Foggia, il club perde la mutualità e farà ricorso: cos’è e come viene erogata
Notizia fresca di ieri è che il Foggia Calcio non beneficerà della mutualità di circa 1.5 milioni di euro a causa della mancata polizza fideiussoria a garanzia del superamento del monte ingaggi del mercato di gennaio, polizza sottoscritta dal club rossonero ma in ritardo, a causa dell’arresto di Fedele Sannella e delle note vicende che seguirono. La decisione è giunta dalla riunione della Lega Serie B di ieri (modus operandi discutibile per l’evidente conflitto d’interessi) con 13 voti a favore, 7 contrari e 1 scheda bianca. Tra l’altro proprio il codice di autoregolamentazione, nel corso della stagione, aveva deciso che, superato il salary cup, bisognava coprire le spese in eccesso soltanto per metà (per il Foggia i costi erano di circa 30 mila euro). Ma cos’è nello specifico questa mutualità e come funziona?
Partiamo col dire che il tutto è frutto della Legge Melandri (decreto legislativo 9 del 2008), modificato poi da un emendamento del novembre 2016 (presentato dal deputato del Pd Fanucci). Questo cambiamento è andato a sfavore dei club di Serie B. Prima infatti era prevista una contribuzione pari al 10% dei diritti televisivi del campionato di Serie A divisa secondo due mutualità: una mutualità generale (il 4%), riservata al finanziamento di settori giovanili, sicurezza stadi e infrastrutture; una mutualità CPI (il 6%), destinata, invece, ai costi di gestione dei vari club.
Con il nuovo emendamento le cose cambiano, e non poco. Viene abolita, infatti, la mutualità CPI (resta quindi soltanto la mutualità generale) e cambia anche la ripartizione: il 6% verrà destinato alla Lega Serie B, il 2% alla Lega Pro, l’1% alla Lega nazionale Dilettanti, mentre il rimanente 1% rimarrà a disposizione della FIGC stessa. Quindi la percentuale passa dal 10% al 6% e non potrà essere utilizzata per costi gestionali. Le somme a disposizione saranno destinate a programmi di sviluppo dei settori giovanili delle società, formazione e utilizzo di calciatori convocabili per le nazionali giovanili italiane maschili e femminili, investimenti per gli impianti sportivi per lo sviluppo dei Centri Federali Territoriali e delle attività giovanili della FIGC. La Federcalcio italiana rappresenterà il soggetto a cui verrà veicolato il 10% di mutualità totale (prima se ne occupava la “Fondazione per la mutualità generale degli sport professionistici a squadre”, fungendo da tramite).
In sostanza, se prima ogni società era libera di utilizzare la parte più sostanziosa della mutualità per la gestione ordinaria del club, le modifiche alla legge hanno reso obbligatorio investire tutti i soldi della mutualità in questi progetti. Il tutto “previa rendicontazione”, ovvero le società dovranno prima dimostrare di aver speso quei soldi, che in pratica significa obbligarle ad autofinanziarsi per l’intera stagione. Quindi il Foggia ha già speso circa 1.5 milioni di euro per settore giovanile e infrastrutture: soldi che non vedrà tornare indietro. Il club dauno, che comunque non è rimasto sorpreso da questa disposizione, impugnerà la decisione maturata in assemblea di Lega B appellandosi alla FIGC e proverà a far leva sul fatto di aver comunque pagato in tempo gli stipendi e sul fatto che si è sforato con la polizza per cause di forza maggiore. I lavori in casa rossonera, quindi, proseguono e in settimana dovrebbe esserci la famosa conferenza stampa per esporre alla città i programmi.