Nel disastro del Ceravolo, la formazione rossonera offre la peggiore prestazione della stagione. Barraco e Iemmello due fantasmi. Agostinone, errore da matita blu.
Il Foggia perde a Catanzaro, rimediando la peggiore sconfitta (come passivo) della stagione, nella peggior partita della stagione. Se contro il Savoia i rossoneri avevano potuto recriminare per alcuni episodi sfortunati (pali e parate del portiere avversario) contro il Catanzaro la formazione di De Zerbi dura metà tempo, prima di capitolare sulla punizione di Rigione per poi sciogliersi definitivamente dopo la cavalcata vincente di Russotto. Un crollo psicologico e fisico che non ci si aspettava, e che forse compromette definitivamente il discorso playoff, anche se la matematica lo rende ancora perseguibile.
Narciso 5 – Esco o non esco? Mentre il portierone si lascia immobilizzare dall’amletico dubbio, restando a metà strada, Rigione anticipa un’intera difesa e la mette dentro. Accenna come tutti una timida protesta, ma il difensore giallorosso partiva da dietro. Incolpevole sulle altre due reti, ma rischia di prenderne altri e non appare sempre concentrato.
Bencivenga 5 – Tra i più attivi sulla corsia da dove fa partire un numero cospicuo di cross. Troppo basso il numero di quelli ben eseguiti. Disperatamente rincorre e cerca di fermare Russotto, senza riuscirci.
Potenza 5,5 – In un pomeriggio da dimenticare, anche i più esperti cadono, pur senza sprofondare. Le tre reti non lo vedono coinvolto in prima persona, ma ha giocato partite più belle.
Gigliotti 5,5 – Sfortunato, sia perché centra un legno da calcio d’angolo, sia perché sull’azione del terzo gol, si scontra con Narciso e ha la peggio. Tra questi due episodi passano parecchi minuti di sofferenza,
Agostinone 4,5 – Lascia basito Potenza e i tifosi, per quello che voleva essere un disimpegno per Potenza, e che invece è diventato un assist per Bernardo. Perfetta fotografia dell’attuale momento dei giocatori, che in questo momento ci stanno capendo ben poco. Già nel primo tempo Mancuso gli aveva procurato forti emicranie.
Agnelli 5,5 – Non fa mancare la buona dose di lotta e corsa. Da buon capitano è l’ultimo ad arrendersi, ma anche lui commette tanti errori.
Quinto 5 – Dopo il gol di Rigione, è il primo ad alzare la mano per invocare un fuorigioco che non c’è. E’ proprio lui a perdere la marcatura sul difensore catanzarese, che gli sbuca alle spalle mentre lui osserva il pallone.
Sicurella 5,5 – Cosa sarebbe accaduto se il suo tiro dalla distanza si fosse insaccato nella porta di Bindi? Lo si pensa. Ma parliamo di calcio non di ucronia. Di fatto la sua partita finisce lì, anche perché al 45’ De Zerbi lo tiene in panca per inserire un’altra punta. A conti fatti, è tra quelli che commette meno danni. (1’st Sarno 5,5 – Una punizione che impegna Bindi, e poco più. Non inventa granché, ma difficilmente gli si può chiedere di trascinare una squadra che con la testa è da tutt’altra parte).
Barraco 4,5 – Su Facebook i gruppi di tifosi del Catanzaro salutarono la sua cessione come saluterebbero l’arrivo di un top player dalla serie A. Dopo la gara di ieri verrebbe da dire “Ecco il perché” (11’st Sainz Maza 5,5 – Di lui si ricordano un paio di passaggi semplici e una randellata nella trequarti avversaria, che gli procura un’ammonizione).
Iemmello 4 – Quando parla di Catanzaro gli brillano gli occhi. Giusto, si chiama amore viscerale per la propria terra. Un legame che però non vieta di giocar bene, e magari segnare, contro la squadra che rappresenta le proprie origini. Lui invece sembra paralizzato, non lotta sui palloni con la verve nota ai più, e arriva tenero come il tonno che si taglia col grissino, su un pallone sfuggito a Bindi. L’eroe biblico Sansone perse le forze dopo che gli tagliarono i capelli a tradimento. A lui invece basta semplicemente tornare a casa per smarrire le proprie forze.
Cavallaro 5,5 – Resta tra i più attivi, pur quagliando poco. E’ l’unico che cerca di saltare l’uomo, e un paio di volte ci riesce (37’st Bollino s.v. – Entra lui e sembra quasi di assistere al tipico cambio operato dall’allenatore che non sa più cosa fare. Entra quando la partita è praticamente finita da un pezzo. Pochi minuti per giustificare la doccia).
De Zerbi 5 – Al termine dell’incontro difende a spada tratta i suoi, che sono venuti meno nel momento in cui bisognava serrare le file. Fa bene, così come fa bene a puntare il dito contro chi facilmente è sceso dal carro o si appresta a farlo dopo il doppio k.o. in quattro giorni. Resta da capire cosa succede alla sua squadra, crollata psicologicamente più che fisicamente.
Fonte: www.foggiatoday.it