Nonno Ciccio emblema del tifo vero

Nonno Ciccio emblema del tifo vero

Ho avuto il piacere di conoscere Nonno Ciccio, tifoso d’altri tempi ed esempio per tutti. La sua passione per il Foggia non conosce ostacoli né limiti.

22 marzo 2015, sono ad Aprilia, nello stadio dove gioca la Lupa Roma, in attesa di vedere la partita di Lega Pro contro il Foggia.

Sono circa le 12:00 e sono nel settore ospiti che pian piano si riempie di supporters rossoneri, quando, un simpatico ed eccentrico signore, con la chioma raccolta in un lungo codino, si avvicina alla rete che separa il terreno di gioco dagli spalti.

Vestito tutto di rossonero, comprensivo anche di cappellino, ha sotto il braccio uno striscione il cui testo recita “W FOGGIA W NONNO CICCIO” che tenta di appendere, aiutato anche da altri tifosi foggiani che lo salutano calorosamente.

Durante la partita si anima e non manca di imprecare dopo il gol del vantaggio della Lupa Roma e, approfittando della pausa nell’intervallo, complice anche l’orario, tira fuori posate e pasta al sugo, gustandosi il pasto prima che i giocatori rientrino in campo per la seconda parte di gara.

A dire il vero, nel momento del pareggio di Iemmello, in pieno recupero, non ho avuto la prontezza e la lucidità di osservarlo esultare, preoccupato più che altro di non cadere dagli spalti che tremavano dalle grida di incitamento dei foggiani, speranzosi più che mai di un ingresso nei play off.

In quel momento non sapevo chi fosse e, solo a fine partita, ho scoperto che in realtà, è un tifoso molto conosciuto nell’ambiente dei satanelli. Per la prima volta avevo incontrato “Nonno Ciccio”.

Incuriosito dopo quell’incontro, ho deciso di informarmi, raccogliendo più informazioni possibili e, il risultato al quale sono giunto è che, nonostante possa apparire a prima vista un personaggio eccentrico, racchiude in sé l’essenza del vero tifoso.

Nonno Ciccio, il cui vero nome è Francesco Malgieri, ha 88 anni e, da quando ha memoria, il suo più grande amore è una squadra che veste rossonero, ha dei satanelli come simbolo e gioca al Pino Zaccheria: il Foggia.

Contadino da una vita, vive a Sant’Agata di Puglia, dove all’età di 10 anni, nel 1937, rubò allo zio, fabbro ferraio, una bicicletta che stava aggiustando per un cliente per pedalare di corsa al Campo Sportivo del littorio, dove all’epoca giocava il Foggia.

50 kilometri di strada sterrata per un fuoco di passione, o meglio tre fiamme, come quelle dello stemma civico, 3 come i gol che in quell’occasione segnò il Foggia, senza subirne.

Terminato il match, il piccolo Francesco si rimise in sella alla bicicletta per tornare a casa, ma sulla strada bucò una gomma e dovette caricarsi la bici sulle spalle, percorrendo decine di kilometri prima di giungere a casa, all’alba. “Per il Foggia ne valeva la pena”, ricordo indimenticabile di quella giornata, terminata con qualche cinghiata dello zio, arrabbiato per la bravata ed evidentemente non ancora consapevole che quello del nipote era un richiamo più forte di qualsiasi altra cosa.

Da quel giorno, Nonno Ciccio non si è più perso una partita del Foggia, che si giocasse in casa o in trasferta, macinando spesso chilometri in solitaria, adesso però, guidando non più una bicicletta, ma la sua inarrestabile macchina, che ogni mercoledì prima delle trasferte, porta in concessionaria per un rapido controllo, per assicurarsi che disavventure come quella della sua primissima trasferta non si ripropongano.

Noncurante della categoria, dei risultati o del maltempo, Nonno Ciccio c’è sempre! La sua passione non conosce limiti né ostacoli e, non stupisce che in certe occasioni nel settore ospiti dedicato ai tifosi rossoneri, ci sia soltanto lui, con i suoi immancabili striscioni.

Gli aneddoti per lui abbondano e, forse, il più eclatante risale alla domenica in cui pronunciò il fatidico sì, sposando sua moglie. Dopo il matrimonio, lasciò tutti gli invitati al ricevimento perché l’altro suo grande amore giocava, perché lui il Foggia lo sposa ogni domenica.

Una vera e propria star, continua a ricevere attestati di stima e rispetto dalla società rossonera e soprattutto dai tifosi, che per lui hanno anche intonato un coro: “Nonno Ciccio alè, Nonno Ciccio alè”.

Questo è Nonno Ciccio, un grande uomo prima che un grande tifoso, dimostrazione vivente di come il calcio possa ancora regalare emozionanti momenti di passione e amore, come quella di Francesco Malgieri, ma voi potete chiamarlo Nonno Ciccio.

 

Daniele Bondanese – www.itmustbesport.com