QUI TARANTO – Il progetto Prosperi-De Gennaro è fallito!

Dobbiamo essere onesti: il progetto De Gennaro/Prosperi è fallito! Lo confermano i risultati e la storia di una squadra che con il cambio tecnico non ha trovato alcun giovamento. Non mi nascondo, sono stato uno di quelli che ha chiesto a gran voce l’esonero di Aldo Papagni, reo di aver costruito, la scorsa estate, una squadra senza un vero e proprio filo logico. Qualcuno potrebbe obiettare: ma ha dovuto fare di necessità virtù dal momento che le risorse economiche, già erose dal fondo perduto, erano esigue. Beh, se così fosse, allora ti dimetti e torni a casa, mettendo la dignità di uomo davanti all’interesse economico. Ma questa è storia passata. Il presente ci mette drammaticamente di fronte a un Taranto, quello di Fabio Prosperi e Pantaleo De Gennaro, che non ha fatto registrare progressi, che non ha gioco nè identità. E allora, bisogna prendere atto del fallimento e porre rimedio. Conosco molto bene Elisabetta Zelatore e Tonio Bongiovanni, so che in questo momento oltre a essere il bersaglio preferito di detrattori e tifosi giustamente delusi, stanno soffrendo più di ogni altro. So che sono in buonafede e gli errori sono stati commessi per il troppo amore. Sono inoltre fermamente convinto che con loro si possa aprire un ciclo, ma considerando il momento forse è il caso di voltare pagina, ammettere di aver puntato sul cavallo sbagliato e ripartire.

Prosperi non è stato molto fortunato, magari un giorno diventerà un grande allenatore (ce lo auguriamo per lui), ma non è ancora pronto per condurre questo Taranto alla salvezza. Oltre alle idee di gioco, che latitano, un buon tecnico è tale quando riesce a fare gruppo evitando di mettere se stesso davanti agli altri. Questo, per esempio, è stato il miglior pregio di Davide Dionigi. Ma ognuno ha il suo carattere e con il tempo e l’esperienza si smussano i difetti esaltando i pregi. Col senno di poi, è facile dire che Papagni andasse sostituito con un tecnico più navigato, però, alla luce dell’ennesima prova incolore di una squadra che non dà mai la sensazione di essere padrona del proprio destino, è conveniente intervenire in maniera forte e decisa. E se sul mercato non si troverà un’alternativa valida, allora tanto vale richiamare Papagni mettendolo di fronte alle proprie responsabilità. E poi, è ancora a libro paga.

Categoria: L'Avversario