La Lega Pro ai nastri di partenza. Sarà una stagione sontuosa. L’Italia dei campanili propone un campionato esaltante. L’ho più volte definito, a ragione,una “B2”. Non sto ad elencare il prestigio e la tradizione di questa o di quella piazza. Sarebbe riduttivo. Sono tutti club importanti. Tutti da porre sullo stesso piano. Meritano tutti una grande considerazione. Grandissimo rispetto. Cito soltanto un esempio (nessuno se ne dolga) nel quale sono racchiuse una miriade di sfaccettature, se il Renate oggi affronta il Livorno, alla pari,una ragione ci deve pur essere. E questa va ad esclusivo vantaggio del Renate.
Il prossimo week and regalerà le prime emozioni. La parola passa al campo. Le tante “chiacchiere” del calcio sotto l’ombrellone lasciano il passo al giudizio inappellabile del risultato. La dura legge del gol avrà il sopravventosu tutto.
Le operazioni di mercato nell’allestire o completare gli organici hanno inevitabilmente creato i presupposti per assegnare a questa o quella squadra i favori del pronostico. Lecce, Matera, Foggia, Juve Stabia e Catania appaiono, sulla carta, le favorite del girone C. Pende, è vero, sui siciliani un deferimento per fatti riguardanti l’indagine dei “ i treni del gol”, ma le capacità manageriali di Pietro Lo Monaco lasciano pensare che quell’eventuale gap potrà essere recuperato in corso d’opera.
Le turbolenze che hanno accompagnato l’avvio di stagione del Foggia non dovrebbero aver scalfito, più di tanto, le grandi ambizioni dei dauni nella corsa alla promozione. I rossoneri si vantano già di un complesso di tutto rispetto che, completato con il preventivato arrivo di un attaccante e di un difensore, pone i rossoneri nella condizione di squadra da battere. Con un ma. Stroppa ha accettato una sfida importante. Una mission impossibile? Ha l’obbligo di vincere e convincere, con i risultati e con il gioco. Robertino De Zerbi, non va dimenticato, ha lasciato una traccia indelebile e non soltanto nel cuore dei tifosi. Tutte da verificare, poi, le difficoltà emergenti dalla squalifica del campo in avvio di torneo.
Difficile dire se Matera e Lecce sono un gradino al di sotto dei rossoneri o se sono alla pari con loro. Columella ha scelto il meglio per quanto riguarda la panchina. Questo è un girone che nessuno conosce quanto Gaetano Auteri. L’unico, tra gli allenatori in categoria, capace di imporre alla sua squadra un costante passo da vertice. Il complesso è di grande spessore. Non ha nulla da invidiare alle dirette concorrenti. Più Columella sarà in grado di tenere a freno la sua “emotività” prorompente, più sarà possibile centrare l’obbiettivo.
Il plotone delle outsider è foltissimo. Il nuovo meccanismo dei play (off e out) lascia aperto un ventaglio dalle imponenti possibilità. In positivo ed in negativo. Nel valzer di pochi punti ci si potrà ritrovare nell’olimpo degli spareggi promozione o nel baratro della zona retrocessione. Con una aggravante, più di qualche club, già in avvio, accusa palesi difficoltà di natura economica. La stagione sarà inevitabilmente ricordata anche per le tante penalizzazioni. C’è solo da augurarsi che siano le ultime.
Negli altri gironi si elevano club dalle grandi ambizioni. Alessandria, Livorno e Cremonese sembrano le più attrezzate nel raggruppamento A. La promozione dovrebbe essere un discorso tra loro tre. Le strategie di mercato dell’Arezzo inducono a pensare di un possibile inserimento dei toscani nella volata verso la serie B. Tutto da decifrare il percorso del Como. Da non sottovalutare le ambizioni della Viterbese. Camilli non è personaggio che si accontenta di una semplice passerella, la sua esperienza e le sue capacità le ha già messe in mostra in altri contesti, anche la Viterbese potrebbe dire la sua.
Nel girone B l’incertezza per il vertice regna sovrana. Il lotto delle pretendenti è di grande spessore. Bassano, Padova, Parma, Pordenone, Reggiana, Sambenedettese, Teramo, Venezia, Sudtirol si candidano tutteautorevolmente. Senza dimenticare la Maceratese che lo scorso hanno si vide scippare, ingiustamente, il secondo posto dal Pisa (quella fidejussione grida ancora vendetta). Come le tante incognite rappresentate da Ancona, Albinoleffe, MaNtova, Modena e dalle esordienti in categoria: Fano, Forlì e Gubbio. Tutti indicano nel Parma e nel Venezia le maggiori candidate al titolo. L’esperienza e le capacità indiscusse di uomini come Nevio Scala e Giorgio Perinetti autorizzano a sbilanciarsi. Attenzione però all’inverno, che nel calcio è lunghissimo, e riserva sempre delle notevoli sorprese.
L’analisi tecnica del campionato non può prescindere da valutazioni più approfondite sulle strutture inadeguate di molti club.
Non è più professionismo se, con il consenso dei presidenti, determinati ruoli cardine, che tracciano le linee guida all’interno delle Società, vengono affidati a dilettanti prestati al calcio. A carneadi che si inventano una professione. A squallidi personaggi coinvolti in illeciti sportivi ed amministrativi sul capo dei quali pendono squalifiche pluriennali. Sono procuratori, sono allenatori, sono direttori sportivi, sono addetti alla comunicazione e ufficio stampa. Sono addetti agli uffici di marketing.
Si “inventano” ruoli e qualifiche inusitate pur di aggirare le norme. Tutto fatto alla luce del sole. Nell’indifferenza più assoluta delle Istituzioni.
Ho elogiato a più riprese Gabriele Gravina per la sua voglia, dimostrata, di voltare pagina. Ho apprezzato il suo approccio alle problematiche della Lega Pro ed alla sua pervicace applicazione nel tentativo, spesso riuscito, di risolverle. Ora però occorre un salto di qualità. Il suo intervento è indispensabile anche in queste ottiche.
Occorrono controlli adeguati. Riferiti alle proprietà ed ai collaboratori. La Lega Pro non deve essere classificata come la giungla delle professioni legalizzate dai suoi presidenti.
Si potrebbero fare nomi e cognomi, volendo approfondire, ma non siamo così squallidi e soprattutto non ci piace invadere territori altrui. Non rientra nei nostri compiti di informazione.
A buon intenditor.
Fonte: www.tuttolegapro.com