Il Foggia è un fiore che non muore

Il Foggia è un fiore che non muore

Ci hanno fatto di tutto in questi 20 anni, quante volte hanno provato ad uccidere una passione? Tante, ma puntualmente é risorta piû forte di prima.
Le cronache di questi giorni hanno rasentato il ridicolo, é proprio vero che quando la storia si ripete , la prima volta é tragedia, la seconda é farsa.
Già , perchè nella sua drammaticità abbiamo assistito ad una farsa. Proprietari che chiedono l’elemosina a tre giorni dal gong dell’iscrizione, e, pur avendo racimolato 700 mila euro, non iscrivono la squadra, anzi la iscrivono in maniera incompleta, come i ladri di Bagdad, fuggono nella notte svendendo il cadavere a degli avventurieri, prima che inizi la decomposizione.Eppure avrebbero potuto usufruire del paracadute di 1,2 milioni che sarebbe diventato di 1,6 in caso di ripescaggio del Venezia. Circa 1 milione fra contributi e diritti in C. Almeno 1 di marchandising considerando il centenario, 1 di sponsor, 2 fra abbonamenti ed incassi.
Hanno rinunciato a tutto ciô per pochi spiccioli, a due passi dal traguardo.
Naturalmente vanno considerati anche i 2 milioni di stipendi che avrebbero dovuto pagare ad Agosto, ma i numeri per affrontare la C c’erano. Senza dimenticare la monetizzaziine con le cessioni di Kragl, Deli, Camporese, Gerbo e qualche altro. Tutti insieme almeno un milione lo ricavavi.
Insomma a fronte di 3 milioni di debiti vi era la possibilità concreta di 7 milioni di entrate ed ovviamente riducendo al minimo il peso della rosa e forse con l’aiuto di qualche altro socio, il gioco poteva ancora reggere.

Ma si è voluto sfregiare una città ed una provincia, perché di questo si tratta, di uno sfregio in quanto non vi erano le condizioni drammatiche di montagne di debiti.
In tutto questo c’é stata la complicità di chi ci ha raccontato di nuovi ingressi Americani, Francesi e non si sa che altro ancora. Mai una criticità avanzata dalla stampa locale, mai.
Che sadda fa p’ campà.
Ma nella notte, nella notte piû buia, i Sannella sono scappati via dalle proprie responsabilità svendendo la squadra a due avventurieri di passaggio, come fanno i bracconieri con le pelli degli animali cacciati al di fuori della legge.
In questi 20 anni ce ne hanno fatto di tutti i colori, eppure nessuno é riuscito ad ammazzare una idea, perché il Foggia é un idea, il foggianista é come un agente dormiente, salvo poi svegliarsi dopo anni di serie D, C2, C in 4 mila a Parma , Ascoli e Cesena, per finire in 3mila a Verona.
Una tifoseria unica nel suo genere, generazioni che in silenzio negli anni piû bui hanno tramandato questa idea, questa passione .
E nelle trasferte della serie B vedi masse di folle prendere d’assalto gli stadi e cantare all’unisono, “innamorato” , si ,sempre di più, nonostante la squadra navigasse nei bassi fondi della classifica.
Un idea dunque e come tutte le idee non morirà mai. E se come le ultime notizie danno l’arrivo di due avventurieri, sappiano che non troveranno nessuna folla ad aspettarli, perché di cialtroni falsi profeti ne abbiamo visti tanti. Non ultimo un Messia nordico che parlava di serie A, facendosi gioco della passione della gente, complice e responsabile di un disastro senza precedenti.
Il Foggia siamo noi, quelli che se lo piangono ad ogni fallimento, ad ogni retrocessione e che per un giorno di gloria vivono una vita, nella speranza di un gol su un campetto di periferia e poi tornano nell’oblio. Ma l’idea non muore, il Foggia siamo noi, sono passati gli avventurieri, i giocatori, gli allenatori i nuovi e vecchi profeti, ciarlatani di ogni razza e di ogni specie.

Ma l’idea rimane, il Foggia siamo solo noi e “il Foggia é un fiore che non muore”, mai.
E se mai piû ci sarà un giorno utile per riempire lo zaccheria, se mai piû ci sarà un giorno felice per riempire le curve di tutti gli stadi d’Italia, quell’idea non morirà comunque.
E non si tratta di retorica ,di dire ci saremo anche in terza categoria, quello é scontato nonostante tutti oggi manifestino il contrario, in preda alla rabbia. Ci sarà un giorno anche dopo cent’anni di serie inferiori che d’improvviso una stadio del nord si riempirà, di migliaia di tifosi rossoneri che cantano ancora “innamorato” ,si, sempre di piû, perché quelli sono figli di una idea lontana, che é arrivata fino a loro e quel giorno loro ci saranno, figli di un sogno, figli di una idea, di una fede mai morta. Ci sarà l’odore di un mattino d’altri tempi. L’odore di te. Foggia.

Vladi