Il Foggia deve liberarsi subito di questo “cappio al collo”

Il Foggia deve liberarsi subito di questo “cappio al collo”

Siamo ormai arrivati quasi al terzo anno di gestione di queso vertice societario. Che risultati ha portato? ” U’ nuddu ammiscatu ccu’ nenti”. Cioè il nulla mischiato col niente, il niente assoluto e il nulla cosmico. Solo promesse, proclami e tante bugie che hanno portato, oggi alla vigilia del Natale del 2023 e la vigilia del 2024, il Calcio Foggia 1920 sull’orlo di una catastrofe calcistica senza precedenti. MAI nessun progetto, MAI nesun programma ma solo tanta approssimazione e molto dilettantismo. Debiti che sono cresciuti a dismisura dal momento in cui Roberto Felleca ha lasciato la societa’ alla Pintus.

Infatti a quell’epoca il bilancio era si in negativo di -750.000 euro, pero’ si era appena usciti dal periodo del Covid, con gli stadi chiusi, semza pubblico pagante e senza abbonamenti. La Socia di Cagliari aveva ceduto una parte delle sue quote il 51%, all’imprenditore di Palo del Colle, il quale ha avuto subito la fortuna di incrociarsi con due personaggi del valore morale e tecnico come Zdenèk Zeman e Peppino Pavone, ma non ha saputo trattenerli, anzi ha fatto di tutto con i suoi atteggiamenti supponenti e narcisisti, di metterli in condizione dopo una sola stagione di andarsene e di fuggire da lui il più lontano possibile.

Ma, purtroppo, questo vizio si e’ ripetuto anche la scorsa stagione, con il cambio di 5 allenatori, Fabio Gallo e’ “fuggito” con la squadra al 4° posto lasciando 4 mesi di stipendio, 3 direttori sportivi e 12 dirigenti nei vari ruoli gestionali. E’ vero, potreste controbattere dicendo che siamo arrivati a giocarci la finale dei play off, ma dovreste anche ricordare come ci siamo arrivati. Ricordate che già nel primo turno play off in casa contro il Potenza al minuto 92′ eravamo sotto 1 a 0 e fuori dalla competizione, poi al 95° un gol rocambolesco di Di Noia ci ha riportati in quota. Alla fine, solo con l’avvento di Delio Rossi e con un po’ di fortuna siamo arrivati fino alla finale. Oggi la squadra e’ allo sbando, e’ in caduta libera, senza tecnico e con un futuro che appare sempre più a tinte fosche se si pensa che siamo in piena “autogestione” nelle mani tecnico-tattiche di Olivieri e udite, udite di Antonio jr. Vacca. Ma noi, che facciamo informazione, abbiamo l’obbligo di guardare oltre e interessarci anche di cose altrettanto importanti, come per esempio visionare i bilanci della societa’ dove abbiamo notato che i -750.000 euro del periodo riferito a Felleca, sono diventati in due anni e mezzo di gestione dell’imprenditore di Modugno, ormai a quasi -7.000.000 di euro e non e’ ancora finita, perche parliamo di debiti e passivita’ a bilancio senza contare quello che potrebbe esserci fuori bilancio oltre a situazioni in sopeso, come la concessione dello stadio Pino Zaccheria e altre ingiunzioni molto pesanti che presto arriveranno. Questa caduta verticale senza soluzione di continuita’ dove ci portera’?

Non e’ assolutamente vero, come molti “tuttologi” dicono e scrivono , che NON ci sono Imprenditori Foggiani, della Capitanata e anche di fuori sede che non sono interessati oppure che NON si sono avvicinati al Foggia. E’ falso. Il problema e’ che chiunque vuole avvicinarsi alla squadra del Foggia e al maggior azionista (!), trova un muro di gomma. Un’altra falsita’ che sentiamo e leggiamo spesso e’ quella che il Calcio Foggia 1920 non e’ vendibile. Il Foggia e’ vendibile eccome. Deve essere pero’ comprato con grande intelligenza usando anche degli stratagemmi tecnici ed a compartimenti stagni. Mi spiego. Prima acquisire le quote del 51% poi il 49% e infine il 20%. La societa’ che ha in carico le quote del Foggia, la Corporate Srl, detiene l’80% del 100%. l’altro 20% lo detiene il Dott. Pelusi. Il 51% e’ stato acquisito dalla CN Sport , che non avendo liquidato la Pintus , per il valore delle quote stesse, ha aperto una fase che sara’ molto lunga di contenzioso in Tribunale tra la CN Sport e la Map Consulting che possiede ancora il 49%, sempre dell’80% del 100% della societa’. Il gruppo capeggiato dal Dott. Antonio Salandra, la Fortore Energia, societa’ finanziariamente molto solida sul mercato mondiale dell’energie alternative ed eoliche, aveva fato un grosso passo verso il Calcio Foggia 1920, mettendo insieme diversi soci altrettando solidi, sia di Foggia che della Capitanata , i quali avevano messo insiemme una congrua somma di denaro che avrebbe permesso non solo di acquistare il 51% da Canonico me anche il 49% dalla Pintus e il 20% da Pelusi cioe’ tutto il pacchetto quote del Calcio Foggia 1920 e avrebbero riportato la societa’ e la squadra verso traguardi ambiziosi. Ma parliamoci chiaro, da cosa deriva questa resistenza e resilienza dell’imprenditore Barese? Come a suo tempo, dichiarato dalla controparte, solo per far vedere la documentazione Canonico aveva chiesto 500.000 euro. Il Patron (!) del Foggia, se non e’ ancora chiaro a tutti, vuole molti soldi per cedere il suo 51%, cifre inammissibili visto che le sue quote navigano ancora dentro ai Tribunali per “insolvenza”, invece questi imprenditori del gruppo Salandra, molto credibili, solvibili e molto seri, dopo aver visto le carte si sono rifiutati , se non nella misura di un’offerta obolo di 200.000 vista la grave situazione debitoria all’azionista di maggioranza (!) di versare qualsiasi altra cifra. I conti in rosso poi derivavano non solo dalla gestione ballerina e diciamo disordinata, per usare un’eufemismo, si sono implementati anche per via dei contratti anche biennali e molto onerosi, sottoscritti ad alcuni calciatori dalla proprieta’ (!) rossonera e per una miriade di altri motivi. E pensare che il gruppo Salandra aveva gia’ preso accordi, sia con Pavone che con Zeman, per un loro ritorno alla grande sulla scena rossonera con la nuova societa’ che si sarebbe chiamata Foggia Calcio SpA. Tutto in fumo, tutto svanito nel nulla, come qualsiasi altra trattativa che cercava di avviarsi e che e’ sempre stata fatta saltare dall’imprenditore (!) di Palo del Colle. Esattamente come quella di qualche mese fa con Di Matteo e Catena, imprenditori di Bologna, a cui sono stati chiesti 1.000.000 di euro, chiaramente rifiutati dopo aver visto le carte e per finire a quella che sembrava gia’ conclusa con il commercialista di Cerignola De Cosmo che avrebbe portato a Foggia Todaro come direttore generale e Lauriola come DS ma che di fatto aveva dietro di lui l’imprenditore Campano ed ex presidente della Juve Stabia Andrea Langella. Perche’ salta sempre tutto? Cosa si nasconde dietro a questa gestione che rivela una pericolosa e dannosa imperizia e sventatezza del Calcio Foggia 1920? Non possiamo saperlo anche se ci stiamo informando. Una cosa però e’ certa, adesso bisogna intervenire con risolutezza e fare qualcosa di importante. Può, se vuole, intervenire subito l’attuale proprieta’ (!) cedendo il titolo sportivo a zero euro verso chi certamente puo’ assumersi una parte di debiti, dopo aver ricevuto la “manleva”, cioe’ l’obbligazione che si assume verso gli altri di sollevarli dalle conseguenze patrimoniali negative di un dato evento”. Ma potrebbe anche verificarsi che il titolo sportivo venga ceduto da Canonico , sempre a zero euro e consegnato nelle mani del Sindaco di Foggia che poi si dovra’ impegnare a trovare Imprenditori, che gia’ ci sono e sono pronti a farlo, in grado di acquistarlo per gestire seriamente e con la solvibilta’ dimostrata, la societa’ e la squadra di calcio. Sappiamo fin troppo bene che tutto passa nel calcio, passano i Presidenti, gli allenatori , i calciatori quindi auguriamoci che presto passi anche questa “deriva” che dura da tre lunghi anni e che possa aprirsi una nuova “vita” e una nuova “luce” per il Calcio Foggia 1920. Una nuova era calcistica che possa portare i satanelli verso traguardi ambiziosi e non romanere più “ostaggi” di un dilettantismo talmente evidente e sotto gli occhi di tutti che non vogliamo immaginare dove ci potra’ potare, o meglio, lo immaginiamo e lo sappiamo…… Può portarci solo verso il l’ennesimo FALLIMENTO.

Bruno Arcano – www.arcanorossonero.it