La domenica allo stadio, sui gradoni o seduti sulla propria poltroncina, è indifferente. Conta sostenere la squadra rossonera e lottare insieme a loro. Conta esserci e farsi sentire.
Ci giochiamo tanto contro il Grumentum, squadra da non sottovalutare, che nel momento in cui metterà piede allo Zaccheria vivrà un sogno. Mentre noi invece, il nostro sogno, abbiamo il dovere di viverlo sempre: ogni giorno, ogni ora, ogni singolo minuto. Ci giochiamo tutto. Come sempre, dal resto.
Il Foggia scenderà in campo come se fosse una finale. Con il sangue agli occhi e la bava alla bocca, come leoni famelici. Come se dagli altoparlanti dello Zaccheria suonasse l’inno della Champions League. E per questo bisogna riempire lo Zac!
Ci vuole la giusta cornice per i ragazzi, ci vuole la carica a mister Corda; bisogna spingere la squadra alla vittoria proprio come accadde col Taranto, quando tutti insieme spingemmo la palla di Tortori in porta. Al 95’, per renderla ancora più bella.
Perché squadra e pubblico devono essere un’unica cosa. Devono scendere in campo insieme, lottare e sacrificarsi fino all’ultimo secondo di gioco. Fino all’ultima goccia di sudore.
Perché esserci significa crederci.
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Calcio Foggia 1920