Niccolò Dondoni, dalla depressione alla rinascita: “Ho pensato di non poter più tornare a giocare”
La nostra vita è imprevedibile. Un giorno sei sulle stelle, il seguente sottoterra. Per un periodo sei all’apice del tuo lavoro e pensi solo in positivo, ma qualche istante successivo sei costretto a ripartire da zero.
È questa l’esperienza di Niccolò Dondoni, calciatore classe ’95. Nella stagione 2018/2019 il difensore italiano ha raggiunto la vetta, il punto più alto della sua carriera fino a quel momento: con la maglia dell’Avellino ha vinto il campionato di Serie D, con prestazioni sontuose, con la fascia da capitano al braccio destro, diventando un beniamino dei tifosi dei lupi. Dopo questa esperienza, tutti avrebbero immaginato un futuro più che roseo per Niccolò. Purtroppo però, non è andata esattamente così.
“Ho avuto dei seri problemi di salute che sono iniziati nella seconda parte di stagione ad Avellino e che hanno condizionato tutto il periodo successivo fino a pochi mesi fa”, ha raccontato Dondoni ai nostri microfoni.
Niccolò per queste difficoltà è stato lontano dal campo per ben 500 giorni. Per un giovane ragazzo che fa del calcio la sua vita, è stato difficilissimo accettare questa situazione e saperci convivere e, in alcuni momenti, lo sconforto e la paura di non poter più mettere piede in un terreno di gioco hanno sopraffatto la speranza e l’ottimismo. “I problemi fisici sono diventati col tempo anche problemi psicologici, che mi hanno fatto perdere molto peso e che hanno compromesso ancor di più il mio rientro” ci ha confessato il giovane calciatore.
Nonostante le difficoltà, Niccolò non ha perso tempo. Ha continuato a studiare e a prefiggersi degli obbiettivi per porre le basi del suo futuro. “A fine mese diventerò Dottore in Scienze Motorie. La dedizione e la costanza mi hanno portato a raggiungere questo traguardo che, per mia visione personale, è imprescindibile per l’incertezza lavorativa che riveste il mondo del calcio.”
Dondoni, inoltre, ha saputo reinventarsi e ha sviluppato “Aggettivinum”, un’attività vitivinicola nella quale presenta una selezione di vini con un aggettivo attribuito in base alle loro caratteristiche. “Durante il lockdown ho dato vita a questa iniziativa che si basa su una passione che avevo da molto tempo.” Così ha spiegato alla nostra testata il difensore, che ha aggiunto: “Insieme allo studio è stata un appiglio, un mezzo per distrarmi da un momento molto delicato.”
Niccolò lo scorso 27 settembre è tornato in campo, col Foligno. L’emozione è stata incontenibile per un ragazzo che ha superato gli ostacoli e fa di nuovo quello che ama, ma il ritorno è stato accompagnato da una nuova consapevolezza. “Pensavo di potercela fare da solo, ma mi sbagliavo di grosso. In questa esperienza ho capito che farsi aiutare delle volte ti cambia la vita. Ho intrapreso un percorso importante che mi ha portato nel tempo a risollevarmi psicologicamente, a tornare a giocare cercando di essere propositivo e positivo focalizzandomi solo sull’obbiettivo e le sfide che ogni giorno si pongono davanti a noi. Anche nel periodo più buio della nostra vita ci sarà una ragione per rialzarsi, per tornare ad essere felici, per rivedere la luce in fondo al tunnel. Ho imparato che sono i sogni la chiave che ti permettono quotidianamente di andare avanti, di svegliarsi la mattina con determinazione e penso non ci sia cosa più bella di riuscire a raggiungerli. Auguro a tutti coloro che vivono periodi difficili di non abbandonare la presa, perché una volta rialzati la vita può solo regalarci soddisfazioni ed essere più bella.”
Dondoni è un eroe silenzioso ma che ha fatto rumore, perché è un esempio di rinascita, perché come un’araba fenice ha avuto la forza di ripartire proprio quando tutto sembrava finito.
Antonio Iammarino