo nel pallone, trova anche altre cose: alcool, sigarette, fidanzata russa di professione fotomodella e frequenti sortite notturne a Roma e Milano. E´ proprio l´amore per la bella vita che segna negativamente la sua carriera: la positiva esperienza nel Foggia, sotto l´egida di Zeman, finisce un anno dopo. Lo compra l´Inter, che rimane folgorata da questo centrocampista con la media realizzativa da attaccante: nella stagione 1992-1993 segna ancora 9 reti (tra cui quelle nel derby d´Italia contro la Juventus e la doppietta contro il Foggia come ex), l´anno successivo però non riesce a confermarsi e viene ceduto al Duisburg, anche per i suoi vizi extracalcistici.

FINALE AMARO – Di lì comincia il suo vagabondare: finisce prima a Lugano, poi torna in Italia dove gioca prima nel Bologna, poi nell´Udinese e infine nel Napoli, anche se non riesce mai a convincere come agli esordi. Ed è propio a Napoli che si interrompe la sua carriera dopo una squalifica di due anni per uso di nandrolone: la giustificazione è quella di aver mangiato carne cruda inconsapevolmente trattata con nandrolone su consiglio di un medico che lo stava curando a Mosca per un´emorragia.

IGOR OGGI – Appesi gli scarpini al chiodo, Shalimov inizia la carriera di allenatore. Nel frattempo si sposa con la bella scrittrice russa Oksana Robski nel 2008, un´unione che dura solo sei mesi. Oggi Shalimov ha 45 anni: sulla sua testa non ci sono più i capelli ricci e neri tirati all´indietro con il gel, il suo viso è molto lontano da quello scavato, pallido e spigoloso che conosciamo. Dopo anni di nomadismo però l´ex Foggia ha finalmente trovato pace: dal 2008 è ct della nazionale russa femminile. Donne e calcio, le sue passioni.