Riccardo Innocenti: «Che gioia quel gol allo “Zaccheria”»

Riccardo Innocenti: «Che gioia quel gol allo “Zaccheria”»

L’ex attaccante biancorosso ricorda il suo gol al Foggia di Zeman

Era famoso per i suoi gol, i tifosi lo chiamavano semplicemente “Re Riccardo”. Non poteva mancare la sua firma da bomber giramondo anche nel derby Barletta-Foggia. Riccardo Innocenti ha segnato contro i rossoneri allo “Zaccheria”, quando dall’altra parte sedeva un certo Zdenek Zeman e in campo c’era il tridente terribile composto da Sau, Insigne e Farias. Ora Innocenti, a 40 anni, difende i colori del Ravenna, ha deciso di rimanere vicino casa ma di continuare a rincorrere un pallone. Alla vigilia di Barletta-Foggia, l’ultimo grande protagonista del pre-partita è proprio “Re Riccardo” Innocenti, che ricorda con piacere ed emozione quei momenti indimenticabili.

Riccardo, quanti ricordi hai della tua esperienza a Barletta?
«Sono legatissimo a Barletta. Mi ricordo che dopo un corteggiamento durato qualche anno, a gennaio di quella stagione lì ero a Taranto, stavo facendo molto bene, avevo fatto dieci gol, e decisi di andare via da Taranto per andare a Barletta. Era una scommessa con me stesso, motivata anche dal fatto che a Barletta avevo molti amici importanti, conoscevo la società per la sua serietà. Presi questa decisione anche impopolare, per fare questa avventura un po’ disperate, ma che alla fine mi diede una gioia immensa, come una vittoria in campionato. Sono arrivato in un momento difficile, poi a gennaio è arrivato mister Cari e riuscimmo a fare quella salvezza miracolo, facemmo 24 punti in 12 partite. Riuscimmo a salvarci a Lanciano, ricordo tutto con molto piacere».

E la tifoseria ti ha sin da subito rispettato e osannato…
«È una cosa ricambiata, perché la gente di Barletta mi ha trattato molto bene. Io ho vissuto a Barletta per tre anni, una parte di me è legata anche a questa città. Anche quando ho giocato ad Andria ho vissuto a Barletta, i miei bambini hanno fatto tre anni di scuola lì, ho tanti amici, sono molto legato al territorio».

A dieci chilometri da qui, un’altra squadra a te cara è tornata tra i professionisti…
«Colgo anche l’occasione per fare i complimenti all’Andria che è tornata nel calcio che le compete dopo soli due anni. La retrocessione subita proprio contro il Barletta mi è rimasta un po’ lì, perché maturata al termine di una stagione molto travagliata caratterizzata da problemi societari. Abbiamo fatto tanti sacrifici, ma purtroppo è finita in questo “scontro tra fratelli” che entrambe le parti volevano».

Avendo giocato tanti anni in Puglia, hai vissuto tanti derby. Che atmosfera si prova in campo nel disputare partite così sentite?
«I derby sono tutti molto particolari. I derby tra Andria e Barletta, essendoci un gemellaggio, è una festa sportiva a prescindere da quello che succede in campo. È un’aria che si dovrebbe respirare in tutta Italia, è una cosa molto bella. Ho vissuto anche tanti altri derby in Puglia, avendo giocato anche a Taranto e a Gallipoli. Dovunque ho cercato di onorare la maglia, ma ricordo positivamente derby civili, con tanta gente sugli spalti».

Quali ricordi hai della vostra vittoria allo “Zaccheria”?
« Fu la prima partita di mister Cari, la mia seconda. Riuscimmo ad espugnare lo “Zaccheria”, io segnai il secondo gol. Il risultato finale contro la squadra di Zeman fu un 2-0, nel Foggia davanti c’erano Sau, Insigne e Farias, e altri giocatori come Romagnoli e Salamon che dopo sono arrivati in serie A. Non dovevo giocare quella partita, mi feci male all’adduttore il giovedì. Scesi in campo solo perché era una di quelle partite che non si potevano saltare, in una condizione precaria. Ricordo uno schema in allenamento, la palla doveva giungere sul secondo palo da una punizione. Se non sbaglio, fu Lucioni a spizzare la palla dall’altra parte dell’area. L’avevamo provata il giorno prima con il mister, e io riuscii a segnare. Fu una gioia bellissima, purtroppo c’erano pochi tifosi del Barletta, perché c’era il divieto di acquisto del biglietto, ma ero molto contento di aver contribuito alla sconfitta di una squadra che in casa aveva sempre segnato almeno due gol. Noi riuscimmo a chiudere senza subire gol e facemmo una partita importantissima. Non posso dimenticare il nostro ritorno a Barletta, con 300 tifosi ad accoglierci allo stadio, fu una cosa veramente emozionante, nonostante eravamo penultimi in classifica. Fu una giornata indimenticabile».

Stai continuando a seguire le sorti dentro e fuori dal campo del Barletta?
«Assolutamente si, ho visto dei problemi societari. Questo mi dispiace molto, è una cosa che fa male. Barletta e Andria meritano di rimanere in categoria. Spero che si risolva tutto per il meglio. Sono sicuro che i barlettani hanno a cuore, così come gli andriesi, la propria squadra di calcio: sicuramente, se ci dovessero essere difficoltà importanti a livello societario, così come ci sono, qualcuno salverà la squadra».

Qual è il tuo pronostico per il derby del “Puttilli”?
«Io mi auguro che vinca il Barletta. Sicuramente è una partita aperta. Ho tanti amici da una parte e dall’altra: nel Barletta Turchetta, Radi e Quadri, a Foggia ci sono Agnelli e D’Allocco che sono ex Barletta, c’è Leonetti che ha giocato con me ad Andria e Dibitonto che è barlettano ma prepara i portieri rossoneri. Spero sia una bellissima giornata. Sarà una partita da tripla, sono due squadre che hanno fatto benissimo, che segnano e lasciano anche segnare. Barletta e Foggia giocheranno a viso aperto. Spero che sia una partita ricca di gol. Ovviamente io faccio il tifo per il Barletta e mi auguro alla fine di vedere un Barletta vittorioso e che fuori dal campo riesca a trovare quella serenità che è venuta a mancare dal punto di vista societario».

Fonte: www.barlettaviva.it

Categoria: L'Avversario