Neopromosse: doppi salti e scivoloni negli ultimi dieci anni
Il Foggia è tornato in B dopo 19 interminabili anni e si appresta a vivere il prossimo campionato da matricola. Iniziano a circolare tanti pareri su come si debba affrontare la prossima stagione: c’è chi firmerebbe per ottenere la salvezza, anche all’ultima giornata, chi vorrebbe giungere al mantenimento della categoria con tranquillità o addirittura chi sogna di cavalcare l’onda dell’entusiasmo ottenendo la seconda promozione consecutiva. Il punto di partenza deve essere il mantenimento della categoria, ma non bisogna porsi limiti e alcuni dei casi che vengono presentati in questa analisi lo dimostrano. Occhio però a non incappare in brutte sorprese. In questo “percorso” sono riportate le squadre che si sono contraddistinte per la doppia promozione e di club che si sono dimostrati non all’altezza della categoria retrocedendo immediatamente.
2016/17: Partiamo dalle vicende della SPAL di mister Semplici, ripartita nel 2012 dai dilettanti dopo il fallimento, esattamente come il Foggia, è riuscita a trionfare nel campionato di B da neopromossa con un organico che apparentemente non sembrava essere allestito per ambire alla promozione diretta e che poi si è dimostrato, attraverso la continuità, ampiamente all’altezza del risultato ottenuto. La squadra di Ferrara dopo la prima promozione non ha variato enormemente l’ossatura del proprio organico ma lo ha puntellato, soprattutto in attacco con gli innesti di Antenucci ad inizio anno e di Floccari nella sessione invernale. La SPAL è un esempio di come non si debba necessariamente eccedere con le spese per effettuare il doppio salto, anche se gli estensi hanno un numero di prestiti abbastanza alto e questa componente potrebbe non agevolare in serie A, soprattutto se non dovessero essere rinnovati.
Magico salto che ieri è stato compiuto anche dal Benevento di Marco Baroni che è stato molto bravo nel cementare e migliorare un collettivo ben attrezzato. Rispetto alla SPAL gli stregoni campani hanno investito parecchio e hanno costruito un’ottima squadra con ambizioni da playoff, con innesti del calibro di Ceravolo, Camporese, Cragno. Il Benevento è uno di quei rari casi nei quali si può dire che il cambio di gioco e di allenatore sia servito, infatti sarebbe stato quasi utopia pensare che con un tecnico come Auteri (autore della prima promozione dei giallorossi), molto legato alla terza serie ma che in B non ha mai convinto, il Benevento potesse ottenere la promozione. Tuttavia bisogna doverosamente sottolineare che il Play Off (come un portale magico) ha concesso al Benevento la chance di avere la meglio sul Frosinone che aveva racimolato 9 punti in più e che quindi sulla carta avrebbe meritato qualcosa in più, ma i sanniti, capeggiati da Baroni, che ha dato a questa squadra una dimensione da categoria superiore, hanno meritato alla grande il risultato ottenuto.
Chi invece non è riuscito a mantenere la categoria è stato il Pisa di Gattuso che lo scorso anno aveva sconfitto i “satanelli” nella finalissima playoff e successivamente aveva mantenuto il blocco di giocatori della promozione. A differenza della SPAL la squadra toscana si è indebolita nel mercato di riparazione, e ha perso un giocatore su tutti, Eusepi, senza riuscire a rimpiazzarlo adeguatamente. L’errore più grande dei nerazzurri è stato quello di non sfruttare la sessione invernale per ampliare la rosa che per la B, un campionato molto lungo, era troppo ridotta nonostante il monte ingaggi tra i più alti della categoria, probabilmente hanno pagato la difficile situazione societaria vigente durante la prima parte della stagione.
2015/16: In questa annata invece bisogna menzionare il percorso del Como, squadra che si era guadagnata nell’ultima giornata di campionato l’accesso ai playoff di Lega Pro e che era riuscita sorprendentemente a vincerli riuscendo a battere Benevento, Matera e Bassano Virtus in finale. Tuttavia i Lariani non si sono confermati in B, infatti arrivò una retrocessione immediata con soli 33 punti ottenuti.
2014/15: L’autentico miracolo di questa annata è stato il Frosinone di Stellone, che è riuscito nella doppia promozione dalla Lega Pro alla serie A. La squadra laziale non ha vinto nessuno dei due campionati, infatti le promozioni dei gialloblù sono arrivate sempre dal secondo posto, la prima nei playoff, dove i leoni hanno sconfitto Salernitana, il Pisa e il Lecce in finale, la seconda per accesso diretto dopo aver concluso in seconda posizione il campionato di serie B. Il club frusinate ha mantenuto quasi sempre un assetto di squadra simile e gli acquisti sono stati pochi e mirati, questo aspetto ricalca l’importanza di avere un gruppo saldo per il raggiungimento di risultati importanti i. I giocatori più importanti tra le new entry, dopo la prima promozione, sono stati Federico Dionisi e nel mercato di gennaio Paolo Sammarco che si sono rivelati fondamentali per la seconda cavalcata frusinate.
2012/13: La neopromossa di stagione è la Pro Vercelli di mister Braghin. I Piemontesi sono riusciti ad ottenere la B attraverso la porta playoff, gli eusebiani avevano sconfitto prima il Taranto, poi il Carpi in finale. Dopo la promozione la “Pro” ha acquistato molti giovani provenienti dalle formazioni più blasonate di A ed alcuni giocatori nel crepuscolo della loro carriera, tra cui Simone Tiribocchi bomber giunto dall’Atalanta. I bianco crociati hanno terminato la stagione con 33 punti e con la retrocessione in Lega Pro dopo un solo anno di permanenza in B.
2011/12: Negli ultimi 10 anni questo è l’unico caso in cui ci sono state due retrocesse provenienti dalla Lega Pro: la Nocerina di Gaetano Auteri e il Gubbio di Vincenzo Torrente. Entrambe le squadre vinsero i rispettivi gironi, ma non riuscirono a confermarsi.
Il Gubbio nell’anno della promozione vantava un organico di tutto rispetto che gli ha permesso di capeggiare nel proprio girone. A promozione ottenuta gli umbri non hanno riconfermato il tecnico e hanno ingaggiato Fabio Pecchia che è rimasto per sole 10 giornate, per il resto del campionato ci sono stati vari avvicendamenti tra cui Gigi Simoni. La squadra umbra ha cambiato molto il proprio nucleo e questo ne ha penalizzato il rendimento in B, gli eugubini hanno concluso il torneo con 32 punti al 21° posto.
La Nocerina invece, dopo aver vinto il Gir. C con giocatori esperti e adatti alla categoria non ha modificato il suo organico e ha riconfermato il tecnico Auteri che è stato esonerato solo per una giornata nel corso del campionato. I molossi nel biennio avevano puntato a un tipo di calciatori adeguati per la C ma che per la B risultavano leggermente al di sotto delle livello del campionato, lo stesso Auteri era lo specchio di questa squadra. I campani dopo aver totalizzato 40 punti non riuscirono ad evitare la retrocessione giunta al terzultimo posto.
2010/11: Nel 2010/11 si affacciarono in B due realtà: una piemontese, il Novara di Attilio Tesser e una veneta, il Portogruaro di Viviani/Agostinelli. Il Novara di Tesser ha rappresentato una delle storie più affascinanti degli ultimi anni: gli azzurri vinsero il girone A della Lega Pro con un organico di alto livello con Rubino, Gonzalez, Rigoni tra i giocatori più quotati. A promozione ottenuta i gaudenziani mantennero l’allenatore e un assetto di squadra praticamente identico a quello visto in terza serie, tant’è che nella sessione estiva non giunsero calciatori più forti di quelli che già militavano nel club, ma soltanto alcuni rincalzi utili per il campionato. Nella sessione invernale invece arrivarono alcuni nomi importanti tra cui Alex Pinardi esperto centrocampista che contribuì a far trionfare gli azzurri nei playoff che poi li avrebbero portati in A dopo essere riusciti a battere la Reggina in semifinale e il Padova in finale. Il Novara a inizio anno non era assolutamente quotato per la promozione in Serie A, ma grazie a un ottimo lavoro di squadra riuscì ad andare oltre le proprie possibilità.
Il Portogruaro invece visse un percorso “boomerang” a differenza del Novara. I granata dopo aver vinto il girone B di Lega Pro cambiarono l’allenatore che li aveva portati in B, infatti Alessandro Calori firmò per il Padova. Per la cadetteria fu scelto Fabio Viviani, successivamente esonerato a avore di Agostinelli. Il Portogruaro costruì una squadra che all’inizio non appariva da zona retrocessione, ma nonostante la mancanza di risultati la squadra non fu rinforzata ulteriormente a gennaio e questo dato contribuì al ritorno in Lega Pro.
2009/10: In questa stagione, come in quella raccontata precedentemente, due neopromosse vissero situazioni opposte: il Cesena di Bisoli e il Gallipoli di Giannini/Rossi.
Il Cesena nel biennio che la portò al doppio salto di categoria aveva un organico decisamente importante fin dall’anno della prima promozione, con giocatori come Giaccherini, Schelotto o Ceccarelli che poi sono arrivati in serie A con i bianconeri. I romagnoli riuscirono ad ottenere il “pass” per la B con 60 punti all’attivo, successivamente fu molto importante la conferma di Bisoli, a dimostrazione di quanto sia importante la “conservazione” dell’allenatore per puntare al doppio balzo di categoria. In Serie B i bianconeri effettuarono acquisti di spessore che furono decisivi per la promozione in A, tra cui G.Colucci, Antonioli, Bucchi e Malonga. Il Cesena, con la sorpresa di tutti, riuscì nella promozione in serie A dal secondo posto. Il bianconeri a differenza di Novara e Frosinone ottennero la salvezza nel primo anno di Serie A e il fatto che molti giocatori passati per Cesena abbiano disputato gli ultimi Europei, dimostra quanto fosse davvero forte questa squadra.
Molto triste fu invece la situazione del Gallipoli che ottenne una meritata promozione in serie B, con una squadra composta da giocatori giovani molto bravi e da alcuni nomi più esperti. In serie B arrivarono calciatori importanti, tuttavia la situazione societaria dei salentini rese davvero molto complicata la stagione, tant’è che i giallorossi ebbero un rendimento in netto calo dopo un buon inizio e tornarono subito a calcare i campi della Lega Pro.
2007/08: Il Ravenna di Pagliari vinse il girone b della serie C1, nell’anno in cui il Foggia perse il playoff con l’Avellino. Giunti in B i giallorossi, non riuscirono mai ad andare troppo oltre la zona retrocessione e conclusero il loro campionato con 35 punti e con una retrocessione che li riportò in Lega Pro.
2006/07: In questa stagione ci furono due squadre che riuscirono ad andare dalla C1 alla A e furono il Napoli di Edy Reya e il Genoa di Vavassori. Bisogna però evidenziare che queste due squadre vantavano un blasone e una solidità societaria superiori alla norma, tant’è vero che attualmente sono ancora in serie A senza essere mai retrocesse. Il Napoli vinse il girone B di C1 con 68 punti, tantissimi considerando il numero delle partite (34), con un distacco dalla seconda di 13 punti. In Serie B i partenopei confermarono Reja in panchina, un mister esperto e inoltre allestirono un organico molto competitivo con nomi del calibro di Calaiò, Cannavaro, Domizzi e molti altri. Gli azzurri ottennero la promozione al secondo posto (al primo c’era una Juventus stellare con molti giocatori reduci dalla vittoria del mondiale del 2006). Il Napoli è un’anomalia tra le squadre descritte, poiché, nonostante fosse una neopromossa, risultava tra le favorite per la promozione in serie A già ad inizio campionato.
Il Genoa invece è una delle due squadre degli ultimi dieci anni (insieme al Benevento) ad aver ottenuto una doppia promozione cambiando il tecnico nel corso delle due stagioni, i grifoni in Serie C con Vavassori in panchina, riuscirono ad ottenere la promozione in B soltanto ai playoff battendo Salernitana e Monza. Nella serie cadetta i giallorossi si presentarono con una rosa molto folta e con giocatori importanti tra cui, tra cui Adailton, Sculli, Juric e tanti altri, ma soprattutto con un nuovo allenatore: Gian Piero Gasperini che aprì un grandissimo ciclo con la squadra ligure che portò a in Serie A dal terzo posto con 78 punti totalizzati, eccezionalmente senza disputare i playoff per via del regolamento che in caso di distacco maggiore di dieci punti dalla 4° classificata enuncia che il post-season non vada giocato.
Osservando questo percorso si può notare un dato eclatante, ovvero di come nel corso degli anni si sia abbassato notevolmente il livello medio del campionato di B, difatti sono state 7 le squadre che sono riuscite nell’impresa di approdare dalla terza serie alla prima in sole due stagioni. Ciò che insegnano le neopromosse che riescono a ripetersi anche nell’anno successivo, nella maggior parte delle situazioni, è che non bisogna rivoluzionare in toto una squadra che ha portato a risultati positivi. Non sempre basta spendere tanti milioni, non sempre serve esclusivamente ingaggiare top player per poter essere da salto di categoria, basti pensare al Bari e al Cesena in questa stagione che con due organici da piani alti della classifica, ma poco collaudati, non sono riuscite a fare meglio di Perugia, Cittadella o SPAL che avevano un monte ingaggi decisamente più basso. Gli ultimi anni dimostrano che mantenere un gruppo coeso può essere importante, trattenere un allenatore che conosce la squadra quasi fondamentale. Un’altra componente importante in una piazza come Foggia sono i tifosi che devono avere la pazienza e la capacità di saper aspettare i risultati senza mugugnare inutilmente, anche se non dovessero arrivare immediatamente. Provare un eventuale doppio salto potrebbe non essere un’utopia, lo stesso Agnelli ha evidenziato a più riprese che è giusto che i tifosi sperino che accada, senza montarsi troppo la testa, ma continuando a conservare l’entusiasmo positivo di questa stagione che ha portato grandissimi risultati.